ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01052

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 317 del 05/05/2010
Firmatari
Primo firmatario: MONAI CARLO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 04/05/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 04/05/2010
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 04/05/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 04/05/2010
Stato iter:
06/05/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/05/2010
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 06/05/2010
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 06/05/2010
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/05/2010

SVOLTO IL 06/05/2010

CONCLUSO IL 06/05/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01052
presentata da
CARLO MONAI
mercoledì 5 maggio 2010, seduta n.317

MONAI, BORGHESI e CAMBURSANO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

nel nostro Paese un aspetto particolarmente grave e preoccupante riguarda l'assenza di risorse per l'infrastrutturazione in banda larga e la lotta al digital divide, dimostrato dal sostanziale congelamento degli 800 milioni di euro previsti dal decreto legge n. 78 del 2009 per il finanziamento delle nuove reti tecnologiche. La legge finanziaria per il 2010, peraltro, non ha previsto nulla sul finanziamento della banda larga, quando, per la modernizzazione del nostro Paese, sarebbe invece fondamentale garantire una dotazione adeguata di infrastrutture di comunicazione avanzata su tutto il territorio nazionale. Realizzare la banda larga significa, infatti, sviluppare infrastrutture e tecnologie abilitanti con un chiaro effetto, diretto e indiretto, sulla crescita economica complessiva. Un recente studio della Commissione europea ha, infatti, dimostrato che il contributo alla crescita del prodotto interno lordo nei Paesi con una maggiore diffusione della banda larga (crescita media dello 0,89 per cento) è stato il doppio rispetto ai Paesi con una minore diffusione (0,47 per cento);

il gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori ha più volte sottoposto all'attenzione del Parlamento sia l'importanza di sostenere e attuare le applicazioni e i servizi di interesse pubblico per i quali sia necessario l'utilizzo della banda larga, sia la necessità di facilitare l'uso sociale delle nuove tecnologie, prevedendo interventi volti a superare la disomogenea distribuzione sul territorio delle possibilità di accesso alle infrastrutture a banda larga, con particolare riguardo alle aree caratterizzate da una bassa densità abitativa o da vincoli morfologici del territorio, ovvero dall'assenza di condizioni economiche favorevoli;

il nostro Paese, infatti, presenta purtroppo scarsi valori di alfabetizzazione informatica rispetto agli altri grandi Paesi europei (il 50 per cento degli italiani non ha mai utilizzato internet contro il 26 per cento dei francesi, il 20 per cento dei tedeschi e il 18 per cento dei britannici). A livello geografico, l'adozione della connessione a banda larga fa registrare ancora notevoli differenze sia fra regione e regione, sia fra Nord, Centro e Sud, e circa il 12 per cento della popolazione risulta in condizioni di digital divide (ovvero dispone di una velocità di connessione inferiore a 1 mb/s). A causa dell'esponenziale crescita del traffico internet, le analisi di lungo periodo mostrano la crescente necessità di iniziare a pianificare una nuova rete telematica in grado di supportare volumi di traffico molto più sostenuti;

in tutti i Paesi sviluppati ed emergenti gli investimenti in nuove tecnologie sono ritenuti decisivi come parte delle misure anticicliche per uscire rapidamente e positivamente dalla crisi. In particolare, il piano francese France numerique 2012, quello inglese Digital Britain e quello americano American recovery and reinvestment act destinano somme ingenti allo sviluppo della banda larga nei rispettivi Paesi;

il problema vero nel nostro Paese rimane quello dell'esiguità delle risorse;

la «dote» che il decreto-legge n. 40 del 2010 - il cosiddetto decreto incentivi - mette in campo per lo sviluppo della banda larga è di appena 20 milioni di euro, con un bonus singolo di 50 euro che consentirà di incentivare, secondo le stime dell'Anie, al massimo 400 mila connessioni, ma solo per soggetti che hanno meno di 30 anni di età;

recentissimamente, e segnatamente in data 3 maggio 2010, nell'inserto Affari e Finanza di la Repubblica è apparso un articolo a firma Stefano Carli, dal titolo «Con l'Italia a banda larga risparmi per 30 miliardi», dove si legge: «La banda larga italiana ancora non decolla. Il Governo è fermo: si discute di Ngn, di architetture societarie e di partecipazioni pubbliche come delle maggioranze politiche ai tempi della Prima Repubblica: ossia con formule e giochi di parole, ma fatti zero. E allora gli industriali hanno deciso di fare il loro lavoro e di tornare a ragionare in termini e soldi. E il risultato è in una cifra impressionante e comunque scritta nero su bianco: 30 miliardi l'anno. È il risparmio che si può ipotizzare cumulando tutti i piccoli e grandi vantaggi in termini di minore spesa e di maggiore efficienza di tutto il Sistema Italia, dall'amministrazione centrale all'ultima comunità di montagna. Il documento è firmato Confindustria Servizi Innovativi (...)» -:

quali iniziative intenda assumere il Governo al fine di dare definitivamente seguito all'impegno di stanziare gli 800 milioni di euro previsti dal decreto-legge n. 78 del 2009 per il finanziamento delle nuove reti tecnologiche a banda larga. (3-01052)
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