ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01534

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 451 del 23/03/2011
Firmatari
Primo firmatario: DONADI MASSIMO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/03/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 22/03/2011
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 22/03/2011
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 22/03/2011
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 22/03/2011
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 22/03/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 22/03/2011
Stato iter:
23/03/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/03/2011
Resoconto CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2011
Resoconto ROMANI PAOLO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 23/03/2011
Resoconto CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/03/2011

SVOLTO IL 23/03/2011

CONCLUSO IL 23/03/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01534
presentata da
MASSIMO DONADI
mercoledì 23 marzo 2011, seduta n.451

DONADI, PIFFARI, CIMADORO, EVANGELISTI, BORGHESI e CAMBURSANO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

il nostro Paese, a seguito del referendum del 7 e dell'8 novembre 1987, esprimeva la propria contrarietà rispetto all'uso di energia proveniente da fonte nucleare. Pur tuttavia, in palese contrasto con quanto deciso dalla maggioranza degli italiani in tale occasione, l'attuale Governo ha pervicacemente voluto riprendere la scelta energetica nucleare;

nelle stesse ore in cui il Giappone - ma non solo - vive una vera e propria catastrofe nucleare e molti leader europei, a cominciare da quello tedesco e da quello francese, stanno con coraggio ripensando l'avventura nucleare, il Governo italiano non ha alcuna decisione da prendere, nessuna proposta da presentare ai nostri partner europei, ma dichiara che si metterà a disposizione e si uniformerà alle decisioni che l'Unione europea potrebbe prendere in materia di produzione nucleare di energia;

lo stesso Commissario europeo all'energia, Günther Öttinger, ha dichiarato nei giorni scorsi che: «Tutto ciò che si riteneva impensabile, in qualche giorno è avvenuto (...) Se prendiamo la cosa sul serio e diciamo che l'incidente ha cambiato il mondo - ed è in discussione il modo in cui noi, come società industriale, abbiamo guardato alla sicurezza e alla gestibilità (...) allora non possiamo escludere nulla»;

membri del Governo italiano hanno dichiarato, ad avviso degli interroganti in maniera ambigua, di dovere prendere una pausa di riflessione;

il Ministro interrogato ha precisato che «è irreversibile la scelta di capire dal punto di vista della sicurezza se siamo nella condizione di massima sicurezza in base ai requisiti e standard che abbiamo immaginato e che vengono resi operativi da un organismo europeo». «Una volta che saremo sicuri che tutto questo è stato risolto nella direzione auspicata, a quel punto la scelta nucleare del Governo potrà proseguire», ha assicurato;

il Governo italiano, dunque, non ha fatto marcia indietro sul programma nucleare, ma si è preso una «pausa responsabile di riflessione come molti altri Paesi europei che già avevano fatto la scelta nucleare»;

in data 16 marzo 2011, lo stesso Sottosegretario Saglia dichiarava: «Se l'Unione europea decidesse di bloccare la costruzione di nuovi centrali nucleari sul territorio comunitario l'Italia non si opporrebbe (...) Avremo i primi impianti intorno al 2020. C'è molto tempo per cambiare idea prima del 2020»;

nel corso della medesima giornata del 16 marzo 2011 anche il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'onorevole Stefania Prestigiacomo, ribadiva come «il Governo intenda affrontare la questione della sicurezza nucleare in ambito europeo, uniformando le proprie scelte a quelle che verranno assunte in sede di Unione europea»;

in Germania gli impianti nucleari più vecchi, che attualmente sono rimasti aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali, chiuderanno subito. La Germania, inoltre, sospenderà per tre mesi la decisione del previsto prolungamento della vita dei 17 impianti nucleari tedeschi;

la Germania è decisa ad accelerare l'addio al nucleare. Lo ha detto alla FrankfurterAllgemeine Sonntagszeitung il Ministro dell'ambiente Norbert Roettgen, sottolineando che i «rischi residui dell'atomo» sono troppi. E secondo anticipazioni del quotidiano Die Welt, nel mese di maggio 2011, seppur per revisioni, verifiche e controlli provvisori, si creerà una situazione in cui dei 17 reattori nucleari tedeschi solo 4 saranno in servizio;

il che vorrà dire che temporaneamente, come in una simulazione di emergenza decisa per abituarsi al futuro, la più grossa e competitiva economia dell'Unione europea e quarta economia mondiale spegnerà il 75 per cento della capacità nucleare. «Possiamo dire addio all'atomo più velocemente di quanto previsto finora, la situazione dopo il dramma giapponese è una cesura, una svolta senza ritorno», ha affermato Roettgen;

la Svizzera ha annunciato, invece, la sospensione delle procedure relative alle domande di autorizzazione per le nuove centrali nucleari. Il Ministro dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni Doris Leuthard - afferma un comunicato - «ha deciso di sospendere le tre procedure relative alle domande di autorizzazione di massima per le nuove centrali nucleari finché non sarà stata fatta un'analisi approfondita degli standard di sicurezza e non si sarà proceduto a un loro eventuale adeguamento»;

gli altri Paesi si possono permettere una pausa di riflessione, visto che il nucleare lo hanno scelto e stanno ora valutando di abbandonarlo. L'Italia no, perché il nostro Paese sta scegliendo ora, controcorrente e fuori tempo massimo, se adottare o meno il nucleare. Per questo, la pausa di riflessione annunciata dal Ministro interrogato è solo uno stratagemma per neutralizzare il referendum;

appare di tutta evidenza che quanto è accaduto in Giappone rappresenti la drammatica dimostrazione del fatto che il nucleare sicuro in Italia e nel mondo non esiste;

a favore del nucleare non depone neanche l'analisi dei costi: il kilowattora prodotto dall'atomo non è affatto meno costoso di quello prodotto da altre fonti, perché non si considerano mai i costi aggiuntivi, quelli per stoccare le scorie e i costi sociali ed economici in caso di incidenti. Tutti oneri che ricadranno sui cittadini -:

se non ritenga il Governo italiano di dover revocare in maniera netta e chiara la propria scelta a favore del nucleare in luogo di una semplice moratoria o pausa di riflessione, che appare incompatibile con la perentorietà della scadenza referendaria, e di privilegiare gli investimenti nelle energie rinnovabili, facendo una scelta coraggiosa adottando la linea della Germania, che ha deciso di produrre l'80 per cento dell'energia da eolico e fotovoltaico. (3-01534)