MURA. -
Al Ministro per i rapporti con il Parlamento.
- Per sapere - premesso che:
dopo un lungo ed estenuante iter burocratico, che a tratti ha assunto, purtroppo, anche tinte grottesche, il «caso» di Eluana Englaro è giunto al suo epilogo;
il rispetto per il dolore avrebbe dovuto consigliare la pacatezza e la moderazione, indurci anche al silenzio, si è invece dato vita ad un dibattito mediatico ed inevitabilmente ideologico;
il riconoscimento della capacità di compiere scelte responsabili è presupposto fondamentale che sostiene il «patto sociale» tra il cittadino e lo Stato: in questo patto, inteso come cessione di sovranità di ogni singolo contraente verso la collettività, matura l'origine dello Stato moderno;
in una democrazia liberale il riconoscimento della capacità del cittadino di compiere scelte responsabili diviene diritto: lo Stato è chiamato a regolare in maniera meno invasiva possibile l'esercizio dei diritti civili, di quei diritti, cioè, connaturati alla sfera più intima e personale dei cittadini;
sull'affermazione e la regolamentazione dei diritti civili nel nostro Paese si avverte un silenzio imbarazzante: manca una legge sul testamento biologico, ne manca una per le cosiddette «coppie di fatto» e ne abbiamo una particolarmente arretrata sulla fecondazione assistita, generata da un'impostazione così vincolante da apparire in contraddizione con quella cultura di Stato liberale a cui invece questo Governo si richiama retoricamente;
negli ultimi giorni, dopo la sentenza della Corte di cassazione sul caso di Eluana, si sono ripetuti gli appelli per una legge che disciplini il testamento biologico -:
quali siano gli impegni, anche legislativi, che questo Governo intende assumersi per regolamentare, in particolare, il testamento biologico e, più in generale, i diversi aspetti e le diverse questioni inerenti all'affermazione nel nostro Paese di una legislazione adeguata dei diritti civili, intesi come legittimi spazi di libertà e autodeterminazione dei cittadini.
(3-00237)