MELIS, TOUADI e FARINA COSCIONI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
per tutto il triennio 2007, 2008 e 2009 il Governo italiano, relativamente all'accesso al mercato del lavoro dei cittadini comunitari bulgari e romeni, si è avvalso della facoltà di adottare un regime transitorio;
in tale regime era previsto che l'accesso di tali lavoratori fosse libero solo per alcuni settori (agricoltura e turismo alberghiero, lavoro domestico ed assistenza alla persona, edilizia, metalmeccanica, dirigenziale ed alimentare qualificato, lavoro stagionale) mentre per i restanti settori produttivi l'assunzione dei lavoratori delle due nazionalità citate doveva obbligatoriamente avvenire attraverso la richiesta di nulla osta allo sportello unico per l'immigrazione;
una precedente comunicazione della direzione dei servizi demografici del Ministero dell'interno, indirizzata agli uffici anagrafe dei comuni, aveva annunciato però che dal 1
o gennaio 2008 sarebbe scaduta la vigenza del regime transitorio e si sarebbe dunque adottata la piena accessibilità a tutti i settori;
al contrario, la circolare n. 7881 del 3 dicembre 2009 del Ministero dell'interno proroga il regime vincolistico anche per l'anno 2010 e ciò nonostante le assicurazioni circa il suo superamento fornite dal Governo italiano alla Comunità europea;
tale provvedimento, di carattere amministrativo, costituisce un ostacolo a che i cittadini romeni e bulgari possano liberamente spostarsi ed avviare rapporti di lavoro sul territorio nazionale italiano;
d'altra parte è interesse dell'Italia regolarizzare con il massimo delle facilitazioni l'integrazione dei cittadini comunitari, anche in ragione della più volte annunciata opposizione del Governo italiano al lavoro in nero degli immigrati;
inoltre un cittadino romeno o bulgaro che lavora in regola paga le tasse ed i contributi allo Stato italiano e quindi concorre alla pari con gli italiani al budget dello Stato;
d'altra parte l'autorizzazione richiesta non è sottoposta ad alcun vincolo quantitativo (tetti o quote) né alla verifica di particolari requisiti, si risolve in un procedimento quasi automatico e dunque in definitiva si traduce solamente in un inutile aggravio burocratico, accrescendo il lavoro degli uffici, con costi e ritardi a tutti evidenti, e ritardando l'inserimento dei cittadini comunitari delle due nazionalità citate nel complesso del mondo del lavoro italiano;
né si può infine trascurare che col 2013 tali restrizioni saranno comunque vietate dalle norme europee -:
se non ritenga il Ministro di dover ritirare la circolare suddetta, realizzando, così come avviene da tempo in altri Paesi europei (per esempio la Spagna, la cui situazione può essere assimilata all'Italia per la presenza in quel Paese di una consistente comunità romena), il pieno accesso senza limitazioni né ostacoli dei cittadini comunitari, romeni e bulgari all'intero mercato del lavoro.
(3-00836)