ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01266

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 549 del 12/11/2011
Firmatari
Primo firmatario: BARANI LUCIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 12/11/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 12/11/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 12/11/2011
Stato iter:
22/12/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/12/2011
Resoconto BARANI LUCIO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 22/12/2011
Resoconto D'ANDREA GIAMPAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 22/12/2011
Resoconto BARANI LUCIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/12/2011

SVOLTO IL 22/12/2011

CONCLUSO IL 22/12/2011

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01266
presentata da
LUCIO BARANI
sabato 12 novembre 2011, seduta n.549

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:

il tragico bilancio, ancora del tutto provvisorio, delle violente piogge abbattutesi su Liguria e Toscana il 25 ottobre 2011, conta finora dieci morti e tre dispersi;

le zone più colpite sono quelle del levante ligure, in provincia di La Spezia, e della Lunigiana, in particolare delle dieci vittime, secondo quanto comunicato dalle prefetture al dipartimento della protezione civile, otto si sono registrate in provincia di La Spezia, e due ad Aulla, in provincia di Massa Carrara;

alcune zone della Lunigiana, sono rimaste per giorni isolate, è mancata l'energia elettrica, l'acqua, l'erogazione del gas metano e non hanno funzionato né i telefoni fissi né i cellulari, inoltre ci sono stati cinque ponti crollati e 4-5 frazioni sono a tutt'oggi isolate a causa dell'eccezionale evento che l'ha colpita;

il comune di Aulla, in provincia di Massa Carrara, risulta uno dei più colpiti a seguito della esondazione del fiume Magra. Circa 300 persone sono state evacuate, e una cinquantina di esse sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco, intervenuti con i gommoni. Da diverse testimonianze risulta che dopo la piena «normale» del fiume Magra, è arrivata un'ondata particolarmente violenta che ha inondato con fango e detriti il centro del paese;

una possibile spiegazione di detto comportamento anomalo della piena del fiume, è stato supposto da immagini e testimonianze di anziani della zona, che la diga Rocchetta con i suoi 76 metri d'altezza e 136 di larghezza a cavalcioni del torrente Teglia, possa essere stata aperta in modo improprio provocando una onda anomala che si è scaricata a valle sul comune di Aulla;

a sentire moltissimi abitanti del comune di Aulla e delle frazioni di Teglia e Castagnetoli del comune di Mulazzo, sembra che questa tragedia oltre che alla mano dell'incuria e del cemento ci sia anche il sospetto di un comportamento sbagliato da parte degli addetti della diga di Teglia, questo fatto sarebbe corroborato da quanto è accaduto a monte di Aulla, soprattutto nei 5 km del torrente Teglia dalla omonima diga fino alla confluenza con il fiume Magra, dove per tutto il corso del fiume sembra che l'acqua si sia comportata come uno «Tsunami» lasciandosi alle spalle un paesaggio lunare fatto di ghiaia e alberi divelti, infatti lì dove sorgevano allevamenti e colture di vigne ed uliveti, ora c'è solo un deserto di sassi e ghiaia, con alberi spezzati e numerose frane lungo le pareti del torrente Teglia alte 7-8 metri che sembrano causate da una «Bomba d'Acqua» che ha sbattuto come una biglia da una parte all'altra del corso d'acqua;

a poche ore dalla tragedia il capo dipartimento della Protezione civile. Franco Gabrielli, aveva escluso categoricamente che ci fosse stata un'immissione di acqua in maniera non corretta dalla diga, la notte dell'alluvione;

viene da chiedersi come mai, sapendo da domenica 23 ottobre del peggioramento del tempo, non è stato gradualmente svuotato l'invaso, contenente nei suoi 29 chilometri circa 5 milioni di metri cubi d'acqua, evitando di aggiungere altra acqua alla piena;

secondo Edison, gestore dell'invaso tutte le operazioni si sono svolte secondo le procedure, queste, a quanto si sa, prevedono in caso di piena l'apertura degli scarichi di fondo che fanno defluire le acque sotto l'alveo del fiume in modo graduale, evitando di peggiorare la situazione;

risultano particolarmente incriminate le paratoie alte di sommità della diga, che secondo alcuni potrebbe essere state azionate manualmente;

le testimonianze di chi ha risalito la Val di Magra-Valle del Teglia testimonia, senza conferme di certezza, che il paesaggio che si mostra non è quello di una alluvione ma piuttosto di una onda anomala che percorrendo il fiume ha portato con se insediamenti agricoli e alberi secolari, divelto ponti e scavato nella terra che poi si è riversata sottoforma di fango ad Aulla;

chi abita sul corso del fiume ha visto che alla mattina il corso era normale, e fino al pomeriggio si era ingrossato ma senza preoccupare più di tanto, poi improvvisamente un muro d'acqua si è abbattuto non esondando ma portandosi via tutto quello che ha trovato sulla strada, in particolare alcuni testimoni oculari tra la popolazione della frazione di Castagnetoli del fiume di Mulazzo hanno affermato di aver avvertito rumori sinistri che provenivano dalla montagna, come delle «urla da film dell'orrore», provocate dagli alberi che venivano sradicati e spezzati con grande violenza, proprio qualche minuto prima che arrivasse quella massa d'acqua;

una strada asfaltata sulla sponda sinistra del torrente Teglia, costruita e ben tenuta dalla società Falck tra il '21 e il '38 del secolo scorso, che collega la frazione di Castagnetoli alla diga di Teglia, ad una altezza che varia da i 7-20 metri sul torrente Teglia, tale strada è stata interrotta da crolli e frane in 7-8 punti dall'onda anomala che ha letteralmente fatto venire giù pezzi lunghi d'asfalto;

Liguria e Toscana sono peraltro le regioni storicamente tra quelle più colpite dall'emergenza alluvioni e frane;

troppo spesso drammatici effetti prodotti da eventi calamitosi naturali che con cadenza annuale colpiscono le diverse regioni del nostro Paese, sono quasi sempre acuiti e drammaticamente amplificati da una gestione dissennata dei suoli e dei bacini idrografici, e dall'assenza di una rigorosa politica di pianificazione, manutenzione e prevenzione territoriale;

chiunque abbia un minimo di conoscenza di opere idrauliche sa che i fiumi si devono far scorrere nei centri abitati e ci devono essere argini per proteggere le città, che da secoli sorgono vicino ai corsi d'acqua, basti pensare a Roma e Parigi ed altre importanti metropoli, e che a monte devono essere eseguite opere di sicurezza idraulica come le casse di espansione, che a voler vedere nel caso di Aulla o non hanno funzionato o non sono state ben progettate dall'autorità di bacino, visto che non sono state realizzate per l'opposizione della popolazione e di certe amministrazioni, come nel caso specifico del comune di Filattiera, senza che il genio civile, l'autorità di bacino competente e la regione Toscana studiassero o realizzassero apposite opere idrauliche, alternative, complementari e/o supplementari per la messa in sicurezza dell'abitato di Aulla;

il quartiere Matteotti del comune di Aulla che si trova sul torrente Aulella e le scuole medie costruite nel '61 e le scuole elementari degli anni '30 sono state inondate dalla risalita del fiume Magra nel torrente Aulella ed a causa di questa onda anomala d'acqua, quindi creando una inondazione da Sud (da valle) a Nord (a monte) -:

quali immediate iniziative il Governo intenda assumere per far fronte all'emergenza conseguente al disastro che ha colpito in particolare la provincia di La Spezia e la Lunigiana;

quale sia la corretta interpretazione dei fatti accaduti e sopra riportati circa la diga di Rocchetta e se la procedura di immissione delle acque nell'invaso del Magra sia stata rispettata e non compromessa dall'errore umano;

se si ritenga verosimile che l'alluvione possa essere stata solamente procurata da una calamità naturale, da una piena duecentennale, che ha causato in Lunigiana e nella provincia di La Spezia, morti, feriti e danni all'economia locale, e se sia vero che in poche ore, nella giornata del 25 ottobre 2011, ci siano state precipitazioni d'acqua equivalenti a 2 dighe del Vajont che il 9 ottobre 1963 procurò morte e distruzione nella valle di Erto e Casso;

se non si ritenga assumere le opportune iniziative per accertare se la tragedia poteva essere evitata e se tutti i soggetti istituzionali coinvolti abbiano fatto il loro compito, dai comuni pre-allertati, alla regione per passare all'autorità di bacino competente su tutti i corsi d'acqua della zona, sulla tenuta e manutenzione degli argini e degli alvei dei fiumi e dei torrenti.
(2-01266)
«Barani, Baldelli».