ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00565

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 191 del 23/06/2009
Firmatari
Primo firmatario: ROTA IVAN
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 23/06/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 23/06/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 23/06/2009
Stato iter:
24/06/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/06/2009
Resoconto ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 24/06/2009
Resoconto MARONI ROBERTO MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 24/06/2009
Resoconto ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/06/2009

SVOLTO IL 24/06/2009

CONCLUSO IL 24/06/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00565
presentata da
IVAN ROTA
martedì 23 giugno 2009, seduta n.191

ROTA e EVANGELISTI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani vieta, senza eccezione alcuna, la tortura e ogni trattamento inumano o degradante: tale divieto comporta l'obbligo degli Stati aderenti, tra cui anche l'Italia, di non espellere o respingere le persone verso Stati dove rischiano di essere sottoposte a pratiche lesive dell'integrità psico-fisica;

il 7 maggio 2009 e nei giorni successivi il nostro Paese ha respinto verso la Libia centinaia di migranti intercettati al largo delle coste italiane su dei barconi di fortuna;

molti di questi migranti provenivano da aree particolarmente critiche, nelle quali sono in atto da anni guerre e persecuzioni. Tra queste, la Somalia, uno dei cinque Paesi meno sviluppati del mondo, nella cui capitale proprio in questi giorni si stanno intensificando i combattimenti tra estremisti islamici di al-Shabab e le forze del Gun, la coalizione di unità nazionale. A quanto si apprende solo nella regione di Mogadiscio si registrano dal 7 maggio 2009 a oggi più di 100 morti e 46.000 profughi;

altri Paesi di provenienza dei migranti che attraversano lo Stretto di Sicilia sono l'Eritrea, dove ragazzi e ragazze sono costretti a una leva forzata e illimitata, dalla quale raramente tornano alle loro famiglie, e altre aree endemiche di crisi, come l'Afghanistan e la Costa d'Avorio. Si tratta di Paesi dove, secondo dati diffusi dall'Onu, la violazione dei diritti umani rimane endemica e dai quali continuano a fuoriuscire migliaia di profughi;

agli uomini ed alle donne in fuga da zone di guerra il diritto internazionale garantisce la possibilità di richiedere asilo politico. Le statistiche dell'Onu indicano che circa il 70 per cento dei migranti che attraversa lo Stretto di Sicilia richiede asilo e almeno metà di loro lo ottengono;

inevitabilmente sui respingimenti attuati nelle scorse settimane la procura della Repubblica di Roma ha aperto un «fascicolo atti relativi» per stabilire se nella vicenda siano ipotizzabili reati;

numerose sono state le reazioni, anche in sede internazionale, avverso il comportamento del nostro Governo, che, di fatto, espone l'Italia alla possibilità di condanna da parte della Corte europea;

è da tenere presente che i respingimenti sono stati effettuati verso la Libia, un Paese in cui non è stata ancora ratificata la Convenzione di Ginevra del 1951 e rispetto al quale l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha dichiarato che attualmente non è in grado di operare e che, nel migliore dei casi, ci vorrà ancora molto tempo per poterlo fare;

dalle poche notizie a disposizione pare che la situazione dei migranti in Libia sia particolarmente critica nei centri di raccolta, dove, a parte la totale mancanza delle fondamentali norme igieniche, sarebbero all'ordine del giorno sevizie di ogni genere, in particolare nei confronti delle donne;

inoltre, i respingimenti sono stati operati, secondo gli interroganti, anche in violazione del protocollo IV aggiuntivo alla Convenzione europea sui diritti umani, che impedisce l'espulsione e il respingimento collettivo di stranieri, senza provvedimenti individuali;

il problema della presenza sul nostro territorio di stranieri clandestini non è direttamente legato, come si vorrebbe far credere, all'arrivo sulle nostre coste di barconi pieni di disperati, trattandosi di un fenomeno quantitativamente minoritario, che incide marginalmente sulla popolazione clandestina, il cui arrivo in Italia è legato a percorsi differenti. Identificare la lotta alla clandestinità, pertanto, con la pratica e la necessità dei respingimenti è sbagliato, perché, oltre a violare i diritti umani, non risolve il problema, rivelando la sua natura strumentale e demagogica;

appare necessario chiarire l'origine dei flussi di clandestinità nel nostro Paese, evidenziando il legame strettissimo tra clandestinità e lavoro nero -:
se non ritenga necessario promuovere una politica comune a livello europeo di contrasto alla clandestinità e stipulare trattati bilaterali che permettano di operare respingimenti nel pieno rispetto della dignità umana e dei trattati internazionali, rinunciando ad azioni condotte in maniera sporadica e disorganica, in evidente contrasto secondo gli interroganti con il diritto internazionale e con finalità esclusivamente propagandistiche e demagogiche. (3-00565)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

accordo internazionale

Convenzione europea dei diritti dell'uomo

diritti umani

diritto internazionale

guerra

migrante

paese meno sviluppato

profugo

trattamento crudele e degradante

UNHCR