ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01735

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 495 del 05/07/2011
Firmatari
Primo firmatario: COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO
Gruppo: MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Data firma: 05/07/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LO MONTE CARMELO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 05/07/2011
LATTERI FERDINANDO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 05/07/2011
LOMBARDO ANGELO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 05/07/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 05/07/2011
Stato iter:
06/07/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/07/2011
Resoconto COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
 
RISPOSTA GOVERNO 06/07/2011
Resoconto ROTONDI GIANFRANCO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI GOVERNO)
 
REPLICA 06/07/2011
Resoconto COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/07/2011

SVOLTO IL 06/07/2011

CONCLUSO IL 06/07/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01735
presentata da
ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO
martedì 5 luglio 2011, seduta n.495

COMMERCIO, LO MONTE, LATTERI e LOMBARDO. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:

«Un Piano orientato al futuro, al servizio del Paese». Con questo slogan il 22 giugno l'amministratore delegato Moretti, alla presenza del Ministro interrogato, ha presentato il nuovo piano industriale 2011-2015 delle Ferrovie dello Stato, un documento previsionale ambizioso con investimenti pari a 27 miliardi di euro, di cui soltanto 2,5 si tradurranno in stanziamenti a favore del Sud, importo che ha deluso le aspettative di quanti si aspettavano con il suddetto piano un'inversione di tendenza nei riguardi del Sud da parte del management del gruppo;

il suddetto piano non sembra orientato al servizio del Paese nella sua interezza, poiché prevede che ben 24,5 dei 27 miliardi di euro di investimenti verranno veicolati, nell'arco di 4 anni, sull'alta velocità da Salerno a Milano, dettaglio che fa emergere la chiara difficoltà del gruppo Ferrovie dello Stato ad invertire la politica di abbandono del Mezzogiorno e della Sicilia e ad includerlo nelle strategie dell'azienda, per la quale, invece, l'orizzonte geografico dello stesso si fermerebbe a Salerno;

lo stesso piano lascia alla Sicilia solo il 2 per cento delle risorse che dovrebbero servire a rendere più rapido ed efficiente il trasporto regionale, attraverso accordi con altre imprese ferroviarie in concessione e puntando quasi esclusivamente sul potenziamento dei nodi metropolitani di Catania e Palermo. Inoltre, nel piano non vi è più traccia della cosiddetta lunga percorrenza passeggeri e scompare il «servizio notte», ritenuto non più sostenibile perché fuori mercato, che verrebbe rimpiazzato con l'integrazione di un sistema di trasporto regionale veloce con collegamenti da Roma e Napoli verso Villa San Giovanni del tipo «hub and spoke», scelta questa che potrebbe provocare la cancellazione di tutti gli attuali collegamenti da Messina verso Milano, Torino e Venezia, con un piano di tagli che darà vita ad una nuova grave emergenza occupazionale;

inoltre, tra le altre clamorose dimenticanze nel suddetto piano industriale, non si fa alcun cenno alle prospettive del «segmento navigazione» articolato in attività marittime sulle navi, in attività di terra nelle officine, magazzini e logistica e nei centri direzionali e di coordinamento per l'attraversamento dello Stretto di Messina, dimenticanza che sembra confermare l'esplicita intenzione delle Ferrovie dello Stato di cedere a breve a terzi, a soggetti privati, tutto il segmento della navigazione oggi gestito dal vettore pubblico;

quanto esposto fin qui basta per comprendere che il nuovo piano industriale del gruppo Ferrovie dello Stato risponde esclusivamente ad una logica giustificata da necessità imprenditoriali, ma che trascura il grande dettaglio che trattandosi di Ferrovie dello Stato, quindi di tutto lo Stato nella sua interezza, e non solo di quella parte del Paese considerata più progredita e più conveniente dal punto di vista del ritorno economico, lo stesso gruppo ha il dovere di assicurare la continuità territoriale, principio sancito nella stessa Carta costituzionale italiana;

nel corso della presentazione del nuovo piano industriale il gruppo Ferrovie dello Stato ha presentato anche la propria nuova denominazione sociale e il nuovo logo fregiati dell'aggettivo «Italiane» a tracciare, in occasione delle celebrazioni del 150o anniversario dell'Unità d'Italia, un significativo cambiamento nel segno dell'italianità e della forte identità nazionale in un mercato ormai sempre più europeo e internazionale, scelta che suona ancora più come beffa se si pensa che tale piano appare come un'ulteriore scelta secessionista;

sorprendono gli interroganti le parole di apprezzamento nei confronti del suddetto piano che il Ministro interrogato, che dovrebbe rappresentare la nazione intera, ha avuto modo di esprimere a margine della presentazione di un progetto industriale che esclude, di fatto, una parte del Paese;

la suddetta programmazione industriale di Ferrovie dello Stato per gli anni 2011-2015 contribuirà ad aggravare quella sperequazione tra Nord e Sud del Paese determinata dall'assenza di infrastrutture;

il suddetto piano, a parere degli interroganti, rappresenta l'ennesimo impiego di risorse pubbliche per realizzare quella che oramai si appalesa come una secessione di fatto, che accresce la distanza tra le due aree e che penalizza ogni occasione di sviluppo e di accesso agli assi di collegamento internazionali del Mezzogiorno -:

se il Governo non ritenga di avere una straordinaria occasione per dimostrare una concreta disponibilità verso il Sud promuovendo la revisione integrale del piano industriale 2011-2015 di Ferrovie dello Stato che contempli un rilancio dell'offerta ferroviaria nelle aree del Mezzogiorno, oggi arretrate dal punto di vista della dotazione infrastrutturale. (3-01735)