ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00517

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 235 del 20/10/2009
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/10/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SORO ANTONELLO PARTITO DEMOCRATICO 20/10/2009
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 20/10/2009
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 20/10/2009
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 20/10/2009
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 20/10/2009
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 20/10/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 20/10/2009
Stato iter:
22/10/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/10/2009
Resoconto ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 22/10/2009
Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 22/10/2009
Resoconto ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/10/2009

SVOLTO IL 22/10/2009

CONCLUSO IL 22/10/2009

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00517
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
martedì 20 ottobre 2009, seduta n.235

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:

la recente visita del Ministro degli affari esteri di fine settembre a Minsk era volta a rafforzare i rapporti bilaterali tra Italia e Bielorussia con l'obiettivo di fare da «apripista» della nuova politica europea di apertura al Paese sospeso dodici anni fa dal Consiglio d'Europa per via di persecuzioni politiche, esecuzioni capitali e altri trattamenti disumani e degradanti praticati sotto il regime di Aleksandr Lukashenko, ad avviso degli interpellanti l'ultimo dittatore del Vecchio Continente che da quando ha preso il potere nel 1994, ha applicato la pena di morte centinaia di volte e mostrato clemenza una volta sola;

questa recente visita ha sostanzialmente coinciso con la decisione della Corte Suprema di condannare a morte in via definitiva Vasil Yuzepchuk, uno zingaro di trent'anni detenuto nel braccio della morte del carcere di Minsk;

il 13 ottobre 2009, il presidente Lukashenko ha rigettato la domanda di grazia e, forse, scritto la parola fine sulla vita di questo gipsy incapace di leggere e scrivere e, forse, anche di intendere e volere;

Vasil Yuzepchuk era nato in Ucraina, ma all'età di sette anni era già in Bielorussia, nel villaggio di Tataryia, distretto di Drahichyn, regione di Brest. Da quando è nato, non è mai andato a scuola e non ha mai avuto un lavoro fisso. Si guadagnava da vivere aiutando gli abitanti del villaggio a sbrigare alcune faccende domestiche come pelare patate, tagliare e portar via l'erba;

Vasil Yuzepchuk aveva piccoli precedenti per furto di galline e una perizia lo ha ritenuto non completamente capace di intendere e di volere;

a Vasil Yuzepchuk sono stati imputati l'uccisione di sei anziane signore, una serie di furti nel distretto di Drahichyn, una rapina a mano armata nella regione di Hrodna ed è il primo sospettato di altri, delitti orribili che hanno sconvolto il Paese negli ultimi due anni;

una campagna stampa lo ha dipinto come un pericoloso serial killer condannandolo ancor prima della pronuncia della sentenza mentre nessun organo di stampa del regime ha pubblicato alcunché sul fatto che, una volta catturato, Yuzepchuk era stato picchiato e minacciato di arresto dell'intera famiglia. Lo zingaro ha denunciato anche di essere stato tenuto a lungo in una cella di rigore, senza luce e senza cibo, costretto a prendere pillole strane e a bere alcool;

queste dichiarazioni di Vasil Yuzepchuk non sono state prese in considerazione dal tribunale, nonostante un perito avesse certificato che le ferite sul suo corpo erano compatibili con il tempo e le circostanze della sua detenzione nel carcere giudiziario di Brest e nonostante Vasil, durante il processo, avesse tentato di spiegare perché sotto interrogatorio si era autoaccusato confessando sei omicidi: «Volevano che ne confessassi altri, ma a un certo punto gli ho detto di smetterla di guadagnare punti a mie spese»;

chi lo ha visto dietro le sbarre della gabbia degli imputati il giorno dell'udienza alla corte suprema ha avuto un'impressione totalmente diversa dal suo ritratto «ufficiale». Iryna Toustsik, un'attivista della campagna Difensori dei diritti umani contro la pena di morte in Bielorussia, ha descritto un uomo piccolo e gracile e dall'aspetto a dir poco pietoso, che dalle poche e a volte incomprensibili parole espresse non dimostrava di afferrare bene che cosa gli stesse accadendo intorno. «A giudicare dalle sue dichiarazioni, ha una scarsa conoscenza dei fatti e ha perso la dimensione del tempo. Non distingue i mesi, non sa dire in che mese un certo fatto è accaduto, sa dire solo se era inverno o estate», ha commentato l'attivista;

gli oppositori della pena di morte continuano a citare l'ex giudice Yuri Sushkov, scappato dalla Bielorussia nel 1999 e ora in esilio in Germania, che ricorda come i giudici del suo Paese erano sollecitati a condannare a morte anche in assenza di prove e i sospettati venivano torturati per farli confessare. Gli avvocati difensori sostengono che il processo a Vasil tutto può essere definito fuorché un «giusto processo». «Esami medici hanno documentato le percosse», ha detto uno di loro, Igor Rabtsevich, che ora si chiede: «Come si può giustiziare un uomo quando sul caso ci sono così tanti dubbi?»;

Varvara, la madre di Yuzepchuk e di altri quattro figli, ha 52 anni e vive con venti euro al mese nel villaggio di Tataryia, in una casa decrepita dove i topi la fanno da padroni. Non crede che suo figlio abbia ucciso qualcuno ed è convinta che l'origine etnica sia stata decisiva nel suo caso: «hanno trovato uno zingaro indifeso e analfabeta cui addossare la responsabilità degli omicidi». Varvara ha già attaccato un nastro nero intorno alla fotografia del figlio: pensa che le speranze di salvezza per il figlio siano totalmente svanite, visto e considerato che la sentenza è passata in giudicato e il Presidente non gli ha concesso la grazia. «È rimasto qualcuno cui interessi la sorte di uno zingaro analfabeta?», si chiede ora la donna che non può sapere il luogo e la data dell'esecuzione che in Bielorussia sono coperti dal segreto di Stato, così come non saprà il luogo dove verrà sepolto il corpo del figlio quando sarà giustiziato;

al rientro a Roma dal viaggio in Bielorussia, il Ministro ha riferito di un primo «importante» contatto con la FIAT, ha confermato «il fortissimo interesse di Finmeccanica a essere presente ancora di più nel Paese», ha annunciato una visita a breve del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per stringere rapporti di cooperazione e, magari, già «firmare alcuni accordi economici» ...ma ha anche detto di essere «rimasto colpito» dal fatto che il presidente Lukashenko ha istituito un comitato consultivo permanente sui diritti umani e che il parlamento ha creato una commissione per discutere dell'abolizione della pena di morte;

al di là della sua innocenza o della sua colpevolezza, il caso di una persona che rischia di essere giustiziata con un colpo di pistola alla testa, pratica rimasta invariata dai tempi dell'Unione sovietica, per la Farnesina e Palazzo Chigi potrebbe essere un primo, piccolo ma urgente, banco di prova delle buone relazioni tra Roma e Minsk, del credito che è stato dato a quella che gli interpellanti appare essere l'ultima dittatura d'Europa che promette di voltare pagina e della buona fede di un presidente che dopo quattrocento esecuzioni e una sola grazia, dice di essere pronto a cambiare registro;

la risoluzione per la moratoria approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2007 afferma che «la pena di morte mina la dignità umana» e che «una moratoria sull'uso della pena di morte contribuisce a migliorare e sviluppare progressivamente i diritti umani»;

in questo senso si è pronunciata lo scorso mese di luglio anche l'Assemblea parlamentare dell'Osce -:

se il Ministro interpellato abbia intrapreso iniziative per scongiurare l'esecuzione di Vasil Yuzepchuk e, considerato che l'Italia è stata promotrice dell'iniziativa per la moratoria universale della pena di morte in vista della sua abolizione, quali azioni il Governo abbia promosso o intenda promuovere affinché la Bielorussia rispetti il contenuto della risoluzione delle Nazioni Unite sopra ricordata.

(2-00517)
«Zamparutti, Soro, Bernardini, Maurizio Turco, Mecacci, Farina Coscioni, Beltrandi».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

accordo economico

assemblea generale dell'ONU

Bielorussia

diritti umani

discriminazione politica

omicidio

pena di morte

politica comunitaria

referendum

risoluzione ONU

sanzione penale

trattamento crudele e degradante

violenza politica