ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01092

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 654 del 21/06/2012
Abbinamenti
Atto 1/01065 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01075 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01076 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01088 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01089 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01095 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01096 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01097 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01098 abbinato in data 27/06/2012
Atto 6/00111 abbinato in data 27/06/2012
Atto 1/01101 abbinato in data 27/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: CAMBURSANO RENATO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 21/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 21/06/2012


Stato iter:
27/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/06/2012
Resoconto CAMBURSANO RENATO MISTO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/06/2012
Resoconto NICCO ROBERTO ROLANDO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Resoconto MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA
Resoconto GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Resoconto LETTA ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FRATTINI FRANCO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 26/06/2012
Resoconto MONTI MARIO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/06/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/06/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/06/2012

RITIRATO IL 27/06/2012

CONCLUSO IL 27/06/2012

Atto Camera

Mozione 1-01092
presentata da
RENATO CAMBURSANO
testo di
giovedì 21 giugno 2012, seduta n.654

La Camera,

premesso che:

il consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2012, secondo le indicazioni emerse nel corso del precedente incontro informale del 23 maggio 2012, dovrebbe incentrarsi sui seguenti temi: misure di stabilizzazione dell'eurozona; iniziative in materia di crescita; rafforzamento dell'Unione economica e ipotesi di ulteriore integrazione politica dell'Unione; quadro finanziario pluriennale 2014-2020;

la discussione sui primi tre punti dovrebbe svolgersi sulla base di una relazione che sarà predisposta dal Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy che dovrebbe individuare i principali elementi costitutivi e un metodo di lavoro per condurre l'unione economica e monetaria verso una nuova fase;

la discussione sulla stabilizzazione dell'Eurozona dovrebbe incentrarsi su due profili:

a) il primo attiene agli strumenti di sostegno ai Paesi colpiti da crisi del debito sovrano, con particolare riferimento alla effettiva entrata in vigore del nuovo meccanismo permanente di stabilizzazione (European Stability Mechanism, ESM) dell'area euro e alla sua combinazione con gli strumenti attualmente operanti nonché al loro utilizzo per sostenere il settore creditizio;

b) il secondo concerne la creazione di nuovi strumenti volti ad assicurare una gestione o garanzia comune (di parte) del debito sovrano degli Stati membri dell'Eurozona al fine di prevenire future crisi;

le opzioni «sul tavolo» sono numerose: dagli «Stability Bond» (emissione in comune di titoli di debito da parte degli Stati dell'eurozona) alla creazione di fondo europeo di redenzione;

sui primi, la Commissione europea nel novembre 2011 individuò tre opzioni a seconda dei grado di sostituzione:

a) sostituzione totale dei titoli nazionali con gli stability bond, con garanzia congiunta e differenziata;

b) sostituzione parziale dei titoli nazionali, con garanzia congiunta e differenziata;

c) sostituzione parziale dei titoli nazionali con gli stability bond con garanzia differenziata;

la proposta di creare un fondo europeo di redenzione (ERF), invece, prevede di far confluire nel fondo l'importo dei debiti pubblici degli Stati dell'Eurozona per la parte eccedente il 60 per cento del prodotto interno lordo. L'ERF emetterebbe titoli per una durata massima di 20-25 anni garantiti dal gettito delle imposte riscosse a livello nazionale e da asset pubblici dei Paesi assistiti;

in un sistema chiuso come quello dell'euro, non possono essere tutti creditori. Il fatto che una politica controproducente venga imposta crea una dinamica politica molto pericolosa, che invece di unire i Paesi membri, li spingerà a recriminazioni reciproche e potrebbe provocare il rischio concreto, che l'euro possa minare la coesione politica dell'Unione europea;

i tagli alla spesa imposti ad alcuni Paesi stanno spingendo l'Europa in una trappola deflazionistica. La riduzione del deficit di bilancio crea una pressione verso il basso sui salari e sui profitti, le economie si contraggono e il gettito fiscale potrebbe crollare;

l'ammontare del debito, che è dato dal rapporto tra debito cumulato e prodotto interno lordo, di fatto aumenta, richiedendo ulteriori tagli di bilancio e ingenerando così un circolo vizioso;

con l'arrivo dall'euro la Banca centrale europea ha trattato su un piano di parità i titoli di Stato dei diversi Paesi membri. Questo ha incentivato le banche ad accumulate titoli dei Paesi più deboli per guadagnare qualche punto base in più. L'introduzione della moneta unica ha poi provocato la divergenza di competitività che oggi è così difficile da correggere. Le banche sono state «zavorrate» con i buoni del tesori di Paesi meno competitivi, che, da privi di rischio com'erano, sono diventati più rischiosi. Le autorità hanno allora ordinato al sistema bancario europeo di ricapitalizzarsi: ed è stato il colpo di grazia, perché le banche sono state fortemente incentivate a ridurre il bilancio, chiedendo il rimborso dei prestiti e sbarazzandosi dei rischiosi titoli di Stato;

il «credit crunch» ha fatto sentire i suoi effetti sull'economia reale. La Banca centrale europea ha iniziato prima a ridurre i tassi d'interesse e a comprare titoli di Stato sul mercato aperto;

il meccanismo del LTRO (operazioni di rifinanziamento a lungo termine) della Banca centrale ha alleviato le pene del sistema bancario, ma l'effetto positivo è già terminato;

il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, il 30 maggio 2012 ha prospettato l'esigenza di creare una «Unione bancaria» fra i Paesi dell'Eurozona, basata su tre pilastri: un sistema comune di garanzia dei depositi; un fondo europeo di risoluzione (per i fallimenti bancari); una più forte centralizzazione della vigilanza bancaria a livello di Unione europea;

ciò costituirebbe lo strumento necessario per affrontare la causa fondamentale dell'instabilità finanziaria in Europa, vale a dire il nesso tra le difficoltà del sistema bancario («stress bancario») e quelle della finanza pubblica («stress sovrano»);

il deterioramento dell'economia e la disintegrazione politica e sociale, se l'appuntamento europeo di fine mese non avviasse un immediato cambio di rotta, si rafforzerebbero a vicenda. Chi trova intollerabile questo stato di cose e cerca il cambiamento è spinto all'estremismo anti europeo. Se l'Europa avrà la forza ed il coraggio di portare a compimento una drastica regolazione del mercato finanziario, e di avviare finalmente, una precisa strategia per la crescita, si potrebbe pensare di diventare a medio termine una zona di stabilita;

il Parlamento italiano, con la risoluzione di accompagnamento al documento di economia e finanza approvato il 26 aprile 2012, ha sottolineato l'importanza che il Governo operi affinché modifiche strutturali nei Trattati siano introdotte in direzione dell'attribuzione alla Banca centrale europea del ruolo di prestatore di ultima istanza;

il Parlamento europeo, nell'esame dei regolamenti della Commissione (Two pack) relativi alla disciplina di bilancio, ha respinto la proposta di scorporo degli investimenti dal calcolo del deficit di bilancio, ma ha approvato la creazione di un fondo europeo che assuma debiti dei Paesi che eccedono il 60 per cento del prodotto interno lordo, e che emetta obbligazioni a tassi di interesse ridotti con la garanzia di tutti i Paesi membri entro limiti temporali determinati,
impegna il Governo:
a sostenere un dibattito politico europeo sul «cantiere istituzionale» verso una Unione politica dell'area euro che comprenda l'unione fiscale con i relativi meccanismi di controllo sovranazionale delle politiche di bilancio;

a sostenere e a promuovere iniziative europee per lo sviluppo con l'obiettivo di:

a) creare una Unione bancaria dell'area euro così come evidenziato in premessa;

b) attivare con effetto immediato iproject bond europei;

c) sostenere, attraverso opportune modifiche dei Trattati, un processo riformatore volto ad attribuire alla Banca centrale europea un nuovo mandato che preveda il ruolo di prestatore di ultima istanza;

d) sostenere con forza lo scorporo strutturale di alcune categorie di investimento dal computo del deficit del Paesi membri («golden rule»);

e) definire tempi certi per il completamento del mercato interno, aumentando competitività ed introducendo flessibilità nel mercato del lavoro secondo i principi europei;

a promuovere la prosecuzione dei lavori del Consiglio relativamente all'imposta sulle transazioni finanziarie;

a stimolare le sinergie tra strumenti nazionali ed europei, compresi i fondi strutturali. In particolare al fine di combattere la disoccupazione giovanile;


a promuovere un aumento di capitale della Banca europea per gli investimenti.

(1-01092)
«Cambursano, Brugger».