ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01056

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 639 del 28/05/2012
Abbinamenti
Atto 1/00899 abbinato in data 28/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: PIANETTA ENRICO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
ANGELI GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
BIANCOFIORE MICHAELA POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
BONIVER MARGHERITA POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
CROLLA SIMONE ANDREA POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
FARINA RENATO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
MALGIERI GENNARO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
MIGLIORI RICCARDO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
NAPOLI OSVALDO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
NIRENSTEIN FIAMMA POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
PICCHI GUGLIELMO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012


Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/05/2012
Resoconto PIANETTA ENRICO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 28/05/2012
Resoconto LUSETTI RENZO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
INTERVENTO GOVERNO 28/05/2012
Resoconto DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/05/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/05/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/05/2012

Atto Camera

Mozione 1-01056
presentata da
ENRICO PIANETTA
testo di
lunedì 28 maggio 2012, seduta n.639

La Camera,

premesso che:

il 16 novembre 2009 Sergei Magnitsky è deceduto in un carcere, in una cella di isolamento del «sizo» (struttura di detenzione pre-processuale), nella Federazione Russa il 16 novembre 2009;
Sergei Magnitsky lavorava per un fondo di investimenti esteri in Russia l'Hermitage capital managament che faceva capo al finanziere americano Bill Browder;


per quanto risulta ai firmatari del presente atto di indirizzo, la detenzione a cui è stato sottoposto è durata oltre 12 mesi ed è stata costellata da una serie di maltrattamenti, denunciati dallo stesso Magnitsky prima della sua morte e riconosciuti dallo stesso Governo russo che ha individuato le responsabilità, dirette o indirette per i maltrattamenti, di 60 persone all'interno del sistema carcerario, sanitario e anche giudiziario, sottoponendole per questo a procedimento giudiziario;

la vicenda ha suscitato scalpore, soprattutto per il fatto che l'avvocato 37 enne era stato arrestato, secondo la versione di Hermitage, per aver scoperto una truffa da oltre 5 miliardi di rubli (circa 130 milioni di euro) a danno del fondo stesso e dello Stato russo, mentre l'accusa ufficiale per l'arresto era quella di frode fiscale;


nel 2009 il capo del Comitato anticorruzione Kirill Kebanov ha assicurato che sarebbe stato fatto di tutto per assicurare i colpevoli alla giustizia, mentre Evgeni Arkhipov, presidente dell'Associazione degli avvocati per i diritti umani, ha dichiarato che: «il fatto che la vicenda Magnitsky sia trattata ora anche ai piani alti, lascia sperare che alla fine si possano davvero trovare i responsabili»; nel novembre del 2011 le autorità russe hanno dichiarato che al lavoro degli organi di forza pubblica si sarebbe affiancato anche quello dei rappresentanti del Consiglio per i diritti dell'uomo presso il Presidente russo;


a seguito della vicenda di Sergei Magnitsky ed in relazione a questa, il presidente del comitato per le indagini presso l'ufficio della procura Aleksandr Bastrykin e il capo del consiglio presidenziale Mikhail Fedotov hanno firmato un accordo sulla cooperazione, rispetto al quale Leonid Poliakov, titolare della cattedra di politologia della Scuola suprema di economia, ha dichiarato: «Fedotov e Bastrykin hanno firmato un accordo secondo cui lo scambio di informazioni sarà effettuato in regime operativo. È un avvenimento di grande rilevanza. Ci poniamo lo scopo di mettere a punto un sistema di protezione delle persone finite in luoghi di isolamento temporaneo»;


la questione, come detto, ha avuto un'importante eco internazionale, provocando attriti diretti tra Stati Uniti e Russia. Il Dipartimento di Stato americano ha deciso, infatti, di inserire i 60 cittadini russi indicati come responsabili dell'accaduto nella lista dei soggetti, a cui impedire il visto d'ingresso negli Stati Uniti. Decisione a cui ha fatto seguito quella russa dell'allora Presidente Dmitri Medvedev, che ha fatto sapere, tramite la sua portavoce Natalia Timakova, di «aver istruito il Ministero degli esteri russo perché prepari misure simili in relazione a cittadini americani». Ed inoltre, ha aggiunto: «Siamo sconcertati dalla posizione del Dipartimento di Stato Usa che, senza attendere la fine dell'indagine e una sentenza di un tribunale russo, ha assunto funzioni che sono atipiche. Tali misure non sono state prese neppure negli anni più difficili della guerra fredda»;


anche altri soggetti istituzionali nazionali e internazionali hanno espresso la loro posizione al riguardo, adottando specifiche risoluzioni parlamentari. In particolare, il Parlamento olandese e il Congresso degli Stati Uniti hanno chiesto alle autorità russe di individuare e processare i responsabili e i mandanti della morte di Magnitsky e hanno chiesto ai rispettivi Governi di sanzionare questi individui, sia attraverso il congelamento dei loro beni all'estero, sia non concedendo loro il visto di ingresso nei rispettivi territori nazionali;

anche il Parlamento europeo si è espresso sulla questione; in particolare, l'8 marzo 2012 l'Alta rappresentante/Vicepresidente Catherin Ashton ha risposto a nome della Commissione europea ad una specifica interrogazione presentata nel gennaio del 2012, specificando che:


«il Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) e la Commissione europea hanno seguito attentamente questo caso e sono intervenuti attivamente sulla questione, sia a Bruxelles che nella delegazione dell'Unione europea a Mosca;


il caso di Sergei Magnitsky è stato più volte sollevato con le autorità russe, anche al massimo livello. Recentemente, al vertice Unione europea-Russia del 15 dicembre 2011, l'Unione europea ha manifestato al Presidente Medvedev viva preoccupazione per la mancanza di progressi in relazione a questo caso, sottolineando la necessità che le autorità russe svolgano indagini credibili ed esaustive;


tutte le domande poste dagli onorevoli parlamentari su questo caso sono state sollevate nell'ultima riunione di consultazione con la Russia sui diritti umani il 29 novembre 2011, senza, peraltro, ottenere una risposta chiara da parte russa. Recentemente, alcune di queste domande sono state formulate anche per iscritto, nel contesto dello scambio degli elenchi di singoli casi sensibili;
la controparte russa ha informato il Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) sullo svolgimento di una discussione in merito tra il Consiglio presidenziale per la società civile e i diritti umani e la commissione d'inchiesta. L'Unione europea è stata, altresì, informata sulla firma da parte della commissione d'inchiesta di un accordo generale di cooperazione con il Consiglio presidenziale, in base al quale, in tutti i casi di grande risonanza, i difensori dei diritti umani possono essere presenti durante le indagini;

in generale, l'Unione europea ha accolto con favore l'indagine indipendente sul caso disposta dal Presidente Medvedev, di cui ha attentamente esaminato le conclusioni preliminari. Tuttavia, resta delusa dal fatto che finora solo i due medici della prigione siano stati incriminati nel caso e molte questioni rimangono senza risposta. L'Unione europea continua a esortare la Russia a portare a pieno compimento l'indagine ufficiale e invita il Governo russo a indagare in maniera corretta ed esaustiva su questo caso al fine di assicurare i responsabili alla giustizia senza ulteriori indugi»;

è del tutto evidente che il rispetto dei diritti umani debba essere un obiettivo costante da perseguire con convinzione, in ogni occasione, e nei confronti di qualsiasi soggetto coinvolto. L'affermazione di tale principio deve essere tanto assoluta, quanto costante;

per il perseguimento concreto ed efficace di tale obiettivo è, quindi, fondamentale procedere con coerenza e decisione nelle sedi opportune, al fine di evitare effetti diametralmente opposti all'obiettivo che si vuole e si deve perseguire;

è necessario evitare che l'affermazione di un principio fondamentale come quello del pieno rispetto dei diritti umani sia strumentalizzato come oggetto di pressione, quanto non di confronto e conflitto diplomatico, finendo per essere così pretesto di nuove tensioni e lacerazioni. Per questo motivo tale principio deve essere affermato con coerenza nelle sedi internazionali proprie, che devono farsi garanti del suo rispetto,

impegna il Governo:

ad intervenire, in sede comunitaria ed internazionale, affinché si prosegua nella legittima richiesta che sulla vicenda della morte di Sergei Magnitsky sia fatta piena luce e che tutti responsabili della sua morte siano affidati alla giustizia del loro Paese;

ad intervenire, in sede comunitaria ed internazionale, con le modalità che riterrà più opportune, per ribadire che il diritto alla difesa e ad un giusto processo, sancito dalla Convenzione europea sui diritti dell'uomo, sia effettivamente rispettato da tutti i Paesi che hanno ratificato le Convenzione stessa;

a farsi promotore, in sede comunitaria ed internazionale, delle opportune iniziative affinché tutti i Paesi che hanno ratificato la Convenzione europea sui diritti dell'uomo dimostrino la loro piena adesione ai suoi principi, a tal fine ipotizzando il potenziamento di strumenti di controllo, monitoraggio, comunicazione ed eventualmente sanzione in caso di violazione della Convenzione stessa.

(1-01056)

«Pianetta, Baldelli, Angeli, Biancofiore, Boniver, Crolla, Renato Farina, Malgieri, Migliori, Osvaldo Napoli, Nirenstein, Picchi».