MECACCI, MARAN, QUARTIANI, GIACHETTI, BELTRANDI, BERNARDINI, COLOMBO, FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dagli organi di informazione, in occasione del primo vertice bilaterale tra un capo di Governo di un Paese membro dell'Unione europea e il Presidente bielorusso, che si è svolto il 30 novembre 2009 a Minsk, il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi dichiarò pubblicamente, rivolgendosi a Lukashenko: «La sua gente la ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e conosciamo»;
le elezioni presidenziali del 2006, a cui il Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi faceva riferimento, furono definite dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, in grave violazione degli standard internazionali. sottoscritti dai Paesi membri dell'Osce;
in occasione del vertice del 2009, il Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi ha anche ricevuto dal Presidente della Repubblica bielorussa, Alexander Lukashenko, una serie di documenti inediti relativi alla sorte di cittadini italiani prigionieri nell'allora Unione Sovietica e scomparsi durante la seconda guerra mondiale, dichiarando con grande enfasi: «È con commozione che ricevo queste carte che sono un omaggio veramente imprevisto. Approfondiremo tutte le notizie di questi documenti e posso interpretare il sentimento delle famiglie italiane nel rivolgerle un ringraziamento cordialissimo»;
dopo oltre un anno dalla consegna di questi fascicoli provenienti dagli archivi dei servizi segreti russi e bielorussi, non vi sono state ulteriori comunicazioni o informazioni da parte del Governo, né relative ai contenuti della documentazione, né riguardo all'avvio di alcun lavoro istruttorio in Bielorussia - che è essenziale per garantire l'efficacia e l'effettività di tale ricerca - per la verifica dell'esistenza e della locazione di cimiteri dove siano stati sepolti cittadini italiani menzionati in tali documenti;
inoltre, in occasione delle ultime elezioni presidenziali del 19 dicembre 2010, l'Osce, insieme all'Unione europea e agli Stati Uniti, ha nuovamente denunciato la non democraticità delle procedure elettorali, che hanno portato alla rielezione del Presidente Lukashenko, con oltre l'80 per cento dei voti;
inoltre, tali organizzazioni, insieme a molte altre, hanno denunciato con forza l'arresto ingiustificato di centinaia di attivisti che manifestavano la sera del 19 dicembre 2010 per denunciare tali irregolarità;
a seguito delle critiche mosse dagli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa circa le irregolarità del voto durante le ultime elezioni presidenziali, il Presidente bielorusso ha disposto il 20 dicembre 2010 l'immediata chiusura dell'ufficio dell'Osce a Minsk;
tra gli arrestati vi sono anche 6 candidati alla presidenza, che, insieme ad altre decine di attivisti, sono stati maltrattati dalle forze di polizia durante la detenzione - come denunciato da numerose organizzazioni non governative indipendenti - e sono attualmente sotto processo, rischiando lunghe condanne detentive, mentre giungono notizie preoccupanti anche sulla sorte di minori con legami di parentela con alcuni degli oppositori arrestati;
secondo notizie a mezzo stampa, all'indomani dei gravi fatti avvenuti il 19 dicembre 2010, alcuni Paesi dell'Unione europea avrebbero dichiarato Lukashenko quale «persona non grata», mentre nelle discussioni in corso all'interno dell'Unione europea sulla necessità di ripristinare sanzioni nei confronti degli esponenti del Governo bielorusso (dalla sospensione dei visti verso l'Unione europea, al congelamento dei loro beni all'estero) la posizione del Governo italiano - in linea con le dichiarazioni a sostegno di Lukashenko del Presidente del Consiglio dei ministri del novembre 2009 - sarebbe contraria a una dura condanna politica di quanto avvenuto nel corso delle elezioni presidenziali del 2010 -:
se, alla luce dei gravi fatti riportati, il Governo non ritenga necessario, sia a livello europeo che a livello bilaterale, l'assunzione di una dura presa di posizione politica nei confronti dei comportamenti del Governo bielorusso contro le opposizioni democratiche di quel Paese, anche sostenendo a livello europeo l'introduzione di sanzioni personali, come la sospensione dei visti verso l'Unione europea, nei confronti degli esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso che si sono resi responsabili delle gravissime violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani in occasione delle ultime elezioni presidenziali. (3-01391)