ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00653

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 214 del 15/09/2009
Firmatari
Primo firmatario: DONADI MASSIMO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 15/09/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI 15/09/2009
PALAGIANO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 15/09/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 15/09/2009
Stato iter:
16/09/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/09/2009
Resoconto MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 16/09/2009
Resoconto SACCONI MAURIZIO MINISTRO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 16/09/2009
Resoconto MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 16/09/2009

SVOLTO IL 16/09/2009

CONCLUSO IL 16/09/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00653
presentata da
MASSIMO DONADI
martedì 15 settembre 2009, seduta n.214

DONADI, MURA e PALAGIANO. -
Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
l'insufficienza nell'offerta dei servizi socio-educativi per l'infanzia influisce negativamente e scoraggia la partecipazione femminile al mercato del lavoro, inducendo le donne a rinunciare alla ricerca di un'occupazione. Vanno ricordate, infatti, le maggiori difficoltà che ancora oggi una donna incontra nel mondo del lavoro. Nonostante la creazione tra il 2004 e il 2006 di un milione di posti di lavoro per le donne, il tasso di occupazione femminile, che era pari al 50,8 per cento nel 2006 (nel 2000 era al 48,4 per cento) pone l'Italia all'ultimo posto nella graduatoria europea del livello di attività;

in questo ambito è, quindi, improcrastinabile individuare efficaci politiche attive del lavoro, che puntino a favorire la buona e stabile occupazione femminile nel nostro Paese. Per far ciò, dette politiche non possono non intrecciarsi inevitabilmente con le esigenze di cura della famiglia e, quindi, anche con un aumento dell'offerta qualitativa e quantitativa della scuola, del tempo pieno, dei servizi socio-educativi per l'infanzia;

lo stesso libro bianco sul futuro del modello sociale, presentato a maggio 2009 dal Ministro interrogato, riconosce come «le donne vorrebbero più figli di quelli che in realtà fanno. Si pone un problema inedito di libertà femminile che riguarda la possibilità di procreare, di avere bambini senza essere pesantemente penalizzate»;

quanto sopra esposto è, a maggior ragione, indispensabile anche alla luce di quanto previsto dal decreto-legge n. 78 del 2009, all'articolo 22-ter, con il quale il Governo ha disposto l'incremento graduale dell'età pensionabile delle donne dipendenti delle pubbliche amministrazioni, prevedendo, al contempo, che le conseguenti economie vadano (tutte o in parte) a favore di interventi dedicati a politiche sociali e familiari, anche se non si stabilisce con la necessaria chiarezza che tutti questi risparmi debbano essere destinati a politiche a favore delle donne lavoratrici;

tale norma pare contrastare con quanto giustamente sottolineato dal suddetto libro bianco sul futuro del modello sociale, che, a proposito di politiche di pari opportunità, afferma: «non si devono ignorare le differenze di genere: la discriminazione si verifica, infatti, non solo quando soggetti uguali vengono trattati in modo diverso, ma anche quando soggetti diversi vengono trattati in modo uguale»;

si assisterebbe in pratica ad un'ulteriore penalizzazione per le donne se questa norma non fosse accompagnata fin da subito da interventi e azioni positive, con l'obiettivo di salvaguardare il diritto delle donne alle pari opportunità sul lavoro, realizzando contestualmente misure a sostegno della conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia;

la ripresa del lavoro dopo la pausa estiva ha drammaticamente riproposto per moltissime famiglie l'annosa impossibilità di poter beneficiare degli asili nido e dei servizi socio-educativi per i propri figli, evidenziando ancora una volta la forte carenza delle strutture per l'infanzia presenti nel nostro Paese, dove le statistiche sottolineano che, nella fascia fino a tre anni, i posti disponibili sono soltanto l'11 per cento dei bambini di questa età: un dato questo da confrontare con quello europeo, che vede al contrario una rete di asili che coprono fino a circa il 90 per cento della domanda;

a ciò si aggiunge un inaccettabile divario tra Nord e Sud, una disparità regionale rispetto all'assistenza offerta che deve essere urgentemente colmata. Se a Milano il rapporto tra le domande presentate e le domande accolte relativamente agli asili nido è di oltre il 97 per cento, a Palermo è del 21,5 per cento;

è, quindi, indispensabile incrementare a tal fine le risorse del piano straordinario per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi, istituito dalla legge finanziaria per il 2007;

i principali fondi di sostegno diretto o indiretto e finalizzati alle politiche per la famiglia e al welfare sono stati ridotti dalla legge finanziaria per il 2009 rispetto a quella dello scorso Governo: il fondo per le politiche della famiglia, al quale l'ultima finanziaria del Governo Prodi assegnava 276.462.000 euro per il 2009, ha visto ridurre lo stanziamento a 186.564.000 euro; il fondo per le politiche giovanili, che aveva uno stanziamento per il 2009 di circa 138 milioni di euro, è stato portato a 79.756.000 euro; il fondo per le politiche sociali, al quale la finanziaria dello scorso Governo assegnava per il 2009 poco meno di 1 miliardo e 600 milioni, è stato ridotto a poco più di 1 miliardo e 311 milioni dalla legge finanziaria per il 2009 -:

se il Governo non intenda assumere iniziative al fine di destinare tutti i risparmi conseguenti alle disposizioni introdotte dal suddetto articolo 22-ter, comma 1, del decreto-legge n. 78 del 2009 a favore di misure di sostegno alle donne lavoratrici, promuovendo, anche mediante intese con altre amministrazioni competenti, ogni iniziativa utile alla conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia, anche mediante la previsione di benefici fiscali per le imprese che istituiscono asili nido aziendali. (3-00653)
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2009 0078

EUROVOC :

creazione di posti di lavoro

diritti della donna

domanda di impiego

durata del lavoro

lavoro femminile

parita' di trattamento

politica familiare

politica sociale

squilibrio regionale

studio del lavoro

sviluppo industriale