ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00959

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 431 del 08/02/2011
Firmatari
Primo firmatario: GERMANA' ANTONINO SALVATORE
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 04/02/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GHIGLIA AGOSTINO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
BONCIANI ALESSIO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
GIBIINO VINCENZO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
LAZZARI LUIGI POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
TORTOLI ROBERTO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
SISTO FRANCESCO PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
CASSINELLI ROBERTO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
SCANDROGLIO MICHELE POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
PEPE MARIO (MISTO) INIZIATIVA RESPONSABILE (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE) 04/02/2011
FONTANA VINCENZO ANTONIO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
TORRISI SALVATORE POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
FRANZOSO PIETRO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
VELLA PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
VIGNALI RAFFAELLO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
BOCCIARDO MARIELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
CENTEMERO ELENA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
NIRENSTEIN FIAMMA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
SIMEONI GIORGIO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
GOLFO LELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
STRACQUADANIO GIORGIO CLELIO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
BIANCOFIORE MICHAELA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
VITALI LUIGI POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
LEHNER GIANCARLO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
TRAVERSA MICHELE POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
IAPICCA MAURIZIO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
PALUMBO GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
CICU SALVATORE POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
D'IPPOLITO VITALE IDA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
ANTONIONE ROBERTO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
NASTRI GAETANO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
PUGLIESE MARCO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
BERRUTI MASSIMO MARIA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
CALABRIA ANNAGRAZIA POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
CONTENTO MANLIO POPOLO DELLA LIBERTA' 04/02/2011
BARBA VINCENZO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/02/2011
DE GIROLAMO NUNZIA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/02/2011
LISI UGO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/02/2011
MISURACA DORE POPOLO DELLA LIBERTA' 08/02/2011
TERRANOVA GIACOMO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/02/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 08/02/2011
Stato iter:
24/03/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/03/2011
Resoconto GERMANA' ANTONINO SALVATORE POPOLO DELLA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 24/03/2011
Resoconto GIACHINO BARTOLOMEO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 24/03/2011
Resoconto GERMANA' ANTONINO SALVATORE POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/03/2011

SVOLTO IL 24/03/2011

CONCLUSO IL 24/03/2011

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00959
presentata da
ANTONINO SALVATORE GERMANA'
martedì 8 febbraio 2011, seduta n.431

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:


l'asbesto (o amianto), è un insieme di minerali del gruppo dei silicati, appartenente alla serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli, è un materiale molto comune e diffuso in natura, costituito da fibre sottili ma molto addensate che lo rendono altamente resistente dal punto di vista meccanico, e al tempo stesso flessibile;


inoltre, pur non essendo un materiale refrattario, ha una buona resistenza, non solo termica, ma anche rispetto all'azione di agenti chimici e biologici, all'abrasione e all'usura;


è necessario un breve excursus cronologico relativo all'impiego dell'amianto che, in ragione delle ottime caratteristiche chimiche e meccaniche, è stato utilizzato fino agli anni ottanta, nella fabbricazione di oltre 3.000 prodotti e manufatti industriali, anche unito ad altri materiali in diverse percentuali, al fine di sfruttare al meglio le sue intrinseche qualità;


si ricordano, per inciso, solo alcuni dei prodotti più diffusi realizzati impiegando amianto, ovvero, tubi per acquedotti, fogne, lastre e fogli in cemento-amianto, mattonelle per pavimentazioni, frizioni, freni e prodotti vari per attrito, guarnizioni, filtri per bevande, tute, coperte, guanti antincendio, pannelli fonoassorbenti e/o isolanti, vernici, rivestimenti, stucchi, feltri e tegole;


a fronte del massiccio utilizzo del minerale, a causa delle sue intrinseche qualità, questo materiale reca con sé un paradosso eclatante, infatti, le fibre e la polvere di asbesto sono estremamente pericolose per la salute umana, e già nel 1900, in Inghilterra, fu descritta la prima malattia che venne riconosciuta come provocata dalla polvere di amianto e denominata «asbestosi», nel dettaglio, si tratta di una fibrosi polmonare interstiziale causata dall'esposizione professionale, quindi continuativa, alle polveri contenenti asbesto;


il meccanismo d'azione attraverso il quale si produce la malattia, è legato alla penetrazione delle fibre di asbesto attraverso la bocca e il naso, lungo l'albero bronchiale, fino a giungere agli alveoli polmonari;


la gravità dell'asbestosi, dipende dalla durata, ovvero dagli anni di esposizione, e dall'intensità, cioè dalla quantità di fibre inalate: si tratta pertanto di una malattia per la quale esiste una stretta correlazione tra «dose» di asbesto inalata e «risposta» dell'organismo;


dal 1994, insieme all'asbestosi che è stata la prima malattia amianto-correlata riconosciuta dall'INAIL, sono state altresì tabellate come tali anche il carcinoma polmonare e il mesotelioma (pleurico, pericardico e peritoneale), malattie che compromettono anche la popolazione non esposta professionalmente, ma residente in zone del territorio che ospitano insediamenti industriali che lavorano amianto;


infine, va rilevato che l'amianto opera un'azione sinergica di sostegno al altri agenti patogeni, rafforzando il loro potere cancerogeno, e infatti, tra le fasce di popolazione professionalmente esposte ad asbesto, si registra, oltre ad un'elevata mortalità causata da malattie specifiche provocate dall'amianto, anche un forte incremento del tasso generale di mortalità, ed in particolare della mortalità per cancro che colpisce le vie respiratorie e l'apparato gastrointestinale;


dopo questa breve introduzione relativa ai dati eziologici ed epidemiologici, preme esporre la circostanza che in Italia, la lotta alla fibra killer, ha preso le mosse dalla legge n. 257 del 27 marzo 1992 relativa alla cessazione dell'impiego dell'amianto, la prima ad occuparsi anche dei lavoratori ad esso esposti, e che ha fissato alla data del 28 aprile 1994, il divieto per l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto e di prodotti contenenti amianto. Tuttavia non era previsto, un divieto assoluto di impiego di materiali contenenti amianto (ad esempio pezzi di ricambio), acquistati prima del 1994;


la portata rivoluzionaria della citata legge n. 257 del 1992, emerge dal dettato dell'articolo 13, in base al quale sono stati introdotti diversi benefici consistenti in una rivalutazione contributiva del 50 per cento ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un'esposizione al minerale nocivo;


in particolare, tale beneficio è stato previsto in favore dei lavoratori di cave e miniere di amianto, a prescindere dalla durata dell'esposizione (comma 6), per i lavoratori che abbiano contratto una malattia professionale asbesto-correlata in riferimento al periodo di comprovata esposizione (comma 7), e infine per tutti i lavoratori che siano stati esposti per un periodo superiore ai dieci anni (comma 8);


in seguito alla normativa indicata, nel 1995, venne stabilita una procedura amministrativa che coinvolgeva l'INAIL per l'accertamento dei presupposti di legge per il riconoscimento dei predetti benefici previdenziali: in particolare, l'INAIL procedeva all'accertamento dei rischi presso lo stabilimento del datore di lavoro, tramite la cosiddetta CONTARP, ovvero la consulenza tecnica di accertamento dei rischi professionali;


sulla base della mappa del rischio così predisposta e dei curricula professionali dei lavoratori, venivano quindi rilasciati agli stessi, gli attestati dell'eventuale periodo di avvenuta esposizione all'amianto: tale procedura, è stata sostanzialmente confermata con decreto interministeriale del 27 ottobre 2004, adottato ai sensi della legge n. 326 del 2003, che ha però ridotto la rivalutazione contributiva al 25 per cento, e stabilito che il beneficio è utile solo ai fini della misura della pensione e non più, quindi, anche per la maturazione del diritto;



si pone altresì il problema che, il singolo lavoratore, in assenza di una CONTARP, può incontrare serie difficoltà nel documentare in sede amministrativa la propria esposizione all'amianto, dovendo pertanto ricorrere spesso ad un accertamento giudiziale;


infine, occorre ricordare che, oltre alla vigente normativa italiana relativa alla tutela della salute dei lavoratori esposti ad amianto, con il decreto legislativo del 25 luglio 2006, n. 257, entrato in vigore il 26 settembre 2006, lo Stato italiano ha attuato la direttiva 2003/18/CE relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall'esposizione all'amianto durante il lavoro;


tutto ciò premesso, si sottolinea il caso siciliano, visto che nella regione Sicilia si registrano ogni anno 400 decessi accertati per cancro alla pleura, e sono state presentate 36.000 domande di risarcimento da parte di alcune categorie di lavoratori che sono stati a contatto con l'amianto, ma se nel computo si integrassero anche i nuclei familiari, la cifra si moltiplicherebbe. Cosa ancor più allarmante è la consapevolezza che la scia delle vittime è destinata ad allargarsi, poiché come è ormai accertato, i danni di questo minerale killer si manifestano dopo circa venti o più anni, mettendo quindi a repentaglio il benessere delle generazioni future, in totale e assoluto spregio della responsabilità intergenerazionale che deve ispirare la comune condotta civile;


in Sicilia la questione dell'esposizione all'amianto riguarda diversi centri industriali in particolare:


la ex Sacelit, industria che, sita ad Archi, frazione di San Filippo del Mela, in provincia di Messina, dal 1958 al 1993, ha prodotto in Sicilia tubi, contenitori e lastre a base di amianto, e che si è meritata il triste appellativo di «fabbrica della morte» visto che, dal 1975 si sono susseguiti ininterrottamente decessi di lavoratori, e su un totale di 220 dipendenti assunti nel periodo di attività dell'azienda, solo 8 non si sono ammalati di patologie polmonari; nel 2001, è iniziata l'erogazione dei primi risarcimenti agli ex dipendenti e ai familiari dei deceduti;


nel 2007, la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, ha sequestrato lo stabilimento, la cui attività era cessata 14 anni prima, ma l'area non è stata sottoposta a bonifica ed i capannoni dal 2001, erano adibiti a deposito da un'azienda che commerciava in detersivi e prodotti alimentari e solo da due anni, essendo stata inserita come area di bonifica di interesse nazionale, sono stati iniziati i lavori nel terreno esterno e da qualche mese nell'aria interna l'azienda;


la società Pirelli di Villafranca Tirrena, sempre in provincia di Messina, i cui ex dipendenti hanno lavorato sottoposti a rischio amianto, a causa degli impianti di produzione totalmente coibentati e isolati con amianto, con talco contenente tremolite (amianto) e altri prodotti altamente cancerogeni, e devono quindi essere beneficiari dei diritti previdenziali previsti, soprattutto in ragione del terrificante dato che su circa 1.000 ex dipendenti, sono stati già registrati più di 300 decessi direttamente riconducibili all'ambiente di vita e di lavoro e dopo 16 anni dal licenziamento e pensionamento sono ancora in attesa di una sorveglianza sanitaria che doveva tutelarne la loro integrità fisica e salvare qualche vita umana;


l'INAIL di Milazzo, sta conducendo con un atteggiamento che denota, ad avviso degli interpellanti, scarsa sensibilità, pratiche concernenti il riconoscimento delle malattie professionali a coloro che sono stati esposti e le reversibilità ai superstiti;


il tenore delle risposte rese è, con frequenza il seguente: «gli accertamenti effettuati consentono di ritenere il tipo di rischio lavorativo cui è stato esposto non idoneo a provocare la malattia professionale» oppure «per il decesso dell'assicurato non può essere riconosciuto il diritto alla rendita ai superstiti in quanto la morte non è riconducibile all'evento»;


ciò ha portato ad instaurare dei procedimenti legali che, dopo lungo periodo, sono stati e saranno tutti positivi. Si sta inoltre assistendo ad una sorta di conflitto di interesse interno all'INAIL che, momentaneamente, ricopre il duplice molo sia di ente erogatore, che di ente controllore, mentre è indispensabile che i riconoscimenti vengano effettuati direttamente dall'azienda sanitaria provinciale e dello Spresal, che sono gli enti deputati ed autorizzati a procedere alla sorveglianza sanitaria degli ex dipendenti in pensione che sono stati esposti a elementi cancerogeni;


tra l'altro sebbene la disciplina vigente prevede che sia le Asl (recentemente ridenominate «ASP») si attivino per dare avvio ai censimenti ed alle mappature dei fabbricati in cui è presente amianto, sia i proprietari degli immobili informino le Asl al riguardo e, in caso di imprenditori titolari di capannoni industriali, questi sono obbligati a procedere alla nomina di un "responsabile cori compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive connesse al manufatto contenente amianto", in Sicilia non sono mai stati effettuati né i censimenti, né una mappatura del territorio che abbia ad oggetto la presenza di materiale contenente amianto, per cui risulta difficile quantificare ed annoverare esattamente i prodotti nocivi;


c'è grande urgenza di individuare un mezzo di smaltimento dell'amianto, che non sia l'interramento ma un vero impianto di inertizzazione, ovvero un impianto all'interno del quale i prodotti di amianto, vengano trattati a temperature elevatissime di circa 1.200-1.300 gradi, ricavandone un prodotto da utilizzare, eventualmente, come additivo in edilizia -:


quali iniziative, quali impegni verranno assunti e quali azioni verranno implementate per fronteggiare l'emergenza amianto in Sicilia e in particolare con riferimento agli stabilimenti produttivi citati in premessa.


(2-00959)

«Germanà, Ghiglia, Bonciani, Gibiino, Lazzari, Tortoli, Sisto, Cassinelli, Scandroglio, Mario Pepe (IR), Vincenzo Antonio Fontana, Torrisi, Franzoso, Vella, Vignali, Bocciardo, Centemero, Nirenstein, Simeoni, Golfo, Stracquadanio, Biancofiore, Vitali, Lehner, Traversa, Iapicca, Palumbo, Cicu, D'Ippolito Vitale, Antonione, Nastri, Cazzola, Pugliese, Berruti, Calabria, Contento, Barba, De Girolamo, Lisi, Misuraca, Terranova».