ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01802

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 513 del 06/09/2011
Firmatari
Primo firmatario: DELFINO TERESIO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 06/09/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 06/09/2011
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 06/09/2011
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 06/09/2011
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 06/09/2011
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 06/09/2011
MONDELLO GABRIELLA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 06/09/2011
TESTA NUNZIO FRANCESCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 06/09/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 06/09/2011
Stato iter:
07/09/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/09/2011
Resoconto DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 07/09/2011
Resoconto ROMANO FRANCESCO SAVERIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 07/09/2011
Resoconto DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/09/2011

SVOLTO IL 07/09/2011

CONCLUSO IL 07/09/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01802
presentata da
TERESIO DELFINO
martedì 6 settembre 2011, seduta n.513

DELFINO, GALLETTI, NARO, CICCANTI, COMPAGNON, VOLONTÈ, MONDELLO e NUNZIO FRANCESCO TESTA. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
l'industria ittica italiana continua da tempo ad essere caratterizzata da produttività quasi dimezzata, fatturato in caduta libera, flotta drasticamente ridimensionata e più di 17 mila posti di lavoro polverizzati negli ultimi 5 anni;

ad oggi l'unico obiettivo da raggiungere è quello di difendersi dall'assalto dei competitori esteri, asiatici e africani, che anno dopo anno hanno conquistato quote di mercato fino a raggiungere nel 2010 un tasso di prodotti ittici venduti nel nostro Paese vicino al 73 per cento, pari a 941 mila tonnellate di pesce per un valore di 3,99 miliardi di euro;

si tratta di una cifra impressionante se confrontata con i prodotti ittici italiani esportati, che risultano poco più di 135,5 tonnellate per un valore di 520 milioni di euro, e che costituisce un vero paradosso se si considera che l'Italia è bagnata da 8.350 chilometri di costa;

le cause di questo declino sono da ricercare nel fatto che vi sono troppi intermediari, punti di sbarco frammentati, imprese troppo piccole e soprattutto il prezzo del gasolio ormai alle stelle;

di conseguenza, le cooperative di pescatori sono in affanno, l'industria ittica è fortemente condizionata dagli eventi internazionali e i consumatori finiscono per mangiare solo le specie di pesce imposte dal mercato senza un'etichettatura trasparente, che in molti casi non permette di conoscere la provenienza del prodotto e di avere un'informazione completa;

tuttavia, il problema più serio è rappresentato dalla struttura delle imprese ittiche italiane;

secondo dati Ismea, nel 2009 il 66 per cento dei pescherecci che compongono la flotta italiana è gestito da micro-imprese, condizione che azzera il loro potere contrattuale nei confronti degli altri componenti della filiera, come grossisti e distributori, e del sistema creditizio;

a questo si deve aggiungere un altro aspetto di forte criticità rappresentato dai punti di sbarco che lungo le coste italiane sono oltre 800;

tale numero rende molto difficile fornire gli approdi di adeguati servizi, come il rifornimento d'acqua e di carburante, e influisce sulla vendita di quanto viene pescato ogni giorno, perché le filiere si allungano, mentre la remunerazione dei pescatori si riduce;

tutto questo mentre il pesce estero gode da tempo di una situazione privilegiata -:
se il Governo non ritenga di dover considerare quanto esposto in premessa come una vera e propria emergenza nazionale e quali misure urgenti intenda intraprendere ai fini della tutela e del sostegno dell'occupazione e delle attività produttive, come la pesca, che rappresenta un settore di primaria importanza del made in Italy.(3-01802)