Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00711
presentata da
LAURA GARAVINI
martedì 11 maggio 2010, seduta n.319
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
le azioni di Governo compiute negli ultimi anni sulla rete diplomatico-consolare sia in termini di attribuzione di risorse finanziarie che di adozione di soluzioni organizzative, sono ad avviso degli interpellanti in evidente contraddizione con l'esigenza di renderla più estesa e moderna al fine di consentire al Paese di competere adeguatamente a livello globale;
questa divaricazione si evidenzia sia sul piano degli interventi riguardanti la presenza decentrata del Ministero degli esteri che su quello relativo a strumenti promozionali non meno importanti, quali gli istituti di cultura, le scuole e i corsi di lingua e cultura italiana all'estero, l'ICE e le camere di commercio;
in applicazione della legge finanziaria per il 2007 (n. 296 del 2006, articolo 1, comma 404) è stato avviato e realizzato un percorso di «razionalizzazione», articolato in tre fasi successive, che ha comportato nel recente passato una drastica contrazione della rete diplomatico-consolare;
il Ministero degli affari esteri, al di fuori di ogni prescrizione normativa, ha avviato una quarta fase di riduzione della presenza all'estero dell'amministrazione dello Stato italiano che prevede, tra la fine del 2009 e l'inizio del 2011, la chiusura di diciotto sedi consolari (tredici in Europa, due negli Stati Uniti, due in Australia, uno in Sudafrica), con prevedibili conseguenze negative per l'accesso ai servizi da parte delle comunità italiane e per le condizioni logistiche di lavoro del personale assunto in loco;
l'Amministrazione ha accompagnato questa quarta fase di «razionalizzazione» con un piano di riduzione dei costi ammontante a otto milioni di euro, che alla prova dei fatti si è rivelato impreciso, in quanto non si sono calcolati realisticamente gli oneri di trasferimento del personale, degli archivi, nonché quelli della sistemazione logistica delle sedi riceventi e del reperimento di nuovi spazi;
sulla quarta fase la Commissione esteri della Camera dei deputati è intervenuta nel luglio del 2009 con una risoluzione (atto n. 7-00193) con la quale si impegnava in modo unanime il Governo a riconsiderare le modalità di razionalizzazione degli uffici consolari all'estero, ad applicare il processo di revisione e ammodernamento delle procedure amministrative, nonché ad accelerare l'informatizzazione destinata al funzionamento del «consolato digitale», a verificare le modalità trasnazionali di accesso alle strutture consolari da parte dei nostri cittadini; la risoluzione impegnava, altresì, il Governo a presentare una nuova ipotesi di intervento al Parlamento e al CGIE entro il 2009;
la presentazione, da parte del sottosegretario Alfredo Mantica, della nuova ipotesi di «razionalizzazione» della rete diplomatico-consolare, avvenuta nel corso della riunione congiunta delle Commissioni esteri di Camera e Senato del giorno 23 febbraio 2010 e sostanzialmente confermata dalla Relazione di Governo al comitato di presidenza del Consiglio generale degli italiani all'estero presentata in data 26 marzo 2010, non solo non ha comportato alcuna novità rispetto al piano già respinto dalla Commissione esteri della Camera, ma ha riaperto alcune ipotesi di chiusura che sembravano scongiurate, come quelle riguardanti i consolati di Detroit, di Philadelphia, di Brisbane, di Adelaide, di Saarbrücken e l'agenzia consolare di Mannheim. In generale non ha offerto alcun parametro obiettivo di efficienza, funzionalità gestionale e semplificazione delle procedure a sostegno delle decisioni assunte;
di fronte alle ipotesi di chiusura di consolati che finora hanno avuto un'insostituibile funzione di servizio a beneficio di consistenti comunità italiane e di promozione dell'interscambio economico-commerciale e culturale con aree di importanti Paesi, come la Germania, la Svizzera, la Francia, l'Australia e altri, si sono manifestate esplicite riserve da parte di interlocutori internazionali e manifestazioni di disponibilità a trovare soluzioni, soprattutto logistiche, capaci di evitare ulteriori costi. Di tali disponibilità non si è tenuto conto nella nuova ipotesi governativa di razionalizzazione della rete diplomatico-consolare;
la comparazione tra i risparmi preventivati e i costi politici e sociali da pagare nei confronti dei nostri interlocutori internazionali e delle comunità italiane non giustifica l'insistenza sulla cosiddetta quarta fase di «razionalizzazione» e, meno ancora, il perseguimento di ulteriori tagli;
la sperimentazione nel frattempo avviata di esperienze di innovazione tecnologica, quale il «consolato digitale», pur avendo una indiscutibile valenza strategica, alla prova dei fatti non consente di recuperare in tempi idonei gli standard di servizio assicurati dalla rete esistente;
più certi e consistenti risparmi utili per una maggiore efficienza della rete diplomatico-consolare, si potrebbero realizzare riducendo i margini di spreco e le duplicazioni presenti nella struttura esistente, unificando, ad esempio, in un'unica figura di riferimento diplomatico le diverse rappresentanze operanti nella stessa sede (Bruxelles, Parigi e Vienna), integrando gli uffici amministrativi nelle stesse località, promuovendo una più estesa applicazione delle procedure di semplificazione amministrativa, razionalizzando l'assetto logistico delle nostre rappresentanze, trasformando alcuni consolati generali in agenzie consolari presso le ambasciate presenti nella stessa città, evitando, a fronte di generalizzate difficoltà finanziarie, l'aumento dell'indennità di sede per i diplomatici -:
se non intenda predisporre e presentare alle Camere in tempi rapidi un piano di reale «razionalizzazione» della rete diplomatico-consolare basato sui seguenti orientamenti: il superamento delle azioni di chiusura in corso, l'eliminazione degli sprechi, numerosi e diffusi, che persistono nella rete, l'adozione di misure di semplificazione amministrativa da tempo annunciate ma solo in piccola parte realizzate, l'accelerazione, sulla base di investimenti adeguati in termini di risorse finanziarie e umane, dei programmi di rinnovamento tecnologico capaci di far conseguire in tempi precisi e ragionevoli gli standard di efficienza necessari.
(2-00711)
«Garavini, Marchi, Nannicini, Luongo, Pisicchio, Brandolini, Ciriello, Zucchi, Vannucci, Miglioli, Sbrollini, Rampi, Fluvi, Giulietti, Porta, Brugger, Zunino, Livia Turco, Boccuzzi, Pompili, Tempestini, Calgaro, Boffa, Graziano, Cuperlo, Ginoble, Misiti, Letta, Minniti, Fiorio, Baretta, Bobba, Gozi, Bindi, Cardinale, D'Antoni, D'Incecco, Fadda, Genovese, Giacomelli, Giorgio Merlo, Meta, Piccolo, Sanga, Sarubbi, Tidei, Tullo, Razzi».