ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00455

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 213 del 14/09/2009
Firmatari
Primo firmatario: VICO LUDOVICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/09/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
PES CATERINA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
CALVISI GIULIO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
FADDA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
MELIS GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
STRIZZOLO IVANO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
FRONER LAURA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
SCARPETTI LIDO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
CAPANO CINZIA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
GINEFRA DARIO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
LOVELLI MARIO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
MOTTA CARMEN PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
BORDO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
NANNICINI ROLANDO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
FLUVI ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
SCHIRRU AMALIA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
ZUNINO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
CASTAGNETTI PIERLUIGI PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
VANNUCCI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
MARGIOTTA SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
BOCCUZZI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
PELUFFO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
RECCHIA PIER FAUSTO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
TRAPPOLINO CARLO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009
ESPOSITO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 10/09/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 10/09/2009
Stato iter:
24/09/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/09/2009
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 24/09/2009
Resoconto VEGAS GIUSEPPE VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 24/09/2009
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/09/2009

SVOLTO IL 24/09/2009

CONCLUSO IL 24/09/2009

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00455
presentata da
LUDOVICO VICO
lunedì 14 settembre 2009, seduta n.213

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:


la soluzione individuata per gli stabilimenti di Porto Torres - in virtù della quale ENI spa bloccherà la produzione degli impianti della Polimeri, limitandosi ad attivare un piano di manutenzione straordinaria che andrà avanti fino a settembre con il solo fine di salvaguardare temporaneamente i posti di lavoro e non ricorrere alla cassa integrazione - rappresenta una «soluzione tampone», che nulla garantisce rispetto al futuro;


i comparti della chimica e della petrolchimica, che danno lavoro oggi in Italia a 200 mila addetti, sono investiti da una fase di profonda crisi economica: la produzione industriale dell'ultimo trimestre fa infatti registrare il tracollo della gomma (meno 28,8 per cento), della produzione di base della chimica (meno 20,7 per cento), del vetro (meno 18,2 per cento), della ceramica (meno 11 per cento); il fatturato cala del 18,1 per cento nella fabbricazione dei prodotti chimici e delle fibre sintetiche, del meno 28,3 per cento nella raffinazione di petrolio, del 26,5 per cento nell'estrazione dei minerali; le esportazioni dei prodotti chimici sono a meno 40,9 per cento;


i settori della chimica e della petrolchimica scontano l'effetto della crisi mondiale prima di altri settori, perché rappresentano l'anello della catena nelle materie prime necessarie alla trasformazione dei prodotti per il comparto manifatturiero e che nel nostro Paese sono pessime le previsioni di crescita della produzione che potrebbe chiudere a meno 4 per cento (secondo queste stime la chimica di base passerebbe da più 3,6 per cento a zero; le plastiche e le resine da più 2,1 per cento a meno 1 per cento; le fibre chimiche a meno 11 per cento; i fertilizzanti a meno 3,5 per cento, le vernici a meno 0,5 per cento);


per altro verso, che il settore della chimica è un settore di fondamentale importanza per l'industria italiana, soprattutto con riguardo ai citati risvolti occupazionali, che si trova oggi in un momento di profonda crisi congiunturale e che proprio in considerazione di ciò il Ministero dello sviluppo economico ha istituito un «Tavolo nazionale per la chimica», al fine di definire azioni che possano rimediare agli effetti della crisi del comparto, sostenendone lo sviluppo e il rilancio industriale;


il Governo, per promuovere la concorrenza nei mercati dell'energia e determinare una conseguente riduzione dei prezzi, è stato costretto ad imporre ad ENI, tramite decreto-legge (decreto-legge n. 78 del 2009), un obbligo di cessione di 5 miliardi di metri cubi di gas nell'anno termico 2009-2010 a prezzi sostanzialmente «amministrati», determinati dal Ministro dello sviluppo economico su proposta dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas sulla base dei costi di approvvigionamento effettivamente sostenuti dall'ENI, con particolare riferimento ai prezzi medi dei mercati europei;


tale misura, così configurata, appare peraltro del tutto insufficiente - sia in termini di durata della misura (limitata ad un solo anno termico) sia in termini di quantità di gas da cedere - a rispondere alle necessità dell'industria italiana, che in un momento di così difficile congiuntura internazionale è costretta a subire un prezzo dell'energia ben superiore alla media europea, a fronte del quale l'operatore dominante ENI continua invece a realizzare elevati profitti, mantenendo anche il controllo sulla quasi totalità delle infrastrutture di importazione e trasporto del gas naturale;


in base al bilancio dell'ENI del 2008, si possono apprendere le seguenti informazioni: utile operativo: 1 miliardo e 581 milioni di euro; proventi finanziari: 661.747 mila euro; proventi partecipazione: circa 4 miliardi e 806 mila euro; utile ante-imposte: 7 miliardi di euro; imposte sul reddito: 305 milioni euro. La bassa imposizione fiscale pare essere la conseguenza della tassazione dei dividendi relativi alle società controllate residenti in Stati e territori a regime fiscale privilegiato. In particolare le principali aziende che hanno provveduto ad erogare dividendi da controllante ENI spa sono state la ENI International BV, per euro 3 miliardi e 235 milioni e la ENI Investments plc, per 917 mila euro. La prima società risulta avere sede ad Amsterdam, la seconda a Londra. Tali società controllano, poi, 48 società residenti o con filiali in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, o residenti in Stati o territori elencati nell'articolo 3 del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 21 novembre 2001. Risulta dunque evidente che ENI, pur realizzando una parte assai consistente dei propri ricavi sul territorio italiano (a valere cioè sulle bollette di famiglie e imprese italiane, nonché sulla vendita nel nostro paese di prodotti petroliferi), si è strutturata, da un punto di vista fiscale e societario, in modo tale da pagare il grosso delle imposte relative ai propri ricavi all'estero, probabilmente per sfruttare regimi fiscali più favorevoli (come visto nel 2008, a fronte di un utile ante-tasse di circa 7 miliardi di euro, ha versato all'erario italiano poco più di 300 milioni di imposte nette, con un'incidenza fiscale inferiore al 5 per cento), con ciò sottraendo di fatto all'erario italiano risorse oggi fondamentali per fronteggiare la difficile congiuntura internazionale, la crisi occupazionale e la connessa e crescente domanda di politiche e tutele sociali;


l'azionariato di ENI spa è, ad oggi, così composto: 20,31 per cento Ministero dell'economia e delle finanze; 9,99 per cento Cassa depositi e prestiti; restante azionariato diffuso tra investitori, in gran parte stranieri (in particolare il 12,67 per cento delle azioni è nelle mani di azionisti provenienti da altri paesi UE, 111,01 per cento di azionisti Usa e Canada; il 4,89 per cento da UK e Irlanda; il 4,58 per cento da altre aree del mondo), aventi ciascuno partecipazioni inferiori al 2 per cento;


il Consiglio di amministrazione di ENI spa è composto, complessivamente, da nove amministratori di cui quattro tratti dalla lista presentata dal Ministero dell'economia e delle finanze (in particolare si tratta dei signori: A. Colombo, P. Marchioni, M. Resca, R. Scibetta) e dunque il Governo è oggi l'azionista di maggioranza relativa della società;


all'alto costo di gas nonché benzina e gasolio per autotrazione (i cui prezzi, al netto delle tasse, si pongono oggi ai primissimi posti in Europa) pagato dai cittadini e dalle imprese italiane - compromettendone la competitività sul panorama internazionale, con gravi ripercussioni, particolarmente avvertite in un momento, come l'attuale, di crisi economica internazionale - fanno fronte ogni anno elevati profitti da parte dell'operatore dominante ENI spa, dovuti in primis ad una posizione di incumbent nel settore del gas e di primo player nel settore combustibili;


tali profitti finiscono da una parte per essere distribuiti come dividendi ad azionisti ed investitori in gran parte internazionali - peraltro a ciò legittimamente interessati - e dall'altra per alimentare le casse pubbliche di paesi dotati di regimi fiscali più favorevoli di quello italiano, sottraendo risorse al nostro bilancio pubblico;


ENI spa è una società che realizza un utile netto annuo che si colloca tra i 7 e 10 miliardi di euro e che tale società è, ad oggi, controllata da un azionista pubblico di maggioranza relativa -:


se non ritenga opportuno, il signor Ministro dell'economia e delle finanze, che il Ministero dell'economia e delle finanze, come azionista di maggioranza relativa di ENI spa, rivaluti il senso della propria partecipazione in tale società, non accontentandosi dei benefìci finanziari connessi alla detenzione di un forte pacchetto azionario, ma intraprenda azioni volte ad un più stringente controllo sulle scelte strategiche di ENI spa, favorendo il rilancio di settori industriali in crisi e vigilando sul fatto che le politiche della società non producano l'effetto paradossale di prelevare di fatto ingenti risorse di famiglie e imprese italiane, già in gravi difficoltà, per poi ridistribuirle tra investitori internazionali, pur legittimamente interessati, e versando le relative imposte a casse pubbliche di paesi dotati di regimi fiscali favorevoli, sottraendole così all'erario italiano, che oggi si trova, come ben sappiamo, in un momento di grande sofferenza e di assoluta necessità di risorse da destinare a politiche pubbliche in funzione anti-crisi.


(2-00455)
«Vico, Lulli, Pes, Calvisi, Fadda, Melis, Strizzolo, Misiani, Murer, Froner, Scarpetti, Capano, Ginefra, Martella, Marchi, Lovelli, Motta, Zucchi, Bratti, Villecco Calipari, Bordo, Gatti, Nannicini, Naccarato, Fluvi, Schirru, Sbrollini, Zunino, Castagnetti, Marco Carra, Burtone, Vannucci, Margiotta, Causi, Boccuzzi, Peluffo, Recchia, Bellanova, Grassi, Servodio, Boccia, Trappolino, Esposito».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

ENTE NAZIONALE IDROCARBURI ( ENI )

EUROVOC :

approvvigionamento d'energia

azionista

chimica

conservazione del posto di lavoro

gas naturale

impresa in difficolta'

politica fiscale

prezzo al netto delle tasse

prezzo dell'energia

recessione economica

utile