ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01592

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 664 del 11/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: VICO LUDOVICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 11/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
VENTURA MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
FRONER LAURA PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
COLANINNO MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
FADDA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
MARCHIONI ELISA PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
PELUFFO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
PORTAS GIACOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
SANGA GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
SCARPETTI LIDO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
TESTA FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
ZUNINO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
BARETTA PIER PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 11/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 11/07/2012
Stato iter:
19/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/07/2012
Resoconto TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 19/07/2012
Resoconto ROSSI DORIA MARCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 19/07/2012
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/07/2012

SVOLTO IL 19/07/2012

CONCLUSO IL 19/07/2012

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01592
presentata da
LUDOVICO VICO
mercoledì 11 luglio 2012, seduta n.664

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:

Finmeccanica, gruppo industriale a partecipazione pubblica, è al primo posto nel settore dell'alla tecnologia, è l'ottavo produttore mondiale di materiale militare, responsabile del 72 per cento delle esportazioni italiane (2009), nona potenza economica a livello nazionale e 399o a livello globale (2008);

Finmeccanica produce, beni a uso civile quali veicoli, velivoli, tecnologie di comunicazione, apparati elettronici ed ottici, sistemi per la produzione di energia, occupa 75 mila dipendenti, di cui 42.000 in Italia, gli investimenti in ricerca e sviluppo sono circa il 12 per cento del fatturato, i principali mercati sono Italia, Stati Uniti ed Inghilterra, negli Stati Uniti Finmeccanica si posiziona al ventiquattresimo posto tra i fornitori del Pentagono, mentre in Inghilterra assorbe il 15 per cento degli stanziamenti del Ministero della difesa britannico;

con il completamento del ricambio del vertice di Finmeccanica e Selex è iniziato il riassetto organizzativo del gruppo che ha registrato forti perdite nel bilancio consuntivo 2011, non solo nei comparti già in sofferenza come trasporti e aeronautica, ma anche nell'elettronica professionale militare e civile ed è chiamato a fare i conti con una situazione di emergenza finanziaria e di posizionamento nei mercati nazionali ed esteri, il tutto nel pieno della crisi economica e industriale che coinvolge l'intera industria italiana;

le condizioni critiche dei mercati di riferimento in Italia, Gran Bretagna, Usa e Libia, dove vengono a mancare importanti commesse, hanno sicuramente giocato un ruolo determinante nel deterioramento dei conti del gruppo, gli oneri finanziari rischiano di affossare un gruppo leader internazionale in molti settori che, negli ultimi anni, ha avuto una espansione nell'elicotteristica e nell'elettronica per la difesa dove si concentra il 60 per cento del fatturato e il 66 per cento del margine operativo;

con tali premesse è urgente conoscere le strategie complessive per la riduzione dell'indebitamento del gruppo che sembra orientato a importanti dismissioni, mentre, anche sulla base della spending review, sarebbe utile cominciare dalla vendita degli immobili e dalla riduzione dei costi di struttura;

oggi Finmeccanica vale poco più di 2 miliardi di euro (valeva 9 miliardi nel 2007) e se non fosse più che blindata dal controllo pubblico diventerebbe oggetto di possibili scalate, il gruppo ha dei punti di forza abbastanza considerevoli, ma i problemi più pesanti riguardano circa il 25 per cento delle sue attività, il settore ferroviario, con Ansaldo Breda e quello aeronautico, con Alenia Aeronautica, mentre stanno sorgendo difficoltà nel settore della difesa;

Finmeccanica deve tagliare il debito che pesa per 4,5-5 miliardi ed equivale a due volte e mezzo il margine operativo lordo; l'eccesso di debito rispetto ai concorrenti deprime il titolo e ingessa l'impresa;

il bilancio 2011 ha una perdita netta significativamente più alta di quanto denunciato nei primi nove mesi ed è previsto che, entro la fine dell'anno, sul conto economico saranno caricati altri oneri legati alla ristrutturazione dell'elettronica della difesa, oltre alla prevista svalutazione, attraverso una verifica del valore, della partecipazione di controllo nell'americana Drs (intorno a 500 milioni di euro);

la discussione in atto nel Paese sulle spese per la difesa prefigura in futuro ulteriori tagli alle commesse per gli apparati militari e i sistemi d'arma di cui Finmeccanica è la maggiore fornitrice (il 35 per cento del suo fatturato proviene da tali programmi);

in particolare la discussione verte sul controverso Joint Strike Fighter, o F-35, il cacciabombardiere più costoso della storia; fra ritardi, errori e rinvii, il progetto della Lockheed ha subito tanti ritocchi nel preventivo che oggi ogni esemplare dovrebbe costare 200 milioni di euro;

la decisione sulla qualità dei tagli alle spese militari non può essere assunta senza prima avere definito il modello di difesa anche in relazione alle linee di politica estera che si intendono adottare, la politica della difesa deve essere integrata a livello europeo e la politica estera deve favorire gli scambi con i paesi emergenti che hanno necessità di tecnologie presenti nelle società del gruppo;

le forze armate e il loro equipaggiamento dovranno essere coerenti con tale modello di difesa che deve derivare da una più puntuale politica estera, nell'ottica di un modello di difesa a dimensione europea e con una forte integrazione industriale con gli altri Paesi dell'Unione europea, il ridimensionamento della spesa militare in Italia può essere ricondotto a due possibili opzioni:

a) una riduzione di organico da 190.000 effettivi a circa 160.000, con l'obiettivo di conseguire risparmi di spese del personale, comunque di difficile attuazione in breve-medio periodo, che dovrebbero permettere il sostegno a investimenti in tecnologie e sistemi d'arma ivi compreso il controverso programma F-35;

b) un programma di razionalizzazione della spesa (dismissioni immobiliari, miglior utilizzo del personale), che mantenga funzioni e ruoli delle forze armate attraverso investimenti in tecnologie compatibili con un sistema industriale nazionale integrato con l'industria della difesa degli altri Paesi europei e rispondente al modello di difesa europeo;

la seconda opzione appare sicuramente come la più adeguata e quella maggiormente in grado di determinare un modello di difesa, non solo collegato alle linee di politica estera, ma anche ad orientare lo sviluppo dell'industria nazionale;

se si concentra l'attenzione esclusivamente sugli interessi del mercato italiano, con il programma F35, anche ridimensionato, le ricadute industriali su Finmeccanica e sulle altre imprese industriali italiane saranno molto limitate;

l'esito potrebbe essere un confinamento della nostra industria alla fornitura di parti dei sistemi d'arma e un forte ridimensionamento dei volumi produttivi, della ricerca e dello sviluppo industriale con la perdita di qualsiasi ruolo di integratore di sistema;


l'amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, ha tracciato, nei giorni scorsi a Londra, in occasione del salone internazionale dell'aeronautica la strategia per tornare a una leadership di mercato, offuscata dalle vicende giudiziarie in corso;

secondo l'amministratore delegato il 2012 sarà l'anno del recupero e del rilancio che dovrà passare attraverso una maggiore internazionalizzazione, conseguente all'abbattimento delle spesa per armamenti da parte dei Paesi occidentali e alla crescita delle medesime da parte delle nazioni emergenti come l'India e il Brasile, fortemente interessate alle tecnologie per la difesa militare;

il piano di riassetto di Finmeccanica, sarà legato anche a una razionalizzazione della struttura industriale in Italia, con dismissioni da un miliardo di euro entro l'anno, e al varo della nuova «Super Selex», società di elettronica che ingloba le controllate Selex Sistemi integrati, Selex Elsag e Selex Galileo, che sarà operativa nel 2013;

il piano prevederebbe inoltre, un'attenta selezione degli investimenti più remunerativi e un particolare impegno sulla tecnologia «dual», sviluppata per il settore della difesa ma in grado di essere riconvertita e commercializzata per usi civili;

il dossier più allarmante per l'Italia è quello delle annunciate dismissioni degli asset, considerati non strategici dei trasporti e dell'energia che varrebbero un 1 miliardo di euro e per i quali vi sarebbe, rispettivamente, l'interesse della giapponese Hitachi e della tedesca Siemens;

l'internazionalizzazione assumerebbe dunque un ruolo cruciale, ai tradizionali mercati di Finmeccanica (Italia, Usa e Regno Unito), si aggiungerebbe la Polonia, dove AgustaWestland ha acquisito la società elicotteristica Pzl e, a livello globale, Russia, Libia, Algeria, India, Malesia, Australia e Brasile;

la fusione tra Alenia e Aermacchi come possibile preludio all'apertura a qualche socio esterno apportatore di capitale non basta, ne è pertanto discesa la decisione di allontanare le fonti di perdita come Ansaldo Breda, (con un ordine di grandezza di mezzo miliardo), vendere le partecipazioni nei settori considerati non strategici come il 40 per cento di Ansaldo Sts, il gioiello di famiglia, da cedere assieme all'Ansaldo Breda, il 55 per cento di Ansaldo Energia, che secondo Deutsche Bank vale 670 milioni;

a ciò si aggiunga il 25 per cento della Mbda, la joint venture missilistica con Eads e Bae System, 400 milioni, e infine il 15 per cento dell'Avio, motori aerei ex Fiat, 250 milioni, con queste cessioni e con la focalizzazione della gestione sulla generazione di cassa, Finmeccanica pensa di potersi riallineare ai grandi concorrenti;

il riassetto organizzativo interno con la costituzione di Selex Elettronic System, come confluenza di Selex sistemi integrati, Selex Galileo e Selex Elsag, prefigura una razionalizzazione delle attività oggi operanti nei vari siti produttivi e di sviluppo industriale;

l'unificazione in un'unica società delle tre Selex può offrire invece un'occasione per una maggiore integrazione tra le realtà presenti sul mercato civile e un'opportuna ottimizzazione degli investimenti in tecnologie e razionalizzazione dei costi, producendo possibili sinergie per una crescita complessiva di fatturato e occupazione;

occorre ripensare l'intera strategia di Finmeccanica, il suo perimetro di intervento deve essere salvaguardato, le attività civili non possono essere dismesse: ne soffrirebbe pesantemente l'occupazione e l'indotto e interi territori già colpiti pesantemente dalla crisi;

in particolare l'uscita di Finmeccanica dai predetti settori significherebbe il totale abbandono della presenza italiana in comparti strategici per l'ammodernamento del Paese, con la conseguenza di lasciare questo mercato in mano a imprese straniere con ulteriori aggravi della nostra bilancia commerciale;

per l'Italia, significherebbe regalare ai francesi e ai tedeschi il nostro mercato, distruggendo aziende che invece possono, opportunamente strutturate e organizzate, non solo competere nel mercato interno ma partecipare a importanti occasioni internazionali;


per Finmeccanica è fondamentale il contributo dello Stato agli investimenti in ricerca e sviluppo e vanno ricercate le risorse necessarie a mantenere la competitività del gruppo, l'intervento dello Stato va articolato su più fronti ma tutti ispirati ad una politica di sviluppo sostenibile e di politica estera e di difesa;

l'insieme delle produzioni industriali di Finmeccanica sono essenziali per il Paese e vanno sostenute con adeguate politiche, la ricerca di profittabilità ad ogni costo contrasta con una visione di lungo periodo per il quale occorrono investimenti a redditività differita indispensabili per la salvaguardia del patrimonio tecnologico e produttivo;

Ansaldo Breda, Ansaldo Sts, Ansaldo Energia, Elsag, Avio, Menarini, Alenia Thales rappresentano importanti pezzi del sistema della grande impresa italiana da maneggiare con cura, sotto l'occhio del Governo azionista;

le difficoltà di bilancio presenti in alcune società vanno affrontate con attenta valutazione delle qualità del management nella loro capacità di riorganizzarle, ridurre gli sprechi e avere una visione di rilancio industriale nei rispettivi comparti;

devono essere individuate risorse per garantire gli investimenti nelle varie aree dove il presidio industriale è già abbastanza forte anche se non sempre adeguato (si investe già il 12 per cento dei ricavi) e nella ricerca di partner nell'ottica di integrazione di filiera e complementarietà di mercato;

nel settore della difesa si tratta di definire quali risparmi e rinunce decidere, a fronte di impegni internazionali e persino interni sempre più estesi, le Forze armate impegnate in scenari geopolitici complessi e pericolosi vanno, infatti, equipaggiate in modo appropriato, i mezzi utilizzati devono essere mantenuti ed il personale formato e difeso;

il comparto aerospazio e difesa è uno dei pochi settori industriali dove la filiera nazionale è competitiva, il personale impiegato è di alta qualificazione, esistono distretti tecnologici e industriali, anche se vanno migliorati e ricondotti a sistema per massimizzarne la resa;

importanti sono le ricadute della ricerca militare e spaziale nei comparti civili, si tratta di aumentare la sinergia per le cosiddette tecnologie duali, la capacità di trasferire in apparati e sistemi per le infrastrutture i risultati delle tecnologie sviluppate nei sistemi militari (radaristica, aeronautica, avionica, monitoraggio reti complesse, comunicazione, nuovi materiali, e altro);

il gruppo Finmeccanica va sostenuto dallo Stato per la realizzazione di trasferimenti tecnologici a nuovi prodotti e sistemi e contestualmente va attivato un mercato pubblico e privato che utilizzi le nuove applicazioni in ambito civile (energia ecocompatibile e relativa rete di trasporto, risparmio energetico, monitoraggio ambientale e di reti complesse, e altro);

ciò vale soprattutto nei comparti civili dove, invece di vendere sarebbe quanto mai urgente ripartire da un progetto di rilancio per l'insieme del settore del trasporto su rotaia e su gomma, sull'energia, sulle infrastrutture di rete sulle telecomunicazioni terrestri e spaziali, sull'elettronica professionale e informatica, fondamentale è il sostegno all'integrazione tra ricerca universitaria e ricerca industriale;

il sostegno alle politiche di investimento e sviluppo del settore delle infrastrutture civili come il ferroviario e l'energia rappresentano elementi importanti e qualificanti di una nuova concezione dello sviluppo, tanto più che la maggior parte dei Governi ha stabilito o sta definendo tagli al settore militare;

è necessario definire il piano nazionale dei trasporti e i relativi investimenti, creando un polo nazionale della costruzione ferroviaria, che blocchi immediatamente qualsiasi decisione di cessione di imprese strategiche, come Ansaldo Breda e che predisponga un piano di riorganizzazione dell'intero settore;

a tale fine è indispensabile utilizzare le risorse pubbliche afferenti alla Cassa depositi e prestiti, i fondi del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, oltre ai fondi dell'Unione europea per la ricerca e lo sviluppo;

la ricerca di antiche e nuove responsabilità sulle cause di questa situazione, che comunque esistono e non hanno risparmiato inchieste della magistratura sugli attuali dirigenti, non deve distogliere dalla questione essenziale delle pesanti ricadute sui lavoratori e sul futuro industriale del gruppo sul quale ha pesato la totale mancanza di una seria politica industriale da parte del precedente Governo;

per orientare le scelte prioritarie di Finmeccanica non si può pensare solo al conto economico e a quanto accade in borsa ma è essenziale mantenere il controllo pubblico per garantire continuità industriale e sviluppo;

se davvero si vuole impostare la crescita del Paese all'insegna dell'equità sociale, Finmeccanica è da considerarsi un volano indispensabile per fornire alla piccola e media impresa italiana la possibilità di stare agganciata a prodotti tecnologicamente avanzati -:

quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Ministro interpellato al fine di mettere a punto una strategia di politica industriale volta al sostegno del gruppo Finmeccanica, e programmi chiari di politica estera e di difesa, anche ai fini del rilancio dell'apparato produttivo nazionale;

quali misure intenda in particolare promuovere per il rafforzamento delle aziende di Finmeccanica che operano nel settore del segnalamento e delle costruzioni ferroviarie e nel settore energetico, che hanno un'importanza di primo piano per il tessuto produttivo di vasti territori e dell'intero Paese.

(2-01592)
«Vico, Lulli, Ventura, Froner, Villecco Calipari, Colaninno, Fadda, Marchioni, Martella, Mastromauro, Peluffo, Portas, Quartiani, Sanga, Scarpetti, Federico Testa, Zunino, Gatti, Baretta, Tullo».