ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00993

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 445 del 08/03/2011
Firmatari
Primo firmatario: VENTURA MICHELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/03/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VANNUCCI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
MERLONI MARIA PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
GIOVANELLI ORIANO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
CAVALLARO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
PISTELLI LAPO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
DE TORRE MARIA LETIZIA PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
GINOBLE TOMMASO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/03/2011
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 14/03/2011
Stato iter:
24/03/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/03/2011
Resoconto AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 24/03/2011
Resoconto GIACHINO BARTOLOMEO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 24/03/2011
Resoconto VANNUCCI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/03/2011

SVOLTO IL 24/03/2011

CONCLUSO IL 24/03/2011

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00993
presentata da
MICHELE VENTURA
martedì 8 marzo 2011, seduta n.445

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:

l'intera regione Marche e parte della regione Abruzzo sono state colpite nei giorni scorsi da forti calamità naturali;

dopo la fase dell'emergenza occorre pensare alla ricostruzione;

l'eccezionale precipitazione piovosa ha colpito le cinque province marchigiane Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno e la provincia di Teramo;

secondo i dati della protezione civile, 52 sono le zone allagate, 113 le persone allontanate dalle abitazioni, 43 le località senza elettricità, 70 le strade interrotte;

le conseguenze più pesanti si sono avute nella provincia di Fermo dove, come è noto, l'esondazione del fiume Ete ha provocato vittime;

i danni più pesanti sono così riassumibili:

a) allagamenti di aziende artigiane e industriali con conseguente interruzione dell'attività e pregiudizio della ripresa generalizzata nelle aree prossime ai fiumi Ete, Chienti, Tenna e Tronto. Ma anche in altre zone e province delle Marche;

b) ancora più vasta l'area compromessa per le colture agricole, con particolare riferimento al comparto fioro-vivaistico molto presente nella zona;

c) su tutta la costa da Pesaro a Teramo forti danni alle strutture turistiche balneari e drammatica erosione delle spiagge in grado di compromettere la prossima stagione;

d) danni consistenti alle infrastrutture viarie dovute a smottamenti e frane su tutto il territorio regionale con strade ancora chiuse al traffico;

e) compromissione delle regimentazioni e degli argini fluviali in tutto il territorio regionale;

la regione Marche sentiti i comuni e le province ha approntato una prima stima dei danni consistenti in 480 milioni per danni a privati ed infrastrutture pubbliche, mentre non è ancora quantificata la stima per i danni alle colture agricole;

la situazione richiede la deliberazione dello stato di emergenza e le conseguenti ordinanze per lo stato di calamità naturale;

azioni vanno assunte per il riconoscimento dei danni alle aziende colpite di ogni settore fornendo gli strumenti per la ripresa produttiva con moratoria immediata sugli adempimenti fiscali e contributivi e sugli impegni bancari delle aziende;

vanno stanziate risorse per il ripristino della rete viaria, per la sistemazione del dissesto idro-geologico che si è prodotto e per il ripristino delle aree di costa sia per le infrastrutture che per il ripascimento delle spiagge;

con la recente conversione in legge, del decreto-legge n. 225 del 29 dicembre 2010 riferito a «proroga termini» si è intervenuto (articolo 2, commi da 2-quater a 2-octies) con significative modifiche alla legge 24 febbraio 1992 n. 225 istitutiva del servizio nazionale della protezione civile;

in particolare con l'aggiunta del comma 5-quater e 5-quinques all'articolo 5, della citata legge 225, sembra condizionarsi la possibilità per le regioni, di accedere al Fondo per la protezione civile, all'assunzione di aumenti delle proprie imposizioni tributarie e/o all'elevazione delle imposte regionali sulla sanzione;

anche nel caso di accesso al fondo di riserva per le spese impreviste sembra intendersi che vada prevista una reintegrazione del fondo mediante l'aumento di accise sui carburanti;

l'interpretazione delle norme richiamate non è chiara, non essendo mai stata attuata la recente procedura e non sembra nel caso specifico dell'alluvione delle Marche essere attuabile richiedendo decreti attuativi per la sua applicazione non ancora emessi;

in ogni caso andrebbero emanate «linee guida» non ancora predisposte;

la circostanza consiglierebbe di agire sulla base delle norme preesistenti -:

quali iniziative abbia assunto o intenda assumere il Governo per la calamità naturale occorsa nella regione Marche; quante risorse siano state destinate o quante ne intenda destinare, con quali strumenti e per quali finalità fra le cinque indicate in premessa;

quale sia la corretta interpretazione delle norme introdotte con la legge n. 10 del 26 febbraio 2011 (cosiddetta «proroga termini») che modificano la legge n. 225 del 1992 istitutiva del servizio nazionale di protezione civile e se le stesse siano applicabili all'emergenza Marche senza che siano stati emessi i decreti attuativi e comunque le linee guida per la nuova procedura.

(2-00993)
«Ventura, Vannucci, Agostini, Merloni, Giovanelli, Cavallaro, Pistelli, De Torre, Ginoble».