ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01479

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 437 del 22/02/2011
Firmatari
Primo firmatario: PIFFARI SERGIO MICHELE
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/02/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI 22/02/2011
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 22/02/2011
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 22/02/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 22/02/2011
Stato iter:
23/02/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/02/2011
Resoconto PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 23/02/2011
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 23/02/2011
Resoconto PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/02/2011

SVOLTO IL 23/02/2011

CONCLUSO IL 23/02/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01479
presentata da
SERGIO MICHELE PIFFARI
martedì 22 febbraio 2011, seduta n.437

PIFFARI, MONAI, BORGHESI e EVANGELISTI. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:

per l'attuale Governo, il rilancio delle infrastrutture doveva essere il volano della ripresa economica del nostro Paese. In realtà si è in presenza di un sostanziale fallimento: a dieci anni dalla «legge obiettivo» risulta completato solo il 20 per cento dei lotti, mentre per un altro 55 per cento di opere il cantiere non è mai stato neppure aperto;

secondo la graduatoria del World economic forum, l'Italia si posiziona nel 2010 al 73o posto su 133 Paesi per la qualità del sistema infrastrutturale di trasporto. L'infrastrutturazione, oltre che dalle minori risorse investite, è stata penalizzata anche dalle procedure che ritardano la realizzazione delle opere pubbliche. Il recupero del divario infrastrutturale italiano passa necessariamente per l'aumento della spesa pubblica destinata agli investimenti e questa, negli ultimi quindici anni, è stata inferiore alla media dei Paesi europei;

ancora si ricorda il famoso «contratto con gli italiani» firmato dal Presidente Berlusconi nel 2001 nella trasmissione «Porta a Porta», davanti al «giornalista-notaio» Bruno Vespa, nel quale si promettevano le grandi infrastrutture che avrebbero dovuto dare una svolta all'Italia, garantendo la realizzazione entro 5 anni di almeno il 40 per cento di quelle opere;

il recente rapporto Ance sulle infrastrutture sottolinea come «la situazione dei programmi regionali del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) del Mezzogiorno risulta molto più allarmante. Da più di un anno, fatta eccezione del caso della Sicilia, l'approvazione di questi programmi è con- tinuamente rinviata dal Governo, con la conseguenza che non può essere data certezza alla programmazione finanziaria e temporale di interventi fondamentali per sviluppo del Mezzogiorno e progettati per essere complementari a quelli finanziati con i fondi strutturali. A oltre tre anni di distanza dall'avvio del periodo di programmazione (2007-2013), il persistente rinvio dell'approvazione dei programmi Fas rimette in discussione il principio di base della programmazione unitaria delle risorse europee e nazionali, basato sull'articolazione tra programmi finanziati con fondi europei e programmi finanziati con fondi nazionali»;

sempre secondo l'Ance, gli investimenti pubblici in costruzioni sono - in valore assoluto - i più bassi degli ultimi 20 anni;

lo stesso Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance, in un'intervista dell'ottobre 2010, dichiarava: «C'è un grande fermo nel mercato italiano delle opere pubbliche. Il rallentamento è colpa di lavori che non ci sono. In tre anni gli investimenti sono calati circa del 20 per cento, e di oltre il 30 per cento nell'edilizia abitativa». E ancora: «si sono chiusi tutti i rubinetti pubblici. Dei circa 12 miliardi deliberati dal Cipe nel 2009, in cui c'era un impegno del Governo per le grandi e piccole opere (tra cui 1 miliardo per le scuole), poco o nulla è stato trasformato in cantiere». E ancora: «le imprese più grandi e strutturate stanno cercando sempre di più di lavorare all'estero, perché qui non c'è lavoro. Alcune grandi imprese sono arrivate a effettuare all'estero più del 50 per cento dei lavori e la forbice Italia-estero si sta allargando»;

le delibere Cipe n. 93 del 2009, n. 103 del 2009 e n. 121 del 2009, riguardanti gli interventi da avviare nel triennio e l'assegnazione dei finanziamenti per piccole e medie opere nel Mezzogiorno, hanno ridotto sensibilmente l'ammontare di risorse destinate alla realizzazione di opere pubbliche indispensabili per lo sviluppo del Mezzogiorno e per il superamento del gap infrastrutturale sempre più profondo fra questa e le altre aree del Paese. Si prevedono riduzioni di 145 milioni di euro per il completamento dell'asse autostradale Salerno-Reggio Calabria; di 33 milioni di euro per l'asse autostradale Salerno-Reggio Calabria; di 263 milioni di euro per la strada statale n. 106 «Ionica»; di 35 milioni di euro per la metropolitana di Napoli; di 60 milioni di euro per gli schemi idrici del Mezzogiorno; di 363 milioni di euro per opere minori e interventi finalizzati al supporto dei servizi di trasporto. Si sono, inoltre, quasi dimezzate le risorse destinate alla voce «Opere medio piccole nel Mezzogiorno», portandole da 801 a 438 milioni di euro. Peraltro, la delibera Cipe n. 121 del 2009 prevede una riduzione drastica di ben 218 milioni di euro delle risorse che erano previste per il capitolo di spesa: «adeguamento rete ferroviaria meridionale, partecipazione FS a interventi a terra Ponte sullo Stretto»;

nell'allegato infrastrutture, presentato al Parlamento contestualmente all'ultima decisione di finanza pubblica, il Governo conferma e ammette di fatto la totale carenza di risorse, chiarendo infatti come: «Le risorse pubbliche necessarie globalmente per dare avvio e continuità alle scelte strategiche definite nel prossimo triennio ammontano a circa 64 miliardi di euro. Le risorse potenzialmente recuperabili sono pari a circa 19 miliardi. Sarà quindi necessario coinvolgere ulteriori capitali privati»;

il 1o dicembre 2010 si è svolta una manifestazione davanti alla Camera dei deputati, organizzata dall'Ance, dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni imprenditoriali di tutta la filiera delle costruzioni, per lanciare l'allarme e richiamare l'attenzione del Parlamento e del Governo sulla crisi senza precedenti che sta subendo il sistema delle costruzioni: circa 30 miliardi di euro di investimenti in costruzioni in meno in quattro anni, oltre 250 mila posti di lavoro persi nelle costruzioni e nei settori dei materiali da costruzione, oltre 300 per cento in più di utilizzo degli ammortizzatori sociali ed altro -:

se non si ritenga necessario provvedere allo sblocco delle risorse per rilanciare il settore delle costruzioni, ripristinando le risorse attualmente ridotte per la realizzazione delle opere infrastrutturali del Mezzogiorno, al fine di avviare un processo di riequilibrio delle dotazione di infrastrutture dell'area. (3-01479)