ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01514

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 639 del 28/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: BOCCIA FRANCESCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VENTURA MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 28/05/2012
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 28/05/2012
FOGLIARDI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO 28/05/2012
FRONER LAURA PARTITO DEMOCRATICO 28/05/2012
PICCOLO SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 28/05/2012
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 28/05/2012
VELO SILVIA PARTITO DEMOCRATICO 28/05/2012
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 28/05/2012
ALBINI TEA PARTITO DEMOCRATICO 29/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 28/05/2012
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 28/05/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 30/05/2012
Stato iter:
31/05/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 31/05/2012
Resoconto BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 31/05/2012
Resoconto CERIANI VIERI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 31/05/2012
Resoconto BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 29/05/2012

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 30/05/2012

DISCUSSIONE IL 31/05/2012

SVOLTO IL 31/05/2012

CONCLUSO IL 31/05/2012

Atto Camera

Interpellanza 2-01514
presentata da
FRANCESCO BOCCIA
lunedì 28 maggio 2012, seduta n.639

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:

per l'ennesima volta, il 16 aprile 2012, i computer degli uffici postali d'Italia sono andati in tilt per il blocco del sistema operativo informatico che ha reso impossibile agli utenti compiere i pagamenti in scadenza o ritirare la pensione; tale situazione non è migliorata con il passare del tempo e alle 18 del pomeriggio solo un terzo degli uffici postali era tornato alla normalità;

il direttore dei sistemi informatici di Poste italiane ha dichiarato che c'è stato un rallentamento delle operazioni di 4 ore causato dall'aggiornamento dati del sistema operativo informatico, un sistema centralizzato che serve 68 mila uffici che il gruppo Poste ha acquistato dall'azienda americana Ibm;

il costo complessivo dell'informatizzazione degli uffici postali è tuttora incerto; infatti, l'amministratore delegato di Poste italiane ha siglato un primo contratto da 12 milioni di euro nel 2005 con l'Ibm che, nel tempo, sarebbe lievitato fino a 90 milioni; da ultimo nel marzo 2011 l'amministratore delegato avrebbe assegnato all'Ibm 150 milioni di euro con l'obiettivo di informatizzare entro giugno altri 10.000 uffici postali; stando ad indiscrezioni di stampa, la relativa gara da 150 milioni di euro avrebbe visto un solo partecipante, l'Ibm, che per assegnarsi la «megacommessa» avrebbe applicato alla sua offerta un ribasso del 4 per cento;

un sistema informatico andato in tilt molteplici volte, anche per giorni interi tra il 2011 e il 2012, non può non far riflettere ancora una volta sulla particolare situazione delle Poste italiane, con un management da poco riconfermato e, come nel caso dell'amministratore delegato, per la quarta volta consecutiva;

Poste italiane è una azienda il cui assetto proprietario vede la partecipazione totalitaria del Ministero dell'economia e delle finanze e che ha esteso la propria attività in ogni campo costruendo per partenogenesi una «giungla» societaria che conta una trentina di partecipazioni dirette; ad oggi il gruppo Poste conta circa 145mila dipendenti e una diversificazione che lo vede presente nel settore delle assicurazioni (Postevita), dei telefonici (Postel-Postemobile), fino al trasporto merci (Mistral Air) e alla commercializzazione di vari prodotti (Posteshop); le Poste controllano perfino una società (Poste energia spa) che si occupa dell'approvvigionamento energetico del gruppo;

in particolare, i «fari« dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, della Banca d'Italia e dell'Unione europea sono da qualche tempo rivolti sulla divisione del gruppo denominata BancoPosta che svolge le attività di una banca pur non avendone la licenza e rimanendo una divisione del gruppo Poste italiane;

a conferma di quanto detto, il 24 maggio 2012, i vertici del gruppo Poste hanno designato il nuovo amministratore delegato della Banca del Mezzogiorno, un istituto pubblico di cui Poste è l'azionista unico, creato dal precedente Governo di centrodestra per finanziare le piccole e medie imprese del Sud;

l'dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato in un documento inviato nei mesi scorsi al Governo sulle liberalizzazioni ha chiaramente indicato come per quel che riguarda «l'attività di Bancoposta occorre prevedere la costituzione di una società separata da Poste italiane che abbia come oggetto sociale lo svolgimento dell'attività bancaria a pieno titolo e che risponda ai requisiti della normativa settoriale contenuta nel Testo unico bancario»;

tuttavia, nelle prime liberalizzazioni fatte dal Governo manca qualsiasi iniziativa nei confronti della separazione Poste e BancoPosta, anche se, negli ultimi tempi il Ministro dello sviluppo economico ha annunciato più volte la sua disponibilità a valutare tale separazione del servizio;

non bastasse, sembra che «il gruppo Poste Italiane si voglia impegnare anche nel difficile business della riscossione di tributi locali aggredendo il mercato della fiscalità locale che tra un anno sarà definitivamente abbandonato da Equitalia che si concentrerà sulla riscossione dei tributi erariali; infatti una società ad hoc, PosteTributi, già esiste e non è passata inosservata, tanto che, di recente, il gruppo del PD ha presentato una interrogazione con cui si chiedeva al Governo di chiarire quali fossero gli obiettivi dello strumento; la risposta non esaustiva ha comunque indotto la immissione finanze a chiedere una audizione dei vertici di Poste per chiarire meglio cosa sia e cosa intenda fare PosteTributi;

a fronte di tutta questa innovazione e tecnologia che il gruppo Poste risulta possedere, appare quasi un controsenso il tilt registrato dagli uffici postali il 16 aprile 2012, che rende quanto mai attuali le proposte avanzate al Governo dall'dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato nel mese di gennaio 2012, che delinea una vera e propria rivoluzione per il sistema postale; il documento afferma che: «nel settore postale è necessario delimitare il perimetro del servizio universale limitandolo esclusivamente a quei servizi essenziali che l'utente non sarebbe altrimenti in grado di acquistare a titolo individuale. Va inoltre ridotta la durata dell'affidamento del servizio stesso a Poste (adesso fissata in quindici anni)»;

come conferma lo stesso amministratore delegato del gruppo Poste italiane, in un articolo del 19 aprile 2012 sul Corriere della sera, il core business tradizionale sul nostro bilancio è in perdita per via del servizio universale: noi stiamo ancora aspettando i pagamenti del 2009, del 2010 e del 2011. Siamo in credito verso lo Stato di 2,4 miliardi di euro e nonostante questo siamo in utile e a luglio, azzereremo il debito di Poste rimborsando i 750 milioni di euro di bond emessi prima del mio arrivo»;

appare quindi necessario chiarire la mission di Poste soprattutto in relazione al nuovo assetto imprenditoriale che sta emergendo come azienda pubblica di rilevanti dimensioni e di notevoli rendimenti che realizza una forte concorrenza di mercato, soprattutto nel settore finanziario e assicurativo;

infatti il profitto netto del gruppo seppure in calo rispetto al miliardo del 2010 si è attestato a quota 846 milioni di euro proprio grazie alla diversificazione del business tradizionale e ai servizi tecnologici;

il cambiamento vissuto dalle Poste italiane è certificato da uno studio dell'università Bocconi che si è occupata il 20 aprile 2012 delle Poste Italiane con la presentazione del rapporto KITeS «Innovazione e diversificazione nei servizi pubblici: il caso di Poste Italiane»; i ricercatori dell'ateneo milanese hanno individuato i punti di forza dell'azienda e hanno messo in luce quelli che sono gli indicatori delle buone performance di Poste Italiane: la capacità di diversificazione dei suoi business, che la rende un caso per l'intera Europa, e il forte impulso per l'innovazione tecnologica applicata a diverse categorie di servizi;

tuttavia, l'amministratore delegato di Poste Italiane, pur avendo la possibilità di illustrare e condividere, in audizione presso la Commissione trasporti della Camera dei deputati il 15 maggio 2012, le prospettive occupazionali e i piani di sviluppo industriale dell'azienda, si è limitato a fornire generiche dichiarazioni rivolte più semplicemente alla mera gestione della riduzione dei servizi per i cittadini e del personale -:

quale sia per i prossimi anni la strategia industriale del gruppo Poste italiane, una tra le più grandi imprese pubbliche italiane, e se l'attività caratteristica oggi sia connessa ai servizi postali o ai servizi finanziari;

se il Governo intenda assumere iniziative per separare chiaramente le attività finanziarie e bancarie dai servizi postali, costituendo, a tal fine, una apposita società, separata da Poste italiane;

quali iniziative il Governo intenda assumere per chiarire i disservizi di Poste italiane del 16 aprile 2012, anche al fine di individuare le eventuali responsabilità della interruzione di un servizio pubblico.

(2-01514)
«Boccia, Ventura, Carella, Fogliardi, Froner, Piccolo, Tullo, Velo, Vico, Albini».