ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00876

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 391 del 08/11/2010
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 03/11/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 03/11/2010
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 03/11/2010
MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI 03/11/2010
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 03/11/2010
MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI 03/11/2010
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 03/11/2010
RAZZI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 03/11/2010
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI 03/11/2010
ZAZZERA PIERFELICE ITALIA DEI VALORI 03/11/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 03/11/2010
Stato iter:
25/11/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/11/2010
Resoconto FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 25/11/2010
Resoconto RAVETTO LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 25/11/2010
Resoconto FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/11/2010

SVOLTO IL 25/11/2010

CONCLUSO IL 25/11/2010

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00876
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
lunedì 8 novembre 2010, seduta n.391

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:


il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (PNAF) che pianifica per le emittenti televisive il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale terrestre, assegna in ciascuna area tecnica 25 frequenze ad emittenti televisive nazionali ed almeno 13 frequenze ad emittenti locali (articolo 3, comma 5.1 legge n. 249 del 1997);


mentre le frequenze destinate dal PNAF alle emittenti nazionali sono quelle assegnate, a livello internazionale all'Italia, secondo quanto previsto dall'Accordo di Ginevra (2006), per le emittenti locali rimangono le frequenze assegnate ad altri Paesi, il cui libero utilizzo non è pertanto garantito, in quanto gli accordi internazionali le hanno attribuite agli Stati esteri affacciati sull'Adriatico, in particolare Slovenia, Croazia, Bosnia, Albania e Montenegro, e che tale sovrapposizione, indipendentemente dalla legittimità, comporta un rischio di interferenze;


per l'area adriatica, il reperimento delle frequenze deve necessariamente tenere conto degli accordi internazionali (Ginevra 2006) e delle frequenze effettivamente disponibili a livello nazionale per il passaggio dal sistema televisivo analogico a quello digitale terrestre;


il calendario per il completamento del passaggio al digitale terrestre si concluderà entro il 2012 ed è pertanto necessario che le frequenze destinate alle emittenti locali siano conosciute per tempo e verificate sul loro effettivo utilizzo;


l'assegnazione alle sole emittenti nazionali delle frequenze che in sede internazionale sono destinate all'uso esclusivo dell'Italia fa fortemente preoccupare le regioni e le televisioni locali, in quanto proprio queste ultime sono così a rischio di sopravvivenza. Senza garanzie concrete di utilizzo delle frequenze a loro assegnate, le emittenti locali si troverebbero ad affrontare nuovi investimenti con il rischio di oscuramento del loro segnale in parte o in gran parte del territorio su cui operano da anni. Né è agevole ipotizzare una rilocalizzazione delle antenne, in quanto tale operazione comporterebbe un grosso sforzo economico senza alcuna garanzia effettiva di non interferenza con i segnali esteri;


nelle regioni italiane nelle quali è avvenuto, o si sta avviano, lo «switch-off», si è proceduto, o si sta procedendo, ad assegnare frequenze destinate dal PNAF all'emittenza locale senza una preventiva simulazione dei problemi di interferenza che si potranno presentare, ma affrontando la questione solo a pochi giorni dallo switch off o addirittura a switch off avvenuto;


pur essendo la materia delle comunicazioni disciplina concorrente tra Stato e regioni queste ultime, nonostante l'approvazione di uno strumento di pianificazione (il PNAF), non sono state portate a conoscenza delle frequenze sulle quali l'informazione televisiva locale potrà operare;


per le regioni adriatiche le emittenti locali rappresentano un importante patrimonio per la loro identità culturale ed economica, indispensabile per un sistema radiotelevisivo pluralistico e democratico;


è indispensabile garantire la loro sopravvivenza, proprio in attuazione dei principi di «massimo grado di pluralismo del sistema radio-televisivo a livello locale» e la «massima efficienza allocativa», citati in premessa dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (PNAF), approvato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) il 15 giugno 2010 con delibera 300/10/CONS - pubblicata il 28 giugno 2010 - ma che di fatto non trovano nella stessa adeguata attuazione;


il Coordinamento nazionale dei comitati per le comunicazioni delle regioni e delle province autonome il 2 luglio scorso, facendo seguito all'appello pervenuto dalle emittenti locali di varie regioni dell'Adriatico, ha approvato un documento che sottolinea l'assoluta necessità di garantire alle emittenti locali la riserva di almeno 1/3 delle frequenze pianificabili effettivamente fruibili, in modo da rispondere alle esigenze di tutte le emittenti delle regioni che si affacciano sull'Adriatico;


anche le organizzazioni di categoria delle emittenti televisive hanno preso posizione in merito, segnalando difficoltà per le aree di confine. In particolare, risulta che nella regione Veneto l'emittente «Rete Veneta», il 19 luglio 2010, ha presentato ricorso al TAR contro la delibera 300/10/CONS dell'Agcom, denunciando il potenziale danno che l'attuazione della delibera arrecherebbe;


per le regioni adriatiche la situazione relativa alle frequenze appare delicata e urgente in quanto il mare Adriatico non costituisce una efficace barriera fisica alla propagazione dei segnali televisivi della prospiciente Croazia e che attualmente in alcune aree costiere si registrano disturbi provenienti dalle tv, nazionali e locali, dei Paesi costieri della ex-Jugoslavia, nonostante non siano utilizzate le medesime frequenze delle tv locali;


per le caratteristiche proprie delle frequenze digitali, l'interferenza tra segnali comporterebbe il totale oscuramento dell'emittente locale e la conseguente scomparsa delle tv locali stesse;


a pochi mesi dallo «switch-off» molte delle regioni adriatiche non sono ancora a conoscenza delle frequenze che verranno attribuite alle emittenti locali del proprio territorio, né è a conoscenza delle frequenze che saranno assegnate alle altre regioni italiane, ancora in attesa di «switch-off». Pertanto, in mancanza di un processo di armonizzazione anche nazionale, non è possibile escludere eventuali problemi di interferenza;


attualmente, non si è a conoscenza di avvenuti studi tecnici e simulazioni che escludano il rischio di interferenze tra i canali che saranno attribuiti all'emittenza locale delle regioni adriatiche e i canali che, secondo gli accordi internazionali, apparterranno alle emittenti degli Stati esteri della medesima costa adriatica;


la mancata comunicazione, con congruo anticipo rispetto al termine per lo «switch-off» previsto per le regioni adriatiche, delle frequenze che saranno loro assegnate, non consente lo studio di soluzioni preventive che potrebbero evitare o limitare i problemi relativi alle interferenze, agendo per esempio sull'orientamento delle antenne di ricezione;


tale scenario rischia di determinare l'oscuramento del segnale ed il conseguente blocco delle trasmissioni e la successiva grave crisi del sistema radio-televisivo locale che rappresenta a tutti gli effetti un importante settore economico e occupazionale del territorio regionale;


tale oscuramento lederebbe, in modo sostanziale, il pluralismo dell'informazione locale -:


se e quali iniziative il Ministro abbia intrapreso o intenda intraprendere a livello nazionale per scongiurare il manifestarsi di uno scenario che porterebbe alla morte del sistema radiotelevisivo locale italiano;


se il Ministro sia a conoscenza di quali siano le frequenze che il PNAF assegna alle regioni adriatiche, con adeguato anticipo rispetto alla data dello «switch-off», in modo da poter consentire a ciascuna regione e agli altri enti locali, lo studio di possibili soluzioni;


se il Ministro intenda costituire e convocare un tavolo tecnico delle regioni adriatiche per rafforzare, in modo condiviso e coordinato, la questione dell'assegnazione delle frequenze alle emittenti locali, in modo da avviare un confronto e un processo di armonizzazione delle frequenze tra le regioni interessate e tra queste ultime ed i paesi esteri che si affacciano sull'Adriatico, come previsto dalle direttive europee.


(2-00876)
«Di Pietro, Donadi, Favia, Monai, Borghesi, Mura, Di Stanislao, Razzi, Di Giuseppe, Zazzera».