ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01184

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 716 del 08/11/2012
Abbinamenti
Atto 1/01183 abbinato in data 20/11/2012
Atto 1/01189 abbinato in data 20/11/2012
Atto 1/01191 abbinato in data 20/11/2012
Atto 1/01192 abbinato in data 20/11/2012
Atto 1/01193 abbinato in data 20/11/2012
Atto 1/01194 abbinato in data 20/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: MUSSOLINI ALESSANDRA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 08/11/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARFAGNA MARIA ROSARIA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
SALTAMARTINI BARBARA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
DI VIRGILIO DOMENICO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
COSSIGA GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
PUGLIESE MARCO MISTO-GRANDE SUD-PPA 08/11/2012
FAENZI MONICA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
FUCCI BENEDETTO FRANCESCO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
DI CAGNO ABBRESCIA SIMEONE POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
LORENZIN BEATRICE POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
REPETTI MANUELA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
DI CENTA MANUELA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
SCELLI MAURIZIO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
DIMA GIOVANNI POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
NAPOLI OSVALDO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
DE CORATO RICCARDO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
LANDOLFI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
NOLA CARLO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
PRESTIGIACOMO STEFANIA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
CALABRIA ANNAGRAZIA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
PELINO PAOLA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
BOCCIARDO MARIELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
BERTOLINI ISABELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
PALUMBO GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
ARACRI FRANCESCO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/11/2012
COSENZA GIULIA POPOLO DELLA LIBERTA' 20/11/2012


Stato iter:
20/11/2012
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 20/11/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/11/2012

RITIRATO IL 20/11/2012

CONCLUSO IL 20/11/2012

Atto Camera

Mozione 1-01184
presentata da
ALESSANDRA MUSSOLINI
testo di
giovedì 8 novembre 2012, seduta n.716

La Camera,

premesso che:

la convenzione sui diritti del fanciullo, approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, definisce in modo organico i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini;

in particolare, la convenzione si ispira a quattro principi prioritari: la non discriminazione, prevedendo che i diritti sanciti dalla convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori; il superiore interesse, disponendo che in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità; il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino, impegnando gli Stati a riservare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini; l'ascolto delle opinioni del minore, prevedendo il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni;

il nostro Paese, che ha reso esecutiva la convenzione con la legge 27 maggio 1991, n. 176, ha fatto registrare nel corso degli ultimi anni importanti progressi nella legislazione per il sostegno ai minori, a partire dall'approvazione della legge 28 agosto 1997, n. 285, recante «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza», con la quale è stato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, finalizzato, proprio in attuazione dei princìpi della convenzione sui diritti del fanciullo, alla realizzazione di interventi a livello nazionale, regionale e locale per favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza, privilegiando l'ambiente ad esse più confacente, ovvero la famiglia naturale, adottiva o affidataria;

con la legge 23 dicembre 1997, n. 451, è stato poi istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, l'Osservatorio nazionale per l'infanzia, che predispone ogni due anni il piano nazionale di azione di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, e individua le modalità di finanziamento degli interventi da esso previsti, nonchè le forme di potenziamento e di coordinamento delle azioni svolte dalle pubbliche amministrazioni, dalle regioni e dagli enti locali;

la stessa legge 23 dicembre 1997, n. 451, ha provveduto ad istituire la Commissione parlamentare per l'infanzia, con il compito, fra gli altri, di vigilare sulla rispondenza della legislazione nazionale alla normativa fissata in sede di Unione europea e ai principi di cui alla citata convenzione del 1989, nonchè a prevedere la celebrazione della giornata italiana per i diritti dell'infanzia, da svolgersi il 20 novembre di ogni anno, nella ricorrenza della firma della convenzione stessa;

con la recente legge 12 luglio 2011, n. 112, al fine di assicurare la piena attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi delle persone di minore età, in conformità a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, è stata istituita l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza;

sul piano della prevenzione e del contrasto alla criminalità sui minori, è di assoluto rilievo la recente approvazione della legge 1 ottobre 2012, n. 172, recante «Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, fatta a Lanzarote il 25 ottobre 2007, nonchè norme di adeguamento dell'ordinamento interno», che inasprisce le pene per lo sfruttamento e l'induzione alla prostituzione minorile, e introduce due nuove figure di reato, l'istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia e l'adescamento di minorenni;

malgrado la presenza di un tale contesto istituzionale e normativo, che dovrebbe assicurare un sensibile livello di tutela ai minori, l'Italia deve oggi misurarsi con una condizione minorile che appare sempre più grave e preoccupante;

una situazione peraltro appesantita dalla congiuntura economica negativa, che colpisce soprattutto le fasce deboli della popolazione, ed a fronte della quale le politiche adottate in sede nazionale, condizionate peraltro da un'eccessiva frammentazione di competenze in ordine alle questioni della famiglia, non hanno tenuto nella dovuta considerazione il rispetto dei diritti e della condizione di vita dei minori, determinando anzi un'ulteriore riduzione delle risorse destinate ai servizi e alle strutture che ad essi sono prioritariamente destinati;

secondo dati dell'ISTAT, circa 1 milione e 800 mila minori vivono in famiglie povere e oltre 600 mila si trovano in condizione di assoluta povertà, con un'incidenza particolarmente elevata nel Mezzogiorno, mentre cresce il numero di famiglie considerate «a rischio povertà»;

il tasso di abbandono scolastico in Italia è superiore a quello europeo di oltre 4 punti di percentuale, con punte assai superiori nel Sud, e tale preoccupante fenomeno sembra destinato a peggiorare in relazione alla riduzione delle risorse destinate all'istruzione, che valgono nel nostro Paese il 4,8 per cento del prodotto interno lordo, laddove la media dei Paesi dell'Unione europea è pari a circa del 5,6 per cento;

anche il quadro dei servizi per la prima infanzia risulta preoccupante, come testimoniano i dati relativi alla disponibilità di asili nido, secondo cui solo il 12 per cento dei bambini di età inferiore a 3 anni può accedere al nido pubblico;

insufficiente risulta l'impegno delle istituzioni anche sul fronte della giustizia minorile, ove devono essere attuate le «linee guida per il processo minorile in Europa», approvate dal Consiglio d'Europa del 17 novembre 2010, che sanciscono, tra l'altro, il diritto del minore a essere ascoltato e a ricevere informazioni nell'ambito dei procedimenti giudiziari ed intrattenere regolarmente relazioni e contatti diretti con entrambi i genitori, in caso di separazione o divorzio, nonchè le indicazioni del piano nazionale di azione per l'infanzia e l'adolescenza del 2011, che prevede un rafforzamento dei diritti dei soggetti di minore età e suggerisce la messa in opera di un vero e proprio sistema di tutela e garanzie dei diritti dei minori;

in questo ambito, come riproposto da recenti fatti di cronaca, occorre affrontare il drammatico tema, che caratterizza sempre più spesso i procedimenti di separazione, dell'allontanamento forzato dei bambini da uno dei genitori, da cui deriva la compressione del diritto del minore a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori, in coerenza con quanto prevede il nuovo articolo 155 del codice civile, il quale, nel sancire il principio dell'affido condiviso, riconosce al figlio minore, anche in caso di separazione personale dei genitori, il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale;

fra i problemi emersi negli ultimi anni, non deve inoltre essere dimenticato quello relativo alla condizione particolarmente disagiata dei minori stranieri, tema del quale si sono recentemente occupati sia la Commissione parlamentare per l'infanzia, con una propria indagine conoscitiva, sia il Garante nazionale dell'infanzia, che nella sua prima relazione al Parlamento italiano ha sottolineato la necessità di affrontare tale emergenza, che riguarda i minori di famiglie straniere rifugiate in Italia, ma anche quelli che vengono inviati in Italia dai propri genitori in vista di un futuro inserimento della famiglia rimasta nel Paese d'origine,
impegna il Governo
ad assumere iniziative volte ad assicurare una maggiore integrazione delle diverse competenze cui sono ricondotte le politiche per l'infanzia, consentendo in tal modo una più efficace e coordinata gestione delle priorità ed una migliore verifica dei risultati che tali politiche sono chiamate a realizzare;

a sostenere concretamente, anche con il reperimento delle necessarie risorse finanziarie, l'attuazione delle misure previste dal 3o «Piano biennale nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva», di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 gennaio 2011;

ad adottare iniziative tese al sostegno di progetti per l'incentivazione allo studio, in favore di minori che si trovano in situazioni familiari di particolare disagio, o a rischio di esclusione sociale;

a porre in essere iniziative, anche di natura normativa, per adeguare il sistema della giustizia minorile alle «Linee guida per il processo minorile in Europa», approvate dal Consiglio d'Europa del 17 novembre 2010, garantendo in particolare il diritto all'ascolto del minore e il diritto del minore a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori, anche se separati o divorziati, salvo nel caso di impedimenti che giustifichino l'allontanamento di un genitore dal proprio figlio;

a promuovere un adeguato sistema di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, commisurato alla disponibilità di posti in accoglienza su tutto il territorio nazionale e collegato a meccanismi di verifica periodica e rigorosa degli standard di accoglienza.

(1-01184) «Mussolini, Carfagna, Saltamartini, Di Virgilio, Cossiga, Pugliese, Faenzi, Fucci, Di Cagno Abbrescia, Lorenzin, Repetti, Di Centa, Scelli, Dima, Osvaldo Napoli, De Corato, Landolfi, Nola, Prestigiacomo, Calabria, Pelino, Bocciardo, Bertolini, Palumbo, Aracri, Cosenza».