ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01389

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 597 del 05/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: CICCHITTO FABRIZIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 05/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SANTELLI JOLE POPOLO DELLA LIBERTA' 05/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 05/03/2012
Stato iter:
15/05/2012
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/03/2012

RITIRATO IL 15/05/2012

CONCLUSO IL 15/05/2012

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01389
presentata da
FABRIZIO CICCHITTO
lunedì 5 marzo 2012, seduta n.597

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:

gli incidenti avvenuti in Val di Susa, in Piemonte, ed in particolare la caduta di un manifestante da un traliccio dell'alta tensione sul quale era salito per protestare contro l'ampliamento del cantiere per la realizzazione della tratta ferroviaria dell'alta velocità fra Torino e Lione, hanno provocato scontri a catena in tutta Italia;

sono state occupate stazioni e binari ferroviari a Roma, Bologna, Pisa, Firenze, Napoli, Palermo e Venezia, impedendo di fatto la libera circolazione dei cittadini e danneggiando i treni;

la protesta ha riguardato anche strade ed autostrade, con il blocco in particolare dell'autostrada A32, Torino-Bardonecchia, su cui è stata ripristinata la circolazione dopo più di 53 ore;

il capo della polizia Antonio Manganelli, il comandante dei carabinieri Leonardo Gallitelli e i vertici di Aise ed Aisi hanno comunicato al Governo che il livello di scontro di settori dei «No Tav» si sta alzando di giorno in giorno, e si alzerà ancora di più quando inizieranno materialmente gli espropri;

il 22 febbraio 2012 il capo della polizia Antonio Manganelli, durante l'audizione in I Commissione alla Camera dei deputati, descrivendo il fenomeno dell'anarco-insurrezionalismo ha dichiarato che «l'anarco-insurrezionalismo (...) ci sta dicendo che sta per fare salti di qualità nello specifico si parla di assassinio» e che esiste un «cartello» sovranazionale degli anarco-insurrezionalisti capitanato dalla Grecia di cui fanno parte anche i movimenti italiani. Un accordo criminale che ha già causato morti in altri Paesi e le stesse azioni perpetrate in Italia non hanno portato morti solo per caso. Inoltre, facendo riferimento ai fatti del G8, il prefetto Manganelli ha evidenziato una sostanziale disaggregazione dei movimenti per parteciparono alle manifestazioni di Genova a causa di una mai trovata sintesi tra i gruppi violenti ed i movimenti per la non violenza e che la Polizia di Stato ha istituito una Scuola per l'ordine pubblico per fronteggiare una violenza civile che nel nostro Paese non si riscontrava dagli anni Settanta;

nelle ultime ore sono aumentati gli appelli del Ministro dell'interno alle forze dell'ordine al fine di mantenere atteggiamenti e forme di puro contenimento delle proteste;

i manifestanti imputano la responsabilità di quanto è capitato a Luca Abbà (il ragazzo caduto dal traliccio), indipendentemente dalla dinamica tecnica dell'episodio, ai vertici delle forze dell'ordine e alle scelte che queste hanno adottato, con il consenso del Governo, sostenendo che la situazione di tensione creatasi sia stata messa in conto, ed anzi anticipata, dal capo della Polizia, «reo» di aver applicato la stessa strategia già sperimentata a Genova durante gli scontri del 2001 in occasione del G8;

le manifestazioni dello scorso ottobre a Roma e adesso quelle della Val di Susa non sono pacifiche manifestazioni di protesta ma si è lasciato ampio spazio a gruppi violenti strutturati, addestrati all'uso della violenza e della provocazione, mimetizzati e aiutati nell'azione dal tamtam mediatico che si sviluppa su internet;

uno dei leader storici del movimento No Tav ha dichiarato: «Quel che faremo lo scoprirete quando l'avremo fatto»;

le aggressioni dei manifestanti non sono state solo verbali, come nei confronti del Carabiniere che, insultato e provocato, non ha reagito, e che per questo ha giustamente ricevuto l'encomio solenne del Comandante generale Gallitelli, ma anche reali contro le troupe televisive e i giornalisti; la questura di Torino ha riferito, peraltro, che il bilancio dei feriti tra le Forze dell'ordine è di 29 persone, di cui 18 poliziotti e 11 carabinieri;

sulla facciata esterna del quotidiano «Roma», a Napoli, è stata disegnata una stella a cinque punte con una scritta contro il direttore del giornale e le parole «No Tav Luca resisti», in riferimento all'attivista del movimento finito in ospedale a Torino;

il sindaco di Chiomonte, Enzo Pinard, che appoggia il progetto TAV, ha dichiarato che: «Così non possiamo andare avanti, anni e anni di vite blindate, segregate, rallentate, bloccate, ostaggi dei rancori» e che se ciascun cittadino può mettere in discussione ogni decisione pubblica salta il contratto sociale ma soprattutto è evidente che se «lo Stato non ha la forza di affrontare questo confronto democratico, omissis, è lo Stato a non fare lo Stato». «Occorre un confronto corale, coordinato da un'istituzione»;

il Ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, ha dichiarato che «Il lavoro è in corso e deve continuare nel modo migliore come previsto»;

il Ministro dell'interno, Annamaria Cancellieri, ha offerto un'apertura al dialogo sostenendo comunque, dopo aver parlato con il prefetto di Torino e con i sindaci che ci sarà la «massima attenzione, pronti ad ascoltare tutte le esigenze, ma senza mettere in discussione l'opera» e che pensa «che con il dialogo si possano risolvere molti problemi» ma «su certe cose» è «per una fermezza assoluta»;

le dichiarazioni della questura di Torino parlano di «necessario e urgente ripristino della legalità» -:

se non ritenga opportuno chiarire, in maniera definitiva ed inequivocabile, quali siano i reali intendimenti del Governo, riguardo alla delicata questione espressa in premessa;

se non si possa anche in Italia realizzare ciò che già esiste in Germania, in Inghilterra e Francia, dove da anni le forze di polizia non consentono ai gruppi più violenti di raggiungere ed unirsi ai cortei di protesta, utilizzando il fermo di polizia o di identificazione;
se non si ritenga opportuno avviare un attento monitoraggio degli strumenti, anche normativi, a disposizione delle Forze dell'ordine per valutare se servono ulteriori strumenti sottolineando che il tema della sicurezza pubblica è prioritario;

se non si ritenga opportuno intraprendere tutte le iniziative opportune per evitare la possibile degenerazione delle manifestazioni stabilendo precise disposizioni sulle modalità di protesta, il numero dei partecipanti e gli spazi affinché essi siano compatibili con gli interessi della popolazione.
(2-01389)«Cicchitto, Santelli».