PALAGIANO, DI PIETRO, DONADI e ANIELLO FORMISANO. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
il turismo rappresenta una fonte inestimabile di lavoro e ricchezza e, soprattutto, un motivo d'orgoglio per l'Italia e, in particolare, per le località che si affacciano sul Golfo di Napoli, come la costiera sorrentina, Capri, Ischia e la stessa città di Napoli;
nel corso del 2009, dopo il crollo del turismo, imputabile solo in parte alla crisi economica mondiale, ma anche all'emergenza rifiuti ed alla criminalità dilagante, un'altra minaccia incombe sul flusso turistico della Campania e sulla salute dei suoi cittadini, specie di quelli più deboli, i bambini, che nella stagione estiva affollano i lidi balneari del litorale partenopeo: l'inquinamento del mare;
da giorni, ormai, nell'inerzia delle amministrazioni locali, decine di migliaia di metri cubi di liquami putridi, infetti e tossici vengono versati nel Golfo di Napoli, le cui acque sono diventate di colore marrone e la cui superficie è ricoperta da una patina giallastra e da materiale schiumoso;
scarichi fognari abusivi hanno determinato concentrazioni elevatissime di colibatteri, che, secondo i dati dell'Arpac risalenti al 2 luglio 2009, ammonterebbero a 200.000 ogni 100 millilitri, quando il limite di tolleranza è di 2.000. I dati di Legambiente parlano di circa 29 chilometri di costa inquinati sui 45 del litorale casertano. A determinare tale situazione sarebbe la presenza di scarichi fognari abusivi, la mancata ultimazione di alcuni depuratori, gli scioperi del personale addetto alla depurazione delle acque nere, la foce del fiume più inquinato d'Europa, il Sarno, e gli scarichi fognari di Punta Scutolo;
è evidente che questi valori costituiscono un attentato alla salute dei cittadini e pongono seri interrogativi sulla qualità e sulla commestibilità del pescato campano, oltre a ledere gravemente l'immagine del nostro Paese all'estero, con drammatiche conseguenze sul turismo, e, quindi, economiche ed occupazionali;
ad avviso degli interroganti, gli enti finanziati con i soldi dei contribuenti per effettuare il controllo della qualità delle acque risultano troppo spesso inclini a giudizi poco obiettivi nei confronti delle amministrazioni e i sindaci troppo spesso non pongono il necessario divieto di balneazione per evitare ricadute impopolari e negative sulla loro immagine. Ciò costituisce un'emergenza da affrontare, ad avviso degli interroganti, attraverso nuove unità di controllo super partes ed esterne al territorio -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione sopra descritta e come intenda intervenire di fronte a questa nuova e gravissima emergenza, che sembra prefigurare un nuovo ed annunciato disastro ambientale, anche in considerazione dell'inadeguatezza degli interventi posti in essere sul territorio. (3-00611)