LO PRESTI, BRIGUGLIO e GRANATA. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:
il gruppo Ferrovie dello Stato italiane spa - dopo la soppressione, a seguito del nuovo piano industriale 2011-2015, di otto treni a lunga percorrenza, sedici tra intercity ed espressi, la chiusura delle officine di manutenzione di Messina, Siracusa, Palermo, della sala operativa di Palermo e di tutti gli uffici collegati, la soppressione delle navi che traghettano i treni nello Stretto di Messina - persevera nella progressiva eliminazione dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia;
nel 2005 i treni circolanti da Nord a Sud, e viceversa, erano 56, ridotti poi a 26 ed oggi ancora a 10;
inoltre, questi 10 convogli ferroviari arresteranno la loro corsa a Roma, eliminando di fatto i collegamenti con Torino, Milano e Venezia;
ed ancora, la composizione dei treni in oggetto verrà decurtata del 20 per cento, con i treni da Siracusa che avranno solo 4 carrozze, a fronte delle attuali 6, e costringendo, inoltre, i cittadini di Agrigento a dover utilizzare i pullman per raggiungere la capitale;
a fronte delle dichiarazioni d'intenti dell'amministratore delegato Mauro Moretti, che ha manifestato la volontà di potenziare i collegamenti sul ferrato anche nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia, Ferrovie dello Stato italiane spa continua a discriminare il Meridione, gestendo il servizio dei trasporti con una concentrazione degli investimenti solo nella aree del Paese considerate più produttive;
all'alta velocità del Nord si contrappone un trasporto siciliano in totale stato di abbandono; la Sicilia, di fatto, viene estromessa dal sistema-Paese, acuendo così l'immagine di un Paese a «due velocità»;
non può certo sfuggire come la conseguenza più drammatica sarà, e già è, un drastico taglio di posti di lavoro, diretto e indiretto, in un contesto come quello siciliano, già pesantemente provato dall'attuale crisi economica;
nonostante la costante denuncia sul punto dei sindacati e le numerose spontanee manifestazioni di protesta da parte dei dipendenti di Ferrovie dello Stato italiane spa e della cittadinanza messinese, non è stata possibile una seria e proficua interlocuzione con il gruppo Ferrovie dello Stato italiane spa, ma, cosa ancor più grave, il Governo sul punto è stato, ad avviso degli interroganti, totalmente assente e disinteressato -:
quali iniziative il Governo intenda porre in essere per garantire i collegamenti ferroviari con il Mezzogiorno d'Italia ed in particolare con la Sicilia, anche tutelando così i livelli occupazionali gravemente compromessi a seguito delle decisioni unilaterali di Ferrovie dello Stato italiane spa. (3-01974)