ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01910

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 541 del 25/10/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 25/10/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
Attuale delegato a rispondere: RAPPORTI CON IL PARLAMENTO delegato in data 25/10/2011
Stato iter:
26/10/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/10/2011
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 26/10/2011
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 26/10/2011
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/10/2011

SVOLTO IL 26/10/2011

CONCLUSO IL 26/10/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01910
presentata da
ALDO DI BIAGIO
martedì 25 ottobre 2011, seduta n.541

DI BIAGIO. -
Al Ministro per i rapporti con il Parlamento.
- Per sapere - premesso che:

nei giorni scorsi - su alcuni quotidiani nazionali - sono state pubblicate nuove e sconcertanti intercettazioni telefoniche tra membri del Governo, nonché esponenti delle istituzioni, e Valter Lavitola, ex direttore del giornale L'Avanti, attualmente indagato per induzione a rendere false dichiarazioni e per associazione a delinquere, nell'ambito del filone d'inchiesta relativo alle commesse estere di Finmeccanica, e, ad oggi, latitante;

dalle intercettazioni - effettuate dalla procura di Pescara nell'ambito dell'inchiesta sulla maxi evasione fiscale dell'imprenditore Giuseppe Spadaccini e pubblicate dal quotidiano la Repubblica - emerge, con estrema chiarezza, l'equivoca e pericolosa vicinanza e familiarità del signor Lavitola con gli alti ambienti istituzionali (Ministri, Sottosegretari, parlamentari, ufficiali della Guardia di finanza e dei servizi segreti);

da quanto si legge, sussisterebbe una fitta e oscura rete di interessi e affari alimentata da pressioni e richieste relative a nomine, provvedimenti governativi e atti legislativi ancora in fase di esame parlamentare e resa ancora più inquietante dal fatto che, in molte circostanze, lo stesso Lavitola si vanta di agire in nome e per conto - o quanto meno con l'avallo - del Presidente del Consiglio dei ministri, nonché di poter intercedere presso di lui per svariate questioni;

poco importa se il signor Lavitola e le persone da lui «raccomandate» abbiano ottenuto o meno gli incarichi cui aspiravano o se le cause da lui perorate, negli ambienti istituzionali, siano andate a buon fine, in quanto ciò che veramente imbarazza e sconvolge non è tanto l'effettività dei condizionamenti sull'attività istituzionale e governativa, quanto piuttosto la loro mera potenzialità;

con riferimento, poi, alla partecipazione del signor Lavitola ad alcuni incontri del Ministro degli affari esteri con delegazioni di Paesi stranieri, non è tanto rilevante individuare il luogo preciso in cui tali incontri siano avvenuti (nell'ufficio del Ministro, nell'anticamera, all'ingresso o nella sala stampa), né precisare la natura degli eventi in cui tali incontri si siano tenuti (ufficiali, ufficiosi, istituzionali, informali o privati), né tanto meno verificare se il Ministro abbia effettivamente «mescolato» o meno «l'attività istituzionale con attività di altro genere»: in verità, le stesse precisazioni e giustificazioni fornite dal Ministro, tra l'altro prontamente smentito anche dalla stampa albanese, appaiono alquanto deboli e inconsistenti;

fermo restando che, per questi ed altri aspetti, sarà l'autorità giudiziaria competente ad accertare le eventuali responsabilità e gli illeciti commessi, è, invece, particolarmente importante - perché ne va non solo della credibilità del nostro Paese, ma, soprattutto, della sua sicurezza - capire quali siano le motivazioni reali per cui esponenti delle nostre istituzioni si accompagnino a persone che esercitano un'intensa attività di «intermediazione» tra politica ed affari in maniera discutibile ed equivoca e quali siano gli interessi «in gioco»;

ciò che preoccupa seriamente - in quanto non solo rischia di alimentare un generale sentimento di disaffezione e delegittimazione nei confronti delle istituzioni, nonché di ledere irrimediabilmente l'immagine del nostro Paese, ma soprattutto perché testimonia l'inadeguatezza e la leggerezza con cui esponenti pubblici valutano la convenienza e l'opportunità di certe frequentazioni - è comunque la familiarità con cui il signor Lavitola abbia potuto avere libero accesso agli alti ambienti istituzionali, ai cellulari privati di personaggi noti, nonché la facilità con cui abbia potuto muoversi, a nome e per conto del Presidente del Consiglio dei ministri, negli ambienti privati, nelle istituzioni pubbliche e all'estero;

il progetto di delegittimare gli avversari politici attraverso la pratica del «dossieraggio», quello di influire sull'iter di provvedimenti - come la nomina del commissario per la ricostruzione dell'Aquila, la designazione dei vertici della Guardia di finanza, la legge sull'editoria, il cosiddetto lodo Alfano - nonché quello di condizionare la politica estera sulla base di presunti e non chiari interessi e vantaggi (personali o di lobby equivoche) rappresentano - al di là della loro effettiva realizzazione - un grave vulnus per la correttezza della vita istituzionale nel nostro Paese;

alla luce di quanto sta emergendo, sarebbe, quindi, opportuno, oltre che doveroso - al di là di giustificazioni meramente formali - chiarire i molti punti oscuri dell'intera vicenda, nonché sgombrare il campo da ogni dubbio circa possibili e inquietanti intrecci di affari ed interessi pubblici e privati -:

se e quali elementi il Governo sia in grado di fornire per fugare preoccupazioni o sospetti circa i condizionamenti operati dal signor Lavitola sulle scelte del Governo o di singoli esponenti dell'Esecutivo, in relazione a vicende non private o meramente politiche, ma di rilievo tipicamente istituzionale. (3-01910)