Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00206
presentata da
LUIGI BOBBA
mercoledì 5 novembre 2008, seduta n.079
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
il Rapporto 2008 sulla povertà e l'esclusione sociale in Italia, presentato il 15 ottobre scorso a Roma da Caritas Italiana e Fondazione Zancan di Padova, riscontra che il 13 per cento della popolazione italiana è costretto a sopravvivere con meno di metà del reddito medio italiano, ossia con meno di 500-600 euro al mese, rappresentando una delle più alte percentuali di popolazione a rischio povertà nell'Europa dei 15;
in detto rapporto si evince che risulta povero il 30,2 per cento delle famiglie con tre o più figli, e il 48,9 per cento di queste famiglie vive nel Mezzogiorno (al 2006, ultimi dati disponibili), per cui avere più figli in Italia comporta un maggiore rischio di povertà, con una penalizzazione non solo per i genitori che si assumono questa responsabilità, ma soprattutto per i figli, costretti a una crescita con meno opportunità;
nell'Europa dei 15, l'Italia, dopo la Grecia, è il Paese in cui i trasferimenti sociali hanno il minor impatto nel ridurre la povertà, pari a 4 punti percentuali, al contrario di Paesi come Svezia, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Germania e Irlanda dove si riesce a ridurre del 50 per cento il rischio di povertà;
nel 2007, secondo il ministero dell'Economia e delle finanze, le istituzioni pubbliche hanno erogato prestazioni a fini sociali pari a 366.8782 milioni di euro, di cui il 66,3 per cento, pari a 243.139 milioni di euro, per pensioni (+5,2 per cento rispetto all'anno precedente). Lo squilibrio funzionale è evidente se si considera l'incidenza percentuale sul Pil, infatti la spesa per la previdenza incide per il 15,8 per cento (15,6 per cento nel 2006), quella per la sanità per il 6,2 per cento (6,4 per cento nel 2006), e quella per l'assistenza sociale per l'1,9 per cento (lo stesso valore del 2006);
nel sito del partito Popolo della libertà nelle priorità del programma elettorale del partito si legge, nella sezione dedicata alla famiglia, «vogliamo riprendere e rilanciare le iniziative fiscali, di sostegno di promozione delle famiglie perché siamo convinti che più forte è la famiglia, più forte è l'Italia» (fonte http://prioritaprogramma.votaberlusconi.it/famiglia/);
la finanziaria 2009 prevede un taglio del 32 per cento al fondo per le famiglie, come confermato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia, on. Carlo Giovanardi, che è intervenuto alla Comissione Affari sociali della Camera, che sta esaminando la Finanziaria, ovvero il disegno di legge n.1713 relativo alla legge finanziaria e il disegno di legge n.1714 per il bilancio dello Stato annuale e triennale;
lo stesso Sottosegretario ha spiegato che saranno danneggiati in particolare i consultori familiari, che non avranno finanziamenti, le tariffe sociali delle bollette per servizi delle famiglie numerose e la riqualificazione degli assistenti familiari, mentre sarà salvaguardato il solo piano asili nido. I tagli sono frutto della crisi economica, ma anche della decisione del governo di generalizzare l'abolizione dell'ICI a tutti i possessori della prima casa e del varo del piano-casa;
anche la social card, finanziata per l'anno 2008 e 2009, sarà probabilmente vittima dei tagli, a causa dell'impossibilità di reperire risorse per riproporla negli anni successivi;
il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, in audizione in Senato ha precisato che «calano i consumi delle famiglie sotto il peso dell'erosione del reddito disponibile, a causa dell'inflazione e dell'aumento del servizio al debito» e ritiene urgente «nel breve termine, ripristinare il clima di fiducia di cittadini e mercati» -:
se non si ritenga opportuno intervenire con urgenti iniziative normative, al fine di salvaguardare non solo banche e imprese, ma anche il tessuto sociale primario costituito dalle famiglie;
se non si intenda investire nel breve periodo nella famiglia attraverso strumenti di reale politica familiare, quale una più equa parametrazione degli indicatori ISEE in modo che tengano effettivamente conto della numerosità del nucleo familiare, una ulteriore detrazione fiscale di 100 euro per ogni figlio a carico limitatamente alle famiglie con almeno tre figli e la detrazione fiscale delle spese sostenute dalle famiglie per l'assistenza ai bambini e agli anziani, ricorrendo, se necessario, alla confisca dei montepremi non riscossi del Superenalotto e degli altri giochi di stato.
(2-00206) «Bobba, Soro, Calgaro, Mosella».