ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00133

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 54 del 24/09/2008
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 24/09/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 24/09/2008
SCILIPOTI DOMENICO ITALIA DEI VALORI 24/09/2008


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 24/09/2008
Stato iter:
25/09/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/09/2008
Resoconto DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 25/09/2008
Resoconto VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 25/09/2008
Resoconto DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/09/2008

SVOLTO IL 25/09/2008

CONCLUSO IL 25/09/2008

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00133
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
mercoledì 24 settembre 2008, seduta n.054

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:

il 1o marzo 2005 la società Thomson ha ceduto lo stabilimento ex Videocolor di Anagni (Frosinone), che produceva tubi catodici per gli apparecchi televisivi a colore, marchio Nordmende, alla multinazionale indiana Videocon dei tre fratelli Dhoot, la quale ha ricevuto dalla stessa Thomson un contributo finanziario 185 milioni di euro, condizionato all'attuazione di un processo di riconversione aziendale dello stabilimento, al fine di garantire i livelli occupazionali;

il 26 maggio 2005 si è redatto un protocollo d'intesa presso il Ministero dello sviluppo economico, tra il Governo italiano rappresentato dall'On. Gianni Letta, il Governo indiano rappresentato dal suo ambasciatore, la Regione Lazio, la Provincia di Frosinone, il Comune di Anagni e le parti sociali, per la realizzazione di un programma di riorganizzazione produttiva dello stabilimento Videocolor di Anagni e di difesa dei livelli occupazionali, e dopo circa un mese a giugno è stato redatto il relativo Accordo di programma;

l'Accordo di programma prevedeva la produzione di televisori (tradizionali, lcd, plasma), condizionatori d'aria e pannelli al plasma;

con Delibera CIPE n. 154 del 2006, del 17 settembre 2006, recante «Contratto di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e la società Videocolor S.p.A.» pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 28 dicembre 2006, n. 300, il Ministero per lo sviluppo economico è stato autorizzato a stipulare con la società Videocolor S.p.A. il contratto di programma avente ad oggetto la realizzazione di un articolato piano di investimenti nel comune di Anagni (Frosinone) area obiettivo 2 dei Fondi strutturali, per il periodo 2000-2006, con la previsione di un contributo a fondo perduto pari complessivamente a 46.972.479 euro, di cui 10.677.881 euro riferibili alle attività industriali e 36.294.588 riferibili alle attività di ricerca e sviluppo;

a fronte di questi finanziamenti la Videocon si impegnava a stanziare 274 milioni di euro in tre anni per investimenti industriali e sulla ricerca, mantenendo i livelli occupazionali, ed anzi prevedendo in futuro l'ampliamento dell'organico;

il 26 luglio 2007, la Società indiana, il Ministro dello sviluppo economico e la regione Lazio siglarono il Contratto di Programma;

il 1o aprile 2008 presso il ministero dello sviluppo economico si è registrata una valutazione positiva della relazione tecnica sullo stato d'avanzamento del progetto industriale, liberando per questo, i contributi governativi e della Regione Lazio a favore della società VDC;

la società, dopo aver ottenuto questi ingenti finanziamenti, anche sotto forma di cassa integrazione guadagni per i dipendenti, nell'incontro del 20 giugno 2008, tenutosi presso il Ministero dello sviluppo economico, cui hanno partecipato anche i sindacati, ha dichiarato di non voler più attuare l'Accordo di programma proponendo l'alternativa tra il mero assemblaggio di televisori prodotti in altri stabilimenti indiani e cinesi della multinazionale indiana (che assicurerebbe l'occupazione, al massimo per 350-400 unità) oppure la chiusura dello stabilimento con il licenziamento di tutti gli attuali 1.400 dipendenti; in quella occasione furono dichiarati 950 esuberi dopo tre anni di «ristrutturazione»;

anche il Presidente della Provincia di Frosinone ha ritenuto di dovere sottoporre all'attenzione del Presidente del Consiglio situazioni a dir poco anomale relative alla gestione dei finanziamenti da parte dei responsabili del gruppo Videocon, che di certo non sembrano nei fatti manifestare alcuna volontà di investire in questa azienda;

si è assistito, viceversa, alla distruzione di macchinari, strutture ed attrezzature del sito industriale, che potevano essere utilizzati anche ad altri fini produttivi, ed all'acquisto, certificato dalle relative fatture, di macchinari «nuovi» che in realtà erano già stati utilizzati e costruiti dal 1993 al 2002;

inoltre, lo stesso Presidente della Provincia, Francesco Scalia, inoltrava un esposto al Procuratore della Repubblica di Frosinone volto ad accertare infrazioni di rilevanza penale nel comportamento della Videocon;

la multinazionale Videocon non è nuova a speculazioni del genere fatte alle spalle dei lavoratori e dei contribuenti italiani: nel 1998, a Pavia, la Necchi compressori in crisi viene acquistata per l'85 per cento dalla multinazionale indiana Videocon per un contro valore di 12 miliardi delle vecchie lire; la Videocon s'impegna a confermare i livelli occupazionali almeno a 555 unità, prevedendo un'ulteriore aggiunta di 82 posti di lavoro; la nuova proprietà comincia ad attuare il suo piano di ristrutturazione tentando di smontare e portare via i macchinari da Pavia ad un nuovo sito che in un primo momento era stato localizzato presso Bergamo, ma poi si è scoperto che era in India, tentativo in parte sventato dalla mobilitazione operaia; di fatto Videocon non attiva nulla di quanto promesso; nel 2000, poi, sostenendo di non poter più far fronte al mantenimento della fabbrica, chiede ed ottiene dal Ministero dell'industria e dalla Provincia di Pavia finanziamenti pari a 25 milioni di euro per rilanciare l'azienda e preservare, se non incrementare, i livelli occupazionali; nel novembre 2002 la Videocom si defila e la Necchi dichiara fallimento lasciando sul campo centinaia di disoccupati;

la Videocon ha in programma di realizzare un impianto a Rocca d'Evandro, in provincia di Caserta, per la produzione di pannelli televisivi Tft-Lcd (Thin Film Transistor-Liquid Crystal Display) e per il parziale assemblaggio in moduli Tft-Lcd per schermi televisivi piatti e per monitor dei computer; la cifra in ballo è pari a 1,2 miliardi di euro; oltre 200 milioni dell'importo derivano da contributi pubblici nazionali e regionali;

al quarto anno di Cassa integrazione le forze dei dipendenti sono allo stremo; molte famiglie vivono con 600-700 euro al mese e devono ricorrere a prestiti per poter onorare mutui e per sostenere la spesa al supermercato, mentre alcuni figli di operai in difficoltà hanno dovuto abbandonare gli studi universitari non potendo pagare le iscrizioni;

la situazione, per la sua gravità, è paragonabile anche se in misura più contenuta, a ciò che sta accadendo per l'Alitalia, senza che il sistema mediatico se ne occupi minimamente dando ai cittadini del nostro Paese la dovuta informazione, e soprattutto, senza che il Governo intervenga per sollecitare e sostenere un progetto industriale alternativo;

per sollecitare l'interesse dell'opinione pubblica su questa situazione che mette a repentaglio il posto di lavoro per più di mille lavoratori, i dipendenti in cassa integrazione hanno bloccato, il 6 giugno scorso, la via Casilina e l'Autostrada del Sole, mentre alcuni di loro hanno iniziato l'8 settembre 2008 uno sciopero della fame con un sit-in nei pressi dello stabilimento;

il licenziamento definitivo di 950 (nel caso di solo assemblaggio) oppure di 1.400 dipendenti (nel caso di chiusura totale dello stabilimento) determinerebbe non solo una situazione difficilissima per molte famiglie e per la situazione dell'indotto e del territorio, ma disperderebbe in maniera irrimediabile professionalità e sprecherebbe definitivamente finanziamenti pubblici finalizzati alla riconversione dello stabilimento verso la produzione di schermi televisivi al plasma ed alla relativa formazione del personale, degradando in maniera irreversibile le potenzialità dell'intero comprensorio e riducendo il quarto impianto industriale della zona per numero di addetti a mero centro di smistamento -:

quali iniziative intendono assumere i Signori Ministri per definire, coinvolgendo imprenditori e istituzioni locali, un piano industriale per lo stabilimento ex Videocolor che salvaguardi l'occupazione dei 1.400 dipendenti e serva da volano per il rilancio dello sviluppo del comprensorio industriale di Anagni-Frosinone dove sono già in crisi una cinquantina di aziende, e per recuperare i fondi pubblici italiani elargiti alla multinazionale indiana Videocon, nonché per verificare le reali intenzioni di tale gruppo in relazione ai finanziamenti anche comunitari ottenuti per il nuovo stabilimento di Rocca d'Evandro in Campania.

(2-00133)«Di Pietro, Donadi, Scilipoti».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

apparecchio televisivo

cassa integrazione

cessazione d'attivita'

conservazione del posto di lavoro

edificio per uso industriale

investimento industriale

politica occupazionale

riconversione industriale

soppressione di posti di lavoro

stabilimento

sviluppo economico