IANNACCONE. -
Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
in un quadro di cambiamento delle politiche sanitarie nazionali sancito con l'accordo tra lo Stato e le regioni nel 2001, seguito dalla modifica del titolo V della Costituzione, che ha introdotto i principi della potestà di legislazione concorrente dello Stato e delle regioni e della potestà regolamentare delle regioni in materia di sanità, maggior rilievo assumono gli accordi integrativi regionali, anche se i riferimenti cardine rimangono gli accordi collettivi nazionali, sottoscritti tra le organizzazioni sindacali e la struttura interregionale sanitari convenzionati (sisac) e successivamente approvati dalla Conferenza Stato-regioni;
gli accordi collettivi nazionali, che nell'ambito del servizio sanitario nazionale definiscono le norme e le retribuzioni di varie categorie di professionisti (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali medici, biologi, psicologi, chimici, veterinari), riservano una parte della retribuzione, la maggiore, al livello nazionale di contrattazione e rimandano all'accordo integrativo regionale per un'altra parte della retribuzione, affinché la sua corresponsione sia finalizzata alla realizzazione di particolari progetti locali;
è accaduto purtroppo che in alcune regioni tale meccanismo si sia inceppato: infatti, o le regioni, oppresse da difficoltà finanziarie, non hanno varato l'accordo integrativo regionale o, come è successo in Campania, l'accordo della specialistica ambulatoriale, pur sottoscritto dalle parti, è rimasto fermo negli uffici del ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, che lo avevano avocato per verificarne la compatibilità economica, anche se relativa a cifre già attribuite a livello nazionale;
il risultato finale è stato che, mentre a livello centrale sono partiti i confronti per la sottoscrizione del nuovo accordo collettivo nazionale, a livello locale i professionisti attendono ancora di ottenere cifre già a loro attribuite dall'accordo ormai spirato -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di verificare lo stato dell'accordo presso il ministero e se ritenga di dover adottare iniziative per cui, decorso inutilmente un certo lasso di tempo dalla sottoscrizione dell'accordo collettivo nazionale, se la regione non si è attivata per finalizzare ad un determinato progetto la quota riservatale dalla contrattazione nazionale e detta quota sia comunque corrisposta al professionista, come concordato in sede di struttura interregionale sanitari convenzionati, visto che la norma contrattuale che concedeva 180 giorni dalla firma dell'accordo collettivo nazionale per varare l'accordo integrativo regionale si è dimostrata inadeguata. (3-00178)