Atto Camera
Interpellanza urgente 2-01365
presentata da
ANNA MARGHERITA MIOTTO
giovedì 16 febbraio 2012, seduta n.587
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
la storica sentenza del tribunale di Torino con la quale sono stati condannati i massimi vertici della multinazionale elvetica Eternit per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche, ha riacceso i riflettori dei grandi organi di informazione sul dramma dell'amianto e sul suo tragico corollario di migliaia di lavoratori e semplici cittadini morti o affetti da mesotelioma pleurico;
come noto, con la legge 27 marzo 1992, n. 257 «Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto», dopo una lunga battaglia contro resistenze, reticenze e sottovalutazioni della pericolosità delle particelle di amianto, si vietava finalmente l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto;
nonostante siano passati quasi venti anni dall'approvazione di tale legge, si stima che ci siano ancora tra i 30 e i 40 milioni le tonnellate di materiale contaminato che debbono essere smaltite e, nonostante ciò, la commissione prevista dall'articolo 4 della legge n. 257 del 1992 che avrebbe dovuto governare il passaggio da un Italia pesantemente contaminata a un Italia bonificata non è più operativa, così come il gruppo di lavoro nazionale, che in un primo momento aveva sostituito la commissione, ha cessato le sue funzioni undici mesi fa, determinando di fatto la totale assenza di una cabina nazionale di regia che coordini la bonifica del territorio;
inoltre, l'articolo 10 della citata legge n. 257 del 1992 prevedeva che le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adottassero piani di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto, ma a tutt'oggi tale mappatura non è stata nemmeno completata, visto che regioni come la Calabria e la Sicilia non hanno ancora trasferito i dati a loro disposizione, regioni come la Campania e la Puglia hanno effettuato un censimento solo parziale, mentre gli stessi censimenti effettuati non risultano omogenei, in quanto sarebbero stati utilizzati sistemi di monitoraggio diversi;
a rendere fallimentare lo smaltimento dell'amianto sono anche gli elevati costi delle procedure dello smaltimento stesso, così come la quasi totale mancanza di discariche dedicate per la gestione di tale materiale fa sì che solo il 40 per cento venga smaltito in Italia, mentre il restante 60 per cento viene smaltito all'estero;
con la legge n. 244 del 2007 «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)», all'articolo 2, commi 440-443, l'allora Governo Prodi istituì il «Fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubblici» con una dotazione pari a 5 milioni di euro per il 2008, al fine di avviare una campagna di progressiva eliminazione dell'amianto dagli edifici pubblici;
tale fondo, di fatto, non è mai stato operativo visto che è stato interamente svuotato, insieme ad altri stanziamenti, per far fronte agli oneri derivanti dall'applicazione del decreto legge 27 maggio 2008, n. 93 «Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie» per poter concorrere a coprire finanziariamente la totale abrogazione dell'ICI sulla prima casa promossa dal Governo Berlusconi;
all'articolo 6, comma 6, della legge n. 257 del 1992 si prevede che annualmente il Governo trasmetta al Parlamento, una relazione sullo stato di attuazione delle norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto, ma l'ultima relazione presentata risale ormai a quattro anni fa;
come si evince dalla sommaria, precedente esposizione, nonostante la vastità e la gravità sociale degli effetti derivanti dalla presenza dell'amianto in troppi ambienti pubblici e privati, si registra un complessivo ritardo e una sorta di colpevole disattenzione nell'azione dello Stato e delle diverse amministrazioni territoriali che va senza dubbio abbandonata, nello spirito che portò all'approvazione della ricordata legge n. 257 del 1992 e nel rispetto delle vittime e delle legittime aspettative dei loro cari -:
quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere per far sì che venga costituita una cabina di regia a livello nazionale che non solo coordini la bonifica del territorio dall'amianto ma provveda a completare entro breve tempo la mappatura territoriale dei siti contaminati dall'amianto e ad adottare così come era previsto dall'articolo 10, comma 4 della legge n. 257 del 1992, un piano di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica del territorio;
se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative normative per rifinanziare il fondo di cui all'articolo 2, commi 440-443 della legge n. 244 del 2007, affinché si possa iniziare a dare concreta attuazione alla bonifica dall'amianto degli edifici pubblici;
se il Governo non ritenga opportuno intervenire sia normativamente che finanziariamente affinché sia modificato il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 13 gennaio 2011 attuativo del fondo per le vittime dell'amianto, istituito dall'articolo 1, comma 241, della legge 28 dicembre 2007, n. 244, al fine di estendere le prestazioni previste da tale fondo non solo a coloro che abbiano contratto una patologia asbesto-correlate per esposizione all'amianto e alla fibra «fiberfrax» riconosciute dall'INAIL e dal soppresso Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA), ma anche dei familiari delle vittime o a coloro che comunque, pur non lavorando direttamente con l'amianto, siano stati comunque esposti avendo poi contratto tali patologie;
se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative finalizzate a prevedere, nell'ambito delle misure incentivanti l'utilizzazione delle energie rinnovabili, incentivi volti a favorire la sostituzione delle superfici contenenti amianto, quali l'eternit, con superfici ecosostenibili o con superfici per la produzione di energia, come i pannelli fotovoltaici;
quali siano i motivi ostativi che abbiano impedito dal 16 febbraio 2008 ad oggi di poter presentare la relazione al Parlamento così come prevista dall'articolo 6, comma 6, della legge n. 257 del 1992.
(2-01365)
«Miotto, Mariani, Boccuzzi, Bratti, Miglioli, Mario Pepe (PD), Giorgio Merlo, Ginefra, Bucchino, Portas, Esposito, Fedi, Porta, Murer, Garavini, Genovese, Corsini, Concia, Cuperlo, Pollastrini, Laganà Fortugno, Castagnetti, Sarubbi, Dal Moro, Fogliardi, Lucà, Tullo, Lovelli, Levi, De Torre, Zaccaria, Viola, Rubinato, Lenzi, Fadda, Cardinale, Duilio, Zamparutti, Pedoto, Burtone, Lo Moro, Marini, Laratta, Livia Turco, Mosella, Graziano».