ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01362

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 585 del 14/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 14/02/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 14/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 14/02/2012
Stato iter:
01/03/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/03/2012
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 01/03/2012
Resoconto DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 01/03/2012
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/02/2012

DISCUSSIONE IL 01/03/2012

SVOLTO IL 01/03/2012

CONCLUSO IL 01/03/2012

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01362
presentata da
ALDO DI BIAGIO
martedì 14 febbraio 2012, seduta n.585

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:

dagli inizi del 2011 i Paesi del Maghreb e del Mashrek sono stati investiti da una grave e violenta crisi politica, sociale ed economica (cosiddetta «primavera araba»);

nel marzo del 2011, le proteste sono giunte anche in Siria, dove è in atto una dura rivolta contro il regime alawita di Bashar Al Assad;

di fronte alle violenze e alla crisi diplomatica internazionale, anche il nostro Paese - che è stato per lungo tempo uno dei principali partner commerciali della Siria - nei giorni scorsi ha deciso di richiamare a Roma l'ambasciatore italiano presente in Siria: nel 2010, secondo dati dell'Istituto nazionale per il commercio estero, l'interscambio tra Siria e Italia aveva toccato 2,3 miliardi di euro (il 102 per cento in più rispetto al 2009) ma, dopo le forti sanzioni economiche approvate nel settembre 2011 dall'Unione europea, allo scopo di infliggere un duro colpo agli interessi del regime siriano (la Siria, infatti, esporta il 90 per cento del suo petrolio ai paesi dell'Unione europea), l'Italia ha azzerato gli acquisti di greggio, che prima della rivolta rappresentavano quasi il 4 per cento dell'import complessivo;

per fronteggiare la difficile crisi, la Lega araba - dopo il recente veto della Russia e della Cina alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di condanna della repressione in Siria - ha assunto decisioni significative volte a rafforzare la pressione internazionale sul regime di Damasco;

nella riunione dei Ministri degli esteri - tenutasi il 12 febbraio 2012 nella capitale egiziana - infatti, è stato approvato a maggioranza un documento in cui si richiede l'invio di una forza di pace mista, composta da rappresentanti arabi e scelti dalle Nazioni Unite finalizzata a porre fine ai massacri che da undici mesi insanguinano il Paese, si condanna la repressione violenta delle proteste contro il regime di Bashar Al Assad, si invitano i Paesi arabi a sospendere ogni forma di cooperazione diplomatica con Damasco, e si chiede, inoltre, l'intensificarsi delle sanzioni economiche e l'apertura di «canali di comunicazione con le opposizioni»;

le reazioni non si sono fatte attendere: il portavoce della responsabile per la politica estera europea ha affermato che l'Unione europea accoglie con favore l'iniziativa della Lega Araba, inclusa la richiesta al Consiglio di Sicurezza di formare una missione di peacekeeping congiunta Onu-Paesi arabi per mettere fine alle violenze così come il Ministero degli affari esteri ha già fatto sapere che è necessario assicurare un forte sostegno politico all'opposizione siriana; se da Mosca è arrivata una timida apertura all'invio dei caschi blu in Siria - per il portavoce della diplomazia russa, infatti, occorre mettersi preventivamente d'accordo sul «cessate il fuoco» - e dalla Cina si è fatto sapere che qualsiasi «azione delle Nazioni Unite dovrà puntare a porre fine alle violenze nel Paese, favorendo il dialogo politico, invece di rendere la questione più complicata», ciò che, invece, seriamente preoccupa è l'immediata risposta del Governo di Damasco che, non solo ha respinto la proposta, definendola una palese interferenza, ma ha, altresì, ripreso la sua offensiva contro la «ribelle» Homs;

al di là delle inevitabili ripercussioni sugli assetti politico-istituzionali dell'intera area geografica, tale situazione sta generando un forte «allarme» umanitario per i violenti massacri che da mesi si stanno perpetrando ai danni della popolazione civile;

l'Alto Commissario dell'ONU per i diritti umani, infatti, nei giorni scorsi ha denunciato che «la mancanza di un accordo nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla Siria sembra aver incoraggiato le autorità di Damasco a portare avanti un massacro ancora più indiscriminato di dissidenti» e «crimini contro l'umanità»; egli ha, inoltre, aggiunto che i morti, nel 2011, sono stati circa 5.400, mentre solo negli ultimi dieci giorni, più di 300 persone sono state uccise negli «attacchi indiscriminati» compiuti contro i civili a Homs; ci sarebbero, inoltre, 18.000 siriani ancora detenuti, 25.000 rifugiati e 70.000 sfollati; inoltre, il portavoce dell'Unicef, Marixie Mercado, ha affermato che, da marzo 2011 a gennaio 2012 è stata compiuta una sistematica strage di bambini: almeno 400 sarebbero stati uccisi dall'inizio della crisi ed altri 400 sarebbero detenuti in carcere arbitrariamente, forse torturati e abusati sessualmente;

ad aggravare e rendere ancora più preoccupante lo scenario internazionale contribuiscono le recenti dichiarazioni provenienti da alcune fonti laiche, oltre che da alcuni esponenti delle comunità religiose presenti nel Paese mediorientale, che parlano di un forte divario tra la reale situazione sperimentata dalla popolazione e quella, invece, veicolata dai media internazionale, i quali, «falsando i dati», presenterebbero come una insurrezione popolare contro il Governo di Damasco quello che, invece, si profila come un «tentativo di sovversione istigato da forze in gran parte estranee al Paese»; sembra che ciò che agita effettivamente l'Occidente sia il fatto che a Damasco abbiano sede Hezbollah, che coltiva legami stretti con l'Iran, e l'ufficio politico di Hamas;

la situazione politica ed umanitaria sta diventando estremamente drammatica ed esplosiva: l'inasprirsi, soprattutto degli ultimi giorni, rischia di provocate delle inevitabili e gravi ripercussioni sui già delicati equilibri dell'intero territorio mediorientale per cui risulta quanto mai urgente e prioritario un decisivo ed unanime intervento della comunità internazionale -:

se non ritenga opportuno fornire ulteriori e più dettagliati elementi sul grave evolversi della crisi siriana, e quali iniziative di competenza intenda assumere, anche di concerto con le istituzioni europee, al fine di far cessare ogni forma di violenza e di fermare il grave conflitto che sta investendo l'intero Paese.

(2-01362) «Di Biagio, Della Vedova».