FARINONE. -
Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
nonostante la recente legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, e nonostante le più incisive norme e la maggiore attenzione riservata alla prevenzione, i dati del secondo semestre 2008 e dei primi mesi del 2009 relativi alle vittime sul lavoro sono poco confortanti, in quanto essi rappresentano ancora un dramma evidente, sociale e familiare;
in Italia, dal 1
o gennaio 2008 al 31 gennaio dello stesso anno i morti sul lavoro sono pari a 639: di questi il 15 per cento è rappresentato da stranieri; e se si considerano quelli deceduti nel comparto agricolo si arriva al 22 per cento, mentre nel 2007 i decessi totali sono stati 986, calcolando solo quelli avvenuti entro 24 ore dall'infortunio;
in Brianza in nove mesi e mezzo, quindi da aprile del 2008, il bilancio delle morti bianche è pari a sette vittime: Raimondo Casati, Moussa Campare, Davide Martis, Patrizio Gugliemana, Paolo Garavaglia, Otokiti Ikwealtoy e Wade Savonhibou, tutti con un'età compresa tra i 22 e i 47 anni;
la morte di Otokiti Ikwealtoy, in particolare, ha fatto emergere una realtà inquietante: il nigeriano, infatti, aveva fornito false generalità e si era fatto assumere sotto altrui nome, appartenente a O.A., un connazionale, rimasto in Nigeria;
diversi sarebbero gli stranieri che si muniscono di identità, relativa ad un'altra persona, residente nello stesso Stato di provenienza, o deceduto, e sotto false generalità, apparentemente «regolari» e non riscontrabili dalle nostre istituzioni, ottenendo il permesso di soggiorno e, nel migliore dei casi, anche un posto di lavoro, fino a quando non si verifica il decesso o un grave incidente;
non si esclude, a tal proposito, il fenomeno del racket sui permessi di soggiorno relativo all'immissione nel comparto lavorativo;
in Brianza sono 11.000 i lavoratori stranieri registrati l'anno scorso nel mercato dell'occupazione locale, di cui un sesto cittadini romeni e bulgari;
il 60 per cento dei cittadini non appartenenti a Stati dell'Unione europea, residenti nel territorio brianzolo, ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato; il 40 per cento è a tempo determinato, in controtendenza rispetto ai lavoratori locali che per il 40 per cento hanno posti fissi e per il 60 per cento risultano impiegato a tempo;
gli stranieri impiegati nei settori più disparati del mercato locale, dalla meccanica al tessile, risultano per il 34 per cento laureato, per il 40 per cento diplomati, e solo per il 26 per cento non hanno raggiunto un'istruzione superiore -:
quale strategia, visto il reiterarsi su tutto il territorio nazionale e in particolare in Brianza degli infortuni e dei decessi sui posti di lavoro, i Ministri interrogati intendano porre in essere al fine di garantire la rigorosa applicazione della legge vigente, ma soprattutto di eliminare il fenomeno delle morti bianche;
se gli stessi Ministri non ritengano doveroso attuare una politica del lavoro, con particolare attenzione ai cittadini provenienti da Stati non membri dell'Unione europea, orientata ad estendere la cultura della sicurezza, e soprattutto in grado di garantire la trasparenza del mercato occupazionale.(3-00398)