PALAGIANO e MURA. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
l'epidemia da virus H1N1, secondo quanto dichiarato dal Ministro Fazio, presenta un tasso di mortalità dello 0,03 per mille, mentre quello dell'influenza stagionale si attesta intorno all'1 per mille;
esiste un'evidente contraddizione tra il basso tasso di mortalità dell'attuale pandemia e l'esigenza di vaccinare gran parte della popolazione acquistando, inizialmente, 24 milioni di dosi di vaccino dalla Novartis al costo di circa 184 milioni di euro;
la spesa sanitaria totale relativa ai vaccini è tutt'oggi non sufficientemente chiara;
è stata attuata in questi mesi una campagna mediatica di resistenza alla vaccinazione collettiva, che interessa per la prima volta anche la classe medica per una presunta tossicità derivante da composti mercuriali presenti nel vaccino;
negli Stati Uniti non sono state liberalizzate e commercializzate dosi di vaccino contenenti adiuvanti ed è stato appena dato il via libera ad un siero privo di tali sostanze;
la vaccinazione di massa, comporta, inevitabilmente, notevoli interessi economici internazionali da parte delle multinazionali del farmaco produttrici di vaccini e farmaci antivirali;
esiste un alto livello di attenzione sul fenomeno e sul rischio di contagio dal quale qualcuno può trarre vantaggio;
esistono dei precedenti negli Stati Uniti in cui cariche istituzionali, ricoprenti ruoli di responsabilità, o comunque vicine ad aziende biofarmaceutiche, hanno contribuito al loro balzo in borsa, attraverso vaccinazioni di massa contro presunte infezioni, che hanno cagionato il decesso di poche centinaia di individui;
al di là della portata dell'epidemia, le case farmaceutiche hanno la necessità di fare circolare le confezioni già prodotte;
prima di procedere alla vaccinazione è insolitamente necessario firmare un atto di consenso, per tutti i rischi connessi agli effetti della somministrazione del vaccino;
proprio per la necessità di tale consenso informato, il vaccino non è acquistabile in farmacia e quindi non è accessibile a chiunque senta l'esigenza di utilizzarlo;
è inoltre possibile un concreto rischio di mutazione virale, con il conseguente aumento della virulenza, che renderebbe vana, nonché superflua, la vaccinazione - considerando che gli anticorpi iniziano a formarsi negli individui che si vaccinano non prima di 30/40 giorni dopo la somministrazione;
nel 1976 la vaccinazione di massa contro la cosiddetta influenza suina, si è rivelata inutile;
i vaccini attualmente somministrati stanno portando ad un'attenuazione della sintomatologia ed alla riduzione del contagio, in un'epoca presumibilmente successiva all'acme dell'epidemia;
esistono precedenti di diffuso panico planetario, come è accaduto nei confronti dell'antrace, dell'aviaria e della Sars, in cui a fronte di tanto clamore mediatico e di una elevata spesa sanitaria, i rischi di mortalità si sono rivelati inesistenti o comunque trascurabili;
la situazione attuale vede meno di un milione di italiani vaccinati. Il nostro Paese ha ordinato 48 milioni di dosi, con l'obiettivo di vaccinare il 40 per cento della popolazione, a partire dalle categorie a rischio e quelle di pubblica utilità, ma ad oggi sono state somministrate circa 840 mila dosi. Rispetto alla possibilità di rivendere parte dello stock ordinato, nessuna decisione è stata ancora assunta;
i dati aggiornati indicano che il personale a rischio e lo stesso personale sanitario si sono vaccinati pochissimo (15 per cento), e la pandemia sta facendo il «suo corso» con una mortalità inferiore alle influenze stagionali; 193 sono le vittime correlate alla nuova influenza A al 27 dicembre 2009, ossia lo 0,0048 per cento in rapporto al totale dei malati di nuova influenza;
seppure l'influenza A è ancora presente, e potrebbe essercene un picco tra fine gennaio inizio febbraio 2010, sembra ormai evidente che ci si attesterà ad un dato di vaccinati ben lontano dallo sperato;
la Francia ha cominciato a rivendere all'estero una parte del proprio stock di vaccini, ordinati in eccedenza, contro il virus A/H1N1 dell'influenza A, e il risultato finale è stato analogo in molti Paesi europei: meno del previsto i cittadini che si sono vaccinati e scorte di vaccino sono rimaste inutilizzate nei magazzini. Così, vari Governi hanno deciso di rivendere le dosi in eccesso ad altri Paesi -:
quali garanzie intenda fornire sulla reale efficacia e soprattutto innocuità del vaccino o meglio dei vaccini proposti - i cui effetti collaterali non sembrano, al momento, essere prevedibili - quali siano gli effettivi costi della vaccinazione di massa e dell'impiego dei farmaci antivirali, la cui spesa sembra sproporzionata rispetto ai dati tranquillizzanti trasmessi dallo stesso ministero e cosa intenda fare con le dosi di vaccino in eccesso, considerata la bassa percentuale della popolazione che vi ha fatto ricorso sino ad oggi.
(3-00830)