Atto Camera
Interpellanza 2-00573
presentata da
ALESSANDRO BRATTI
martedì 22 dicembre 2009, seduta n.261
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
Donato Bergamini, conosciuto come Denis Bergamini, calciatore del Cosenza, il 18 novembre del 1989, morì a soli 29 anni a Roseto Capo Spulico, nella zona dell'alto Jonio cosentino, investito da un autotreno lungo la statale 106 ionica;
il conducente del mezzo, Raffaele Pisano, 53 anni, imputato di omicidio colposo, fu assolto «per non avere commesso il fatto»;
la sentenza venne confermata dalla Corte d'appello di Catanzaro: la tesi dei giudici, sia in primo grado che in appello, fu che Bergamini si fosse suicidato;
ancora oggi, però, a venti di distanza, la morte di Bergamini, deve ancora trovare la sua verità;
le indagini hanno lasciate aperte una serie di interrogativi e tralasciando alcune evidenze di cui non si può assolutamente non tenere conto;
la magistratura dapprima ha dato credito alla tesi del suicidio, poi a quella di omicidio colposo, ma alla fine del processo l'imputato, ovvero il camionista, è stato assolto. Per la pubblica accusa il giocatore non era un suicida, per i giudici lo era;
la versione del suicidio, sostenuta presenta molte contraddizioni e incongruenze;
secondo la perizia eseguita grazie alle pressione dei legali della famiglia Bergamini il calciatore presentava uno sfondamento toracico e uno schiacciamento dell'addome, e l'autopsia esclude la tesi che Bergamini fosse stato travolto dal camion ma piuttosto sormontato da un mezzo;
all'epoca dei fatti secondo le dichiarazioni rese dal padre, Domizio Bergamini alcuni esponenti delle forze dell'ordine che accreditavano la tesi dell'omicidio sarebbero stati trasferiti alla questura di Cosenza;
il libro di Petrini, «Il calciatore suicidato», insieme ad altre inchieste giornalistiche e alla trasmissione Chi l'ha visto?, hanno dato un grande impulso alla riapertura del caso, almeno sotto il profilo mediatico;
si svolgerà nei prossimi giorni una manifestazione popolare a Cosenza per chiedere di rivedere il caso Bergamini -:
se corrisponda al vero che all'epoca dei fatti secondo le dichiarazioni del padre, Domizio Bergamini, alcuni esponenti delle forze dell'ordine che accreditavano la tesi di omicidio siano stati trasferiti dalla questura di Cosenza.
(2-00573)
«Bratti, Veltroni, Lolli, Franceschini, Villecco Calipari, Minniti».