MELIS, CALVISI, FADDA, MARROCU, ARTURO MARIO LUIGI PARISI, PES, SCHIRRU e SORO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
i lavoratori della Vinyls (Porto Torres) sono dall'autunno 2009 mobilitati (anche con l'utilizzo di forme estreme quali l'occupazione dell'isola dell'Asinara) per la difesa dei loro posti di lavoro, nonché, insieme ai colleghi di Marghera e Ravenna, per la tutela della filiera produttiva dei cloroderivati, da più parti definita come strategica per la chimica nazionale;
è fallita in questi ultimi giorni, per manifesta inadeguatezza del compratore, l'offerta avanzata dalla società GITA, sulla quale molti dubbi erano stati espressi da più parti relativamente alla solidità societaria e al reale possesso dei requisiti necessari all'acquisto;
il Governo in carica, d'intesa con la regione sarda amministrata dal centrodestra, ha garantito per diversi mesi la praticabilità della soluzione GITA, così come aveva più volte dato ai lavoratori ampie e ripetute assicurazioni nel caso di precedenti compratori poi rivelatisi inadeguati. E precisamente, utilizzando un recente «diario» pubblicato dal direttore de la Nuova Sardegna di Sassari Paolo Catella:
il 14 gennaio 2008, prima dichiarazione del Presidente del Consiglio Berlusconi: «Tutto il personale degli impianti chimici della Sardegna deve essere richiamato al lavoro dal 1
o febbraio (2009)»;
il 31 marzo 2009, dichiarazione del presidente della regione Sardegna Ugo Cappellacci: «Siamo molto soddisfatti, siamo arrivati all'obiettivo grazie soprattutto al lavoro del presidente Berlusconi e del ministro Scajola»;
il 21 febbraio 2010, il Ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola sulla trattativa Eni-Ramco, poi fallita: «Stiamo facendo ogni sforzo per garantire a Vinyls un futuro di sviluppo produttivo e occupazionale»;
il 22 febbraio 2010, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi: «Ritengo ci siano tutte le condizioni perché si arrivi a una soluzione positiva»;
l'8 aprile 2010, il Ministro dell'economia e delle finanze Giulio Tremonti: «Questo caso non lo conosco, credo ci sia una trattativa in atto, ipotesi di non chiusura. Il presidente dalla Sardegna se ne sta occupando»;
il 25 maggio 2010, il Sottosegretario alla Presidenza Paolo Bonaiuti: «Per la Vinyls stiamo facendo forti pressioni su un paese amico come il Qatar»;
il 24 settembre 2010, il Presidente del Consiglio Berlusconi direttamente ai lavoratori Vinyls ricevuti a Roma a Palazzo Chigi: «La soluzione è vicina, c'è un'offerta qualificata per gli impianti»;
il 7 ottobre 2010, il Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani dopo la prima intesa con Gita: «Abbiamo superato il punto di non ritorno e il percorso è sgombro da ostacoli, si va spediti verso l'accordo»;
il 6 dicembre 2010, ancora il Ministro Romani a Porto Torres: «Per Vinyls questa sarà la volta buona. Temevo ci trovassimo davanti all'ennesimo bidone, ma su Gita ho appurato che si tratta di tedeschi e svizzeri che hanno assicurato nuovi investimenti. Entro febbraio potremo chiudere tutto»;
il 9 febbraio 2011, l'assessore sardo all'industria Oscar Cherchi: «La vicenda Vinyls procede verso la giusta direzione, i ritardi sono dovuti solo a normali procedure di verifica» -:
come si giustifichi una sequenza così consistente e, alla luce dei fatti, altrettanto priva di fondamento, di dichiarazioni, espresse autorevolmente in più circostanze e tempi da membri del Governo, dal Ministro competente e dallo stesso Presidente del Consiglio;
quali siano oggi, allo stato degli ultimi fatti, le intenzioni del Governo per salvare i posti di lavoro a Porto Torres, Marghera e Ravenna e per garantire la continuità di un'attività produttiva più volte definita (dalle stesse fonti governative) strategica per il Paese.(3-01557)