ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01423

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 423 del 25/01/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Data firma: 25/01/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 25/01/2011
Stato iter:
26/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/01/2011
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 26/01/2011
Resoconto ROMANI PAOLO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 26/01/2011
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/01/2011

SVOLTO IL 26/01/2011

CONCLUSO IL 26/01/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01423
presentata da
ALDO DI BIAGIO
martedì 25 gennaio 2011, seduta n.423

DI BIAGIO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
malgrado i progressi definiti dal Governo italiano negli ultimi anni sul versante della politica energetica, così come evidenzia anche il rapporto del 2009 dell'Agenzia internazionale dell'energia, la normativa italiana in materia presenta ancora importanti lacune e frammentarietà, che non consentono di tratteggiarne un quadro globale coerente e fattivo;

la sfida del raggiungimento degli obiettivi comunitari riguardo al «pacchetto energia-ambiente» dell'Unione europea, per adeguarsi agli obiettivi concordati per la diffusione delle energie rinnovabili, impone che entro il 2020 l'Italia dovrà abbattere le emissioni di anidride carbonica e, quindi, il 17 per cento dell'energia che si consuma dovrà provenire da fonti rinnovabili;

a tal fine è stato predisposto un sistema promozionale delle fonti rinnovabili, attraverso meccanismi di incentivazione, che ad oggi risultano collocarsi tra i più alti d'Europa e finanziati dallo Stato attraverso oneri di sistema che gravano sulla bolletta dei cittadini, nella componente tariffaria definita A3;

su tali dinamiche, in data 28 novembre 2010, Report, programma di approfondimento giornalistico della Rai, ha evidenziato importanti criticità legate, in particolare, alla gestione e al monitoraggio dei sopra indicati sistemi di incentivazione;

il suddetto reportage giornalistico approfondiva le criticità legate al meccanismo dei certificati verdi, ovvero di titoli quotati e venduti in borsa dai produttori di energia verde, quindi energia prodotta da sistemi alternativi, che sulla base della normativa vigente sono acquistati dai produttori di energia cosiddetta sporca, in quanto strumento principale di cui il nostro Stato si è dotato per promuovere le fonti rinnovabili;

nelle premesse il nostro ordinamento avrebbe, dunque, definito un sistema apparentemente virtuoso, ma nel quale non sembrano mancare inevitabili quanto deprecabili vie di uscita, soprattutto per quanto riguarda l'importazione dell'energia elettrica dall'estero; infatti, all'obbligo in capo ai produttori di conseguire una determinata quota di energia da fonte rinnovabile, accanto ai certificati verdi è stato riconosciuto dalla normativa in vigore un sorta di escamotage più economico, che permetterebbe di acquistare energia dall'estero solo se provvista di un certificato di «garanzia d'origine»;

il cosiddetto certificato di garanzia - meno costoso di quello verde - dovrebbe attestare la configurazione di energia «verde» acquistata e portata in Italia dall'estero;

così come evidenziato dal reportage della Rai, al momento manca un adeguato sistema di controllo, con la conseguenza che spesso ciò che si acquista all'estero non è energia verde; dunque, la legge italiana permetterebbe di fare riferimento a fonti estere, per lo più non alternative, piuttosto che a quelle realmente alternative operanti in Italia;

l'Italia al momento importa il 12 twh di elettricità rinnovabile dall'estero, per cui in 10 anni il nostro Paese avrebbe pagato 500 milioni di euro ai produttori stranieri, risorse prelevate dalle bollette e, quindi, sostenute dai cittadini;

tale discrasia normativa e procedurale renderebbe vana qualsivoglia politica di incentivazione e di promozione dell'energia alternativa nel nostro Paese, continuando a valorizzare i grossi produttori che traggono vantaggio dall'importazione di energia «finta verde», mettendo sempre più in ombra, oltre che in seria difficoltà, quei piccoli produttori, che, invece, renderebbero realmente fattivo e lungimirante il sistema dei certificati verdi;

stando agli aspetti evidenti, legittimati da una normativa confusa e deficitaria, dinanzi ad un obbligo legittimo e orientato all'implementazione della produzione di energia pulita, è stato riconosciuto anche lo strumento per superarlo;

da quanto emerge dai documenti a disposizione del Parlamento, il Governo sarebbe intenzionato a rinnovare il meccanismo di incentivazione dell'importazione di elettricità da fonti rinnovabili proveniente da Paesi diversi dagli Stati membri dell'Unione europea, senza procedere, ad avviso dell'interrogante, alle rettifiche auspicate e legittimando ulteriormente le criticità sopra indicate;

pur comprendendo l'esigenza di conseguire gli obiettivi nazionali in materia di energie rinnovabili, le soluzioni percorribili in tal senso potrebbero essere rintracciate nello sviluppo della filiera della generazione e del consumo di energia rinnovabile in Italia, piuttosto che nel rinnovato riconoscimento degli incentivi all'importazione capaci di creare evidenti e conclamate distorsioni del mercato;

la conferma di un sostanziale vuoto regolatorio andrebbe a legittimare ulteriormente i grandi produttori di energia, confermandone una sorta di «monopolio» nel settore e limitando, malgrado le iniziali intenzioni, le possibilità di crescita e di sviluppo delle piccole realtà operanti nel campo dell'energia alternativa -:
quali siano le iniziative e le misure che si intendano predisporre al fine di colmare l'evidente quanto deplorevole anomalia normativa e procedurale evidenziata in premessa, allo scopo di tutelare i produttori di energia verde, rispettare i vincoli comunitari e attuare un piano energetico nazionale esplicativo del fabbisogno di energia rinnovabile sul territorio nazionale e regionale, e se si intenda condurre un'analisi fattiva del meccanismo degli incentivi nella sua completezza, al fine di assumere le opportune iniziative normative di rettifica della disciplina vigente.(3-01423)