ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00866

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 386 del 20/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: REGUZZONI MARCO GIOVANNI
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 20/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
POLLEDRI MASSIMO LEGA NORD PADANIA 20/10/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 20/10/2010
Stato iter:
28/10/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/10/2010
Resoconto POLLEDRI MASSIMO LEGA NORD PADANIA
 
RISPOSTA GOVERNO 28/10/2010
Resoconto MANTOVANO ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 28/10/2010
Resoconto POLLEDRI MASSIMO LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/10/2010

SVOLTO IL 28/10/2010

CONCLUSO IL 28/10/2010

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00866
presentata da
MARCO GIOVANNI REGUZZONI
mercoledì 20 ottobre 2010, seduta n.386

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:

domenica scorsa a Novi, in provincia di Modena, una donna pakistana è stata brutalmente assassinata e la figlia è stata gravemente ferita al termine di una lite familiare con il marito e l'altro figlio della coppia;

stando alle notizie riportate dagli organi di stampa il movente che ha scatenato la violenza è riconducibile alla ribellione della giovane ventenne ad un matrimonio combinato;

secondo la ricostruzione del crimine, la donna pakistana Begm Shnez, per aver preso le difese della giovane figlia, sarebbe stata uccisa con una pietra dal marito cinquantenne, mentre la figlia sarebbe stata colpita a sprangate con l'aiuto del fratello 19enne;

le notizie riportate dai media indicano nell'assassino, marito della vittima, il capo spirituale della comunità islamica presente nel territorio del comune di Novi (Modena) e referente religioso della moschea abusiva, ricavata in un locale di sua proprietà;

come dichiarato dall'associazione avvocati matrimonialisti (Ami): «il grave episodio di violenza, sfociato ancora una volta nell'assassinio, appartiene a un fenomeno molto radicato anche in Italia che vede protagonisti, quasi sempre, cittadini immigrati da India, Bangladesh, Pakistan e da alcuni Paesi nordafricani (in particolare di Marocco e Tunisia), un fenomeno che coinvolge spesso ragazze minorenni, costrette dalle famiglie a sposare uomini molto più anziani e a volte malati»;

i fatti di sangue, che hanno visto donne straniere residenti in Italia vittime di una violenza armata dalla sottomissione irragionevole a dettami fanatico-religiosi, meritano giustizia e attenzione: Saana Dafani ferita a morte con arma da taglio dal padre perché frequentava un giovane italiano, Hina, uccisa selvaggiamente dalla sua famiglia perché colpevole di essersi troppo «occidentalizzata», Maha, tunisina, picchiata a sangue perché osava uscire senza il consenso della famiglia, Khaur costretta al suicidio come unica via di fuga da un matrimonio combinato impostole dalla sua famiglia, sono soltanto gli ultimi tristi episodi di una diffusa e allarmante ferocia nei confronti di donne che osano ribellarsi al teodispotismo coranico;

i dati raccolti da associazioni di rappresentanza del mondo femminile islamico segnalano che l'86 per cento delle donne islamiche presenti in Italia sono analfabete e non conoscono il sistema alfanumerico; l'80 per cento non esce di casa se non accompagnata da figure maschili della famiglia di appartenenza; solo il 10 per cento delle 400.000 donne islamiche presenti in Italia conduce una vita che, secondo gli standard socio-statistici, potrebbe definirsi normale;

nelle famiglie di immigrati di fede islamica emerge una profonda disparità di diritti tra uomo e donna e nell'educazione dei figli, nonché la mancanza di un'istruzione adeguata;

sono sempre più diffuse le denunce da parte di donne di fede islamica che lamentano una scarsa attenzione del nostro Paese ad episodi di maltrattamenti conseguenti ad unioni poligamiche;

il maschilismo e la misoginia, mascherati da precetti religiosi, sono la causa di queste tragedie femminili legate a matrimoni combinati, a matrimoni poligamici e all'assoluto divieto dell'integrazione delle donne musulmane in seno alla società italiana;

tali atti si indirizzano, soprattutto, nei confronti delle donne e dei soggetti, che, in questi contesti, vivono in una condizione di debolezza;

sono oltre 3,3 milioni gli stranieri presenti in Italia, il 5,7 per cento della popolazione complessiva. Negli ultimi 15 anni la componente straniera è triplicata. Se questo tasso di crescita dovesse mantenersi, la prospettiva è un raddoppio della popolazione straniera circa ogni tre anni;

l'aumento esponenziale del fenomeno dell'immigrazione da Paesi di cultura islamica ha messo a dura prova le politiche di integrazione facendo emergere problematiche di diversa natura estremamente complicate e difficili da dirimere. Se, da un lato, è difatti connaturata nella storia democratica del nostro Paese una politica di integrazione e tolleranza, dall'altro lato non è più accettabile procrastinare interventi volti a garantire il rispetto della legalità da parte delle comunità musulmane presenti nel nostro territorio;

nel nostro Paese gli uomini e le donne di fede musulmana sono circa 1 milione, poco più di 10.000 invece gli italiani convertiti all'Islam. Di fondamentale importanza è analizzare come si è organizzata questa comunità in Italia, dove opera, come agisce e da chi è finanziata;

in Italia il fenomeno sociale della diffusione di centri islamici e moschee, in molti casi abusivi, sta subendo negli ultimi anni un'allarmante crescita esponenziale. Nel giro di poco tempo sono sorte in tutta Italia moschee di dimensioni enormi, centri culturali e religiosi, scuole coraniche e attività commerciali gestite direttamente dalle comunità musulmane (macellerie, phone center, e altro);

la violenza contro le donne è un fenomeno che ha assunto negli ultimi decenni una visibilità crescente, suscitando una progressiva attenzione fino a diventare un problema che necessita di una priorità di azione sia a livello internazionale che nell'ambito dei governi locali;

l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e l'Unione europea definiscono la violenza alle donne nell'accezione di «violenza di genere», cioè una violenza che si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi e nel desiderio di possesso e di controllo da parte del genere maschile su quello femminile;

la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1979, ratificata dall'Italia nel 1985, rappresenta uno degli strumenti di diritto internazionale più importanti in materia di tutela dei diritti umani delle donne. La Convenzione impegna gli Stati che l'hanno sottoscritta ad eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne, nell'esercizio dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, indicando una serie di misure cui gli Stati devono attenersi per il raggiungimento di una piena e sostanziale uguaglianza fra donne e uomini;

i diritti delle donne costituiscono parte integrante ed inalienabile di quel patrimonio di diritti universali in cui si riconoscono le moderne società democratiche;

è necessario quindi ribadire come non vi potrà mai essere integrazione senza la preventiva accettazione da parte di tutta la comunità islamica del principio fondamentale della separazione inequivocabile tra la sfera laica e quella religiosa e delle normative vigenti in materia di libertà individuale e di pensiero, di obbligo scolastico, di autodeterminazione e di uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge, di status giuridico o religioso delle donne, di rispetto del diritto di famiglia e dell'istituto del matrimonio, dei minori e dei non credenti e di trattamento degli animali;

l'Islam si presenta fin dalle origini come un progetto globale che include tutti gli aspetti della vita. Include un modo di vivere, di comportarsi, di concepire il matrimonio, la famiglia, l'educazione dei figli, perfino l'alimentazione. In questo sistema di vita è compreso anche l'aspetto politico: come organizzare lo Stato, come agire con gli altri popoli, come rapportarsi in questioni di guerra e di pace, come relazionarsi agli stranieri e altro. Tutti questi aspetti sono stati codificati a partire dal Corano e dalla sunna e sono rimasti «congelati» nei secoli. La legge religiosa determina la legge civile e gestisce la vita privata e sociale di chiunque vive in un contesto musulmano e, se questa prospettiva è destinata a rimanere immutata, come è accaduto finora, la convivenza con chi non appartiene alla comunità islamica non può che risultare difficile -:

quali iniziative il Ministro intenda adottare per contrastare il fenomeno allarmante che si sta diffondendo nel nostro Paese in merito ad atti e comportamenti che violano la libertà individuale della donna.


(2-00866) «Reguzzoni, Polledri».