ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00243

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 96 del 02/12/2008
Firmatari
Primo firmatario: CICU SALVATORE
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 02/12/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 02/12/2008
PILI MAURO POPOLO DELLA LIBERTA' 02/12/2008
TESTONI PIERO POPOLO DELLA LIBERTA' 02/12/2008
VELLA PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA' 02/12/2008
PORCU CARMELO POPOLO DELLA LIBERTA' 02/12/2008
NIZZI SETTIMO POPOLO DELLA LIBERTA' 02/12/2008
MURGIA BRUNO POPOLO DELLA LIBERTA' 02/12/2008
OPPI GIORGIO UNIONE DI CENTRO 02/12/2008


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 02/12/2008
Stato iter:
04/12/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/12/2008
Resoconto CICU SALVATORE POPOLO DELLA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2008
Resoconto CALIENDO GIACOMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 04/12/2008
Resoconto CICU SALVATORE POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 04/12/2008

SVOLTO IL 04/12/2008

CONCLUSO IL 04/12/2008

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00243
presentata da
SALVATORE CICU
martedì 2 dicembre 2008, seduta n.096

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:

nel quinquennio 2001-2006 il Governo Berlusconi, prevenendo quel che sono le più recenti tendenze delle economie sviluppate, si è fortemente adoperato, per il mantenimento di una forte presenza dell'industria di base, energetica e chimica, in Sardegna;

nel 2003 è stato sottoscritto un Accordo di programma da 300 milioni di euro tra Governo Regione e imprese di settore per la riqualificazione e il rilancio delle produzioni competitive nei poli di Assemini, Ottana e Porto Torres;

nel 2005 con l'articolo 11 della legge 14 maggio 2005, n. 80 (cosiddetto «decreto competitività») è stata prevista l'applicazione di condizioni tariffarie favorevoli per le forniture di energia elettrica al fine di consentire lo sviluppo e la ristrutturazione produttiva delle imprese energivore appartenenti al settore dell'industria di base;

tale impostazione è stata confermata dal Ministro dello sviluppo economico Scajola che ha dichiarato ritenere «settore strategico» per il Paese sia quello energetico che quello chimico;

a fronte di questo, gli stessi sindacati accusano l'Esecutivo regionale di centro sinistra guidato negli ultimi anni da Renato Soru di «inerzia» in quanto ha impedito all'Accordo di programma quadro di 5 anni fa (finanziamenti per 300 milioni, «di cui spesi solo 40») di decollare e non ha tenuto in debito conto gli interessi industriali della Regione, le cui rappresentanze sono tuttora escluse dal Tavolo nazionale per la chimica, più volte rimandato, ma che si attende sia convocato a breve presso il Ministero dello sviluppo economico;

gli effetti di questa politica della disattenzione si stanno ora facendo sentire nella regione Sardegna, dove sono presenti tre poli chimici, quello di Porto Torres, Ottana e Assemini, e dove più di un quinto della ricchezza prodotta dal sistema industriale proviene dall'industria chimica e da quella dei prodotti petroliferi;

a Porto Torres la Polimeri Europa (ENI) ha bloccato nelle scorse settimane due degli impianti più moderni dell'intera fabbrica, le linee di produzione del cumene e del fenolo, fiore all'occhiello del sistema industriale isolano per efficienza e basso impatto sull'ambiente;

il 25 novembre a sorpresa la società ha proceduto alla chiusura per due mesi dello stabilimento ed a porre i lavoratori in cassa integrazione; innescando preoccupazione e disordine tra gli operatori del settore che hanno occupato l'aeroporto di Alghero-Fertilia, mentre per giovedì 4 dicembre procederanno allo sciopero generale proclamato dalla Cgil, Cisl e Uil;

nel luglio 2008, l'Ineos Italia ha dichiarato il proprio disimpegno dai siti produttivi italiani (a Porto Marghera e in Sardegna), a causa degli ingenti debiti accumulati che la controllante Ineos Group non aveva più intenzione di ripianare. Per tali motivi la società ha preannunciato il possibile ricorso ai liquidatori e la messa in vendita degli impianti; ricordiamo che vi era un'intesa tra la multinazionale Ineos e la Syndial del gruppo ENI per l'acquisizione, da parte della seconda, della linea del cloro-soda;

lo stabilimento di Assemini per la produzione di cloro-soda, secondo in Italia con il 24 per cento di produzione di cloro e che utilizza una tecnologia di eccellenza a basso impatto ambientale, rischia la chiusura a seguito della procedura di infrazione avviata dall'UE che ha ravvisato un «aiuto di Stato» nella tariffa agevolata per la «fornitura di energia elettrica alle imprese sarde ad alta intensità energetica» e che potrebbe obbligare il Governo ad emanare un nuovo provvedimento normativo;

va rammentato che il prezzo dell'energia elettrica in Sardegna è superiore alla media europea anche per la mancanza di interconnessioni alle reti energetiche tra l'isola e la penisola e perché i generatori di energia elettrica in Sardegna non possono utilizzare il metano a ciclo combinato per produrre energia a basso costo in quanto l'isola non è collegata ad alcun gasdotto;

lo stato generale di incertezza di tutto il settore industriale isolano viene rappresentata dalla seguente situazione territoriale: A Cagliari su 3.500 lavoratori attualmente occupati nelle aree industriali (Assemini 1.000, Sarroch 2.400, Villacidro 100) sono in sofferenza in 1.091. Fra le vertenze vengono segnalate, fra le altre, l'Unilever (250 lavoratori) che ha chiuso la fabbrica dell'Algida, la Keller (245 operai), la Scaini (104) in liquidazione. Nel Sulcis su 6.500 lavoratori sono in sofferenza 564; a Oristano su 1.540 dipendenti risultano in sofferenza 428 mentre i posti già persi sono 200. In Ogliastra su 700 unità lavorative in passato si sono già persi 500 posti (Cartiera e altre aziende) e ne sono a rischio 170; mentre nel nuorese su un totale di 3.200 occupati i posti a rischio sono circa 2.000 nelle varie aree industriali. In Gallura su 4.000 unità. Per quel che riguarda Porto Torres sono 730 i lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Per 250 di loro si ricorrerà da subito alla cassa integrazione. Secondo un calcolo dei sindacati, considerando l'indotto, sarebbero circa 3.500 i posti di lavoro a rischio nel nord Sardegna;

nel libro «La scomparsa dell'Italia industriale» (2003) il sociologo Luciano Gallino elencava i settori strategici dai quali l'Italia si è progressivamente ritirata a partire dagli anni Ottanta. Una ritirata disastrosa, che rischia di trasformarci da quinto Paese industriale del mondo, quale eravamo ancora negli ultimi anni Settanta, a Paese di solo turismo e ristorazione; anche se si dovessero mantenere talune produzioni, tutte le decisioni in merito all'occupazione, alle retribuzioni, a cosa si produce e a quali prezzi, ai prodotti che entrano nelle nostre case e conformano la nostra vita, saranno prese altrove -:

se non intenda intervenire immediatamente nei confronti dell'Eni, di cui il Tesoro resta rilevantissimo azionista e che ha prodotto enormi utili nel 2007 e nei primi mesi del 2008, affinché si provveda a sospendere i provvedimenti addottati, sia di chiusura sia di cassa integrazione, stante le gravissime ripercussioni da un punto di vista economico-sociale dell'intera Isola;

se non ritenga attivare immediatamente il Tavolo tecnico della chimica, che valuti la profonda crisi che sta attraversando in questi giorni il settore, coinvolgendo anche le rappresentanze industriali, sindacali e, per quel che è possibile, politiche, della Regione Sardegna;

se non intenda intervenire nei confronti dell'ENI, così da verificarne le strategie nazionali nel settore chimico, nonché quelle relative agli impianti siti nella regione Sardegna, in relazione ai quali più parti paventano una strategia di progressiva ritirata.

(2-00243)
«Cicu, Baldelli, Pili, Testoni, Vella, Porcu, Nizzi, Murgia, Oppi».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

cassa integrazione

cessazione d'attivita'

conseguenza economica

energia elettrica

idrocarburo

inquinamento industriale

politica di produzione

prezzo dell'energia

prezzo di vendita

produzione d'energia

sindacato

tecnologia energetica

vendita