MILO, BELCASTRO, GAGLIONE, IANNACCONE e SARDELLI. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
un nucleo del Comando carabinieri politiche agricole ed alimentari - sezione di Salerno - nelle scorse settimane ha, di fatto, bloccato, per quanto risulta agli interroganti con procedure anomale e senza alcuna apparente ragione, tutto il latte congelato di bufala esistente presso due grandi strutture del casertano, arrestando così l'intera attività (già languente) di quella provincia versata nella produzione di mozzarella di latte di bufala (non dop), che, in particolare in questo periodo, è quasi in via esclusiva, stante la tipica carenza stagionale di latte fresco;
per eseguire tale «blocco» i carabinieri hanno fatto riferimento al regolamento (CE) 178/2002, che consente, solo dopo un'analisi su un possibile rischio sanitario, condotta su dati scientifici, da eseguirsi addirittura anche con l'ausilio della comunità accademica, di procedere all'eventuale blocco di prodotti alimentari;
in questo caso i carabinieri, che sembrerebbero avere omesso totalmente tale analisi, hanno proceduto al blocco unicamente mettendo a raffronto il peso del prodotto rilevato all'uscita della cella di congelamento (quindi comprensivo degli imballi e dell'umidità di cui gli imballaggi medesimi erano imbevuti) con il peso del prodotto asciutto, che era, come previsto dalla normativa vigente, dichiarato solo indicativamente al congelatore, al fine di determinarne il corrispettivo;
il prodotto, infatti, non era posto in vendita e, conseguentemente, nemmeno sussisteva un obbligo di legge di dichiarare, in quel frangente, il peso esatto;
il «blocco» è stato disposto in quanto il peso del prodotto, rilevato allo stato umido, con particolare riferimento all'imballaggio, si discostava dal peso meramente indicativo dichiarato al congelatore, anche solo di una percentuale minima (comunque al di sotto di un 4 per cento, in qualche caso di uno 0,3 per cento); i circa duecento trasformatori del casertano sono rimasti così privi della materia prima e gli operatori di altre province (Frosinone, Latina, Salerno, Foggia) hanno raddoppiato e anche triplicato il prezzo del latte, creando una situazione di grave difficoltà economica nel settore;
è da evidenziare che il regolamento (CE) 178/2002, richiamata dai carabinieri, volge dichiaratamente anche alla tutela della libera circolazione delle merci e prevede il blocco solo come misura residuale da adottare in casi di evidente pericolosità, cioè in presenza di un conclamato allarme sanitario, dopo una valutazione delle alternative e, comunque, previa espressa specificazione delle ragioni sanitarie, concernenti quindi solo la qualità del prodotto, non certo la quantità; in occasione del blocco non è stata richiesta nessuna documentazione in ordine alla provenienza della merce, al fine di ricavarne la «tracciabilità» e, conseguentemente, non è stata effettuata nessuna indagine documentale comunque correlata alla qualità della merce;
il blocco, in definitiva, è apparso del tutto irragionevole, adottato al di fuori di ogni parametro e procedura prevista dal regolamento (CE) 178/2002;
sorge il dubbio che tale operazione avesse una finalità non dichiarata e in tal caso non si comprende perché si sia fatto, impropriamente, riferimento al regolamento (CE) 178/2002;
se tale dubbio corrispondesse al vero sarebbe stata adottata una procedura del tutto anomala e in contrasto con le garanzie e i diritti di ogni cittadino -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e se sia in grado di spiegare la finalità di un'operazione, in cui, nella sostanza, si è fatto riferimento in maniera del tutto impropria al regolamento (CE) 178/2002 e si è inferto un grave colpo all'intera economia della provincia, che risultava già traballante a causa della grave crisi economica che attanaglia il Paese e, in particolare, il Mezzogiorno.(3-01162)