ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01995

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 567 del 10/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 09/01/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 09/01/2012
Stato iter:
27/03/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/03/2012
Resoconto BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 27/03/2012
Resoconto BINETTI PAOLA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 27/03/2012

SVOLTO IL 27/03/2012

CONCLUSO IL 27/03/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01995
presentata da
PAOLA BINETTI
martedì 10 gennaio 2012, seduta n.567

BINETTI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

in Francia trentamila donne che hanno avuto impiantata una protesi al seno di tipo poly implant prothese (Pip) sono state richiamate dalle autorità sanitarie per rimuoverle perché a rischio di poter sviluppare tumori;

tutto è iniziato quando la Pip, con sede a La Seyne sur Mer, ha chiesto l'autorizzazione per produrre e commercializzare protesi al seno circa dieci anni fa. Il marchio europeo è stato rilasciato per un certo tipo di silicone adatto ad un uso medico, ma è stato utilizzato nella forma originariamente prevista solo agli inizi. Poi, l'aumento delle richieste e l'evidente desiderio di un maggiore guadagno a più bassi prezzi di costo ha indotto la ditta ad utilizzare un materiale più scadente, inadatto all'uso negli impianti mammari, destinati in parte a persone operate di tumore al seno e, nella maggiore parte dei casi, per interventi di chirurgia estetica;

dal 2001 infatti nel sud est della Francia è stato usato un gel di silicone diverso da quello previsto a norma di legge per gli usi in sanità, tanto da far moltiplicare negli ultimi anni le segnalazioni di problemi e costringere l'agenzia francese ad un'ispezione nei laboratori della Pip;

le protesi fabbricate dall'azienda francese Pip possono lacerarsi provocando notevoli danni, che vanno dalle infiammazioni, alle possibili forme tumorali; recentemente poi si è aggiunta anche una vera e propria sindrome da stress nelle donne portatrici di queste protesi, perché esse temono da un momento all'altro che esplodano all'interno del loro organismo;

la decisione presa dalle autorità sanitarie francesi non ha precedenti; il Governo di Parigi non ha dubbi sul rapporto tra il difetto della protesi (che si può rompere diffondendo il liquido nel corpo della paziente) e la comparsa dei processi infiammatori o di un possibile cancro;

benché fuori dal mercato italiano da circa due anni, l'allerta si è rapidamente diffusa anche in Italia, dove un numero non ben identificato di donne ha una protesi di questo tipo;

il Ministro interrogato ha convocato d'urgenza il Consiglio superiore di sanità. Un vertice finalizzato a fare il punto sulle protesi finite sotto accusa poiché fabbricate con silicone destinato a usi industriali -:

se non ritenga necessario avviare un'indagine volta a rilevare con certezza il numero delle donne colpite da rischio cancerogeno a seguito dell'operazione chirurgica e quali urgenti iniziative intenda mettere in atto per procedere alla sostituzione di queste protesi, oltre che per impedire che sul mercato italiano vengano immesse protesi che non siano a norma e presentino un alto rischio cancerogeno. (3-01995)