Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00899
presentata da
AURELIO SALVATORE MISITI
martedì 30 novembre 2010, seduta n.404
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il giorno 27 giugno 1980, circa alle ore 21, sui cieli vicino all'isola di Ustica, si verificava l'incidente aereo del DC9-Itavia che volava da Bologna a Palermo, provocando la morte di 81 persone tra passeggeri ed equipaggio;
il giorno successivo all'incidente il Ministero dei trasporti nominava una commissione d'inchiesta presieduta dal dottor Carlo Luzzatti che, dopo due anni di lavoro, concludeva scrivendo che una deflagrazione da ordigno esplosivo era stata la causa del disastro, senza indicare se l'esplosione fosse stata interna o esterna al velivolo;
il 21 novembre 1984 il giudice istruttore nominava una seconda commissione presieduta dal professor ingegner Massimo Blasi, incaricata tra l'altro di accertare la natura, esterna o interna, dell'ipotetico fenomeno esplosivo. La commissione, non avendo ancora a disposizione l'insieme del velivolo ma solo una piccola parte, confermava l'ipotesi dell'esplosione, considerandola prima esterna e, successivamente, con l'approfondendo della conoscenza del relitto che man mano veniva portato in superficie, si divideva tra chi propendeva per un'esplosione esterna e chi per una deflagrazione interna;
il 23 novembre 1988 il Consiglio dei ministri nominava una propria commissione non peritale, Pratis, per esaminare la documentazione esistente e riferire al Governo. La commissione accoglieva l'ipotesi di esplosione interna, dovuta a un'azione terroristica resa possibile dalla scarsa efficienza dei sistemi di sorveglianza dell'aeroporto di Bologna;
subito dopo la conclusione della prima fase dei lavori del collegio peritale Blasi - marzo 1989 - il Ministro della difesa dava mandato al Capo di Stato maggiore dell'aeronautica - generale Franco Pisano - di svolgere un'inchiesta amministrativa sul comportamento degli enti e dei comandi dipendenti dalla forza armata per individuare eventuali carenze, negligenze o disfunzioni. Nel condurla non doveva interferire né con l'attività della magistratura, né con quella della commissione Pratis, che era invece tenuta ad approfondire l'indagine in ambito internazionale. Tale inchiesta confermava l'estraneità della forza armata nel determinarsi dell'incidente;
il 31 agosto 1990 l'autorità giudiziaria costituiva un collegio peritale non più solo italiano ma internazionale, formato da undici personalità tecnico-scientifiche di indiscussa competenza nel settore, presieduta dal professor Aurelio Misiti, preside della facoltà di ingegneria dell'università La Sapienza di Roma, con vicepresidente il professor Paolo Santini, riconosciuto in campo mondiale come uno dei maggiori esperti di ingegneria aeronautica e composta inoltre da: Carlo Casarosa, professore della facoltà di ingegneria dell'università di Pisa; Antonio Castellani, professore dell'università La Sapienza di Roma e del CNR; Dennis C. Cooper, professore dell'università di Birmingham - Gran Bretagna; Hans Försching, professore dell'università di Braunschweig, Repubblica federale tedesca; Gunno Gunnvall, ufficio analisi radar del Ministero della difesa, Stoccolma, Svezia; Manfred Held, MBB - Deutsche Aerospace, Schrobenhausen, Repubblica federale tedesca; Goran Lilja, The Aeronautical Research Institute of Sweden, Broma, Svezia; Giovanni Picardi, professore della facoltà di ingegneria dell'università di Roma; Francis A. Taylor, direttore del Cranfield Aviation Safety Centre, Gran Bretagna;
il lavoro di questo collegio internazionale nominato dal giudice istruttore Vittorio Bucarelli, e poi confermato sostanzialmente dal giudice istruttore, Rosario Priore, ha depositato la perizia dopo aver vagliato per quattro anni tutte le ipotesi in campo, dal missile alla quasi collisione, dal cedimento strutturale all'esplosione, arrivando alla conclusione unanime che l'incidente era stato provocato da una deflagrazione all'interno della toilette del velivolo, che nel frattempo era stato ricostruito a Pratica di Mare;
a beneficio del collegio Misiti, il giudice Rosario Priore richiedeva una perizia all'ingegner Protheroe - A.I.B., senior inspector of air accidents - il quale riferiva al giudice con una relazione datata 12 gennaio 1992. Esaminato il relitto in tutte le sue parti l'ingegner Protheroe così concludeva: «Sulla base delle evidenze disponibili si può affermare che la causa più probabile [del disastro] fu un'esplosione interna nell'area posteriore della cabina [passeggeri], davanti alla presa d'aria dei motori»;
il 10 ottobre 1995 il giudice istruttore nominava un collegio di nuovi periti radaristi composto dal professor Enzo Dalle Mese, del professor Roberto Tiberio e dal colonnello Franco Donali. Il nuovo collegio confermava la non manipolazione dei nastri radar, la congruenza di tutte le registrazioni radar con la situazione aerea intorno al DC-9, l'assenza di aerei attorno al DC-9 in un raggio di 50-60 NM;
le varie perizie escludono le possibili ipotesi del cedimento strutturale spontaneo e della collisione, mentre quelle svolte a relitto recuperato rigettano l'ipotesi del missile ed indicano come unica tecnicamente possibile quella dell'esplosione interna;
i pubblici ministeri Giovanni Salvi, Vincenzo Roselli e Settembrino Nebioso, che hanno seguito costantemente i lavori del collegio peritale, in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, affermavano: «l'ipotesi che il DC-9 sia stato colpito da missile è dunque priva di supporto probatorio per ciò che concerne gli elementi desumibili dall'esame del relitto» e inoltre la pubblica accusa ammetteva che «l'esplosione all'interno dell'aereo in zona non determinabile di un ordigno è dunque la causa della perdita del DC-9 per la quale sono stati individuati i maggiori elementi di riscontro. Certamente, invece, non vi sono prove dell'impatto di un missile o di una testata»;
il tribunale di Roma, dopo aver ascoltato in corte di assise i periti del collegio internazionale, con sentenze di primo grado e di appello, confermate dalla Corte di Cassazione, assolveva con formula piena perché il fatto non sussiste gli ufficiali dell'Aeronautica militare italiana. Essi erano stati rinviati a giudizio con ordinanza del giudice istruttore, Rosario Priore, che, non tenendo conto delle risultanze di tutte le perizie tecniche basava la sua accusa di alto tradimento su presunte omesse informazioni dell'Aeronautica militare verso le autorità civili e la magistratura su una ipotetica guerra aerea avvenuta il 27 giugno 1980 sui cieli di Ustica;
l'ipotetica guerra aerea, impropriamente riportata come certa dai curatori del Museo per la memoria di Ustica nella città di Bologna, è stata smentita dalla Nato, dagli Stati Uniti e dalla Francia con lettere ufficiali dei presidenti Clinton e Chirac;
appare imprescindibile, ad avviso degli interpellanti, l'individuazione degli autori e dei possibili mandanti del disastro aereo di Ustica -:
se il Governo sia al corrente della guerra aerea che si sarebbe svolta la sera del 27 giugno 1980 intorno alle ore 21 sui cieli italiani tra Grosseto e Ustica, ipotizzata dal giudice Rosario Priore, tenuto conto, tra l'altro, che il Museo per la memoria di Ustica a Bologna, in un suo dépliant, dà per certa tale guerra aerea;
in attesa di un eventuale risarcimento, se e quali iniziative siano state adottate per l'indennizzo dei parenti delle vittime.
(2-00899)
«Misiti, Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Brancher, Soglia, Marinello, Marsilio, Stasi, De Siano, Petrenga, Milanese, Del Tenno, Speciale, Mazzoni, Holzmann, Barbieri, Ruggeri, Poli, Marcazzan, Mondello, Tanoni, Mazzuca, Scalera, Pizzolante, Ceroni, Tortoli, Garofalo, Minardo, Luciano Rossi, Lusetti, Barbareschi, Pili, Vella, Iannarilli, Bonciani, Tommaso Foti, Ghiglia, Murgia, Boniver, De Luca, Barani».