BOSI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
in data 10 febbraio 1986 veniva assassinato dalle Brigate Rosse in Firenze Lando Conti già sindaco della città;
dopo circa due giorni l'assassinio di Lando Conti venne rivendicato, pubblicamente, da Barbara Balzerani durante un processo in corso a Napoli, ove risultava come imputata;
il procuratore aggiunto della Repubblica Francesco Fleury nell'anno 2006 ebbe a dichiarare che «per l'assassinio di Lando Conti mancano all'appello 5-6 forse 7 terroristi due dei quali sono gli esecutori materiali dell'assassinio»;
lo stesso procuratore aggiunto Francesco Fleury, nel corso dell'anno 2009, dichiarò «La Procura di Firenze ha deciso di archiviare il caso di Lando Conti»;
sulla lapide che ricorda il fatto di sangue è scritto «La sera del 10 febbraio 1986 mano terrorista qui barbaramente ha spento la vita di Lando Conti» omettendo qualsiasi riferimento alla matrice politica dell'assassinio;
colpisce negativamente l'opinione pubblica il fatto che dopo anni di indagini e svariati proclami annuncianti l'ormai prossima soluzione del caso si sia, improvvisamente, scelta la via della archiviazione;
ancor più negativamente l'opinione pubblica viene colpita dal fatto che mentre viene archiviato l'omicidio Conti si riaprono invece, a distanza di decenni, casi di cronaca nera come quello di Simonetta Cesaroni o di Emanuela Orlandi -:
se non intenda adottare, con riferimento alla vicenda descritta in premessa, ogni iniziativa di sua competenza, anche di carattere ispettivo, ed altresì iniziative volte a rettificare la lapide che ricorda, in Firenze, il fatto di sangue esplicitando come le Brigate Rosse siano state l'esecutore materiale dell'omicidio. (3-00983)