ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01040

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 635 del 21/05/2012
Abbinamenti
Atto 1/00898 abbinato in data 21/05/2012
Atto 1/01037 abbinato in data 21/05/2012
Atto 1/01039 abbinato in data 21/05/2012
Atto 1/01041 abbinato in data 21/05/2012
Atto 1/01043 abbinato in data 21/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: CROSIO JONNY
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 21/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DOZZO GIANPAOLO LEGA NORD PADANIA 21/05/2012
MOLTENI NICOLA LEGA NORD PADANIA 21/05/2012
RIVOLTA ERICA LEGA NORD PADANIA 21/05/2012


Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/05/2012
Resoconto CROSIO JONNY LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/05/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 21/05/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 21/05/2012

Atto Camera

Mozione 1-01040
presentata da
JONNY CROSIO
testo di
lunedì 21 maggio 2012, seduta n.635

La Camera,

premesso che:

a partire dal 2008 sono emersi in modo drammatico gli elementi di fragilità e ingovernabilità dei sistemi finanziari ed è diventata volontà diffusa quella di fare ogni sforzo per rendere più trasparenti i mercati dei servizi bancari e finanziari a livello globale; accanto a questa volontà, tutti gli Stati europei si sono mossi in maniera decisa per ridurre il proprio deficit ed il proprio debito, mettendo in campo misure severe, con imponenti tagli di spesa, che stanno sfociando, in alcuni casi, in vere e proprie crisi sociali, con conseguenze drammatiche anche in termini di perdita di vite umane;

nell'ambito delle politiche «antievasione» dei Paesi dell'Unione europea, notevoli sono gli sforzi per scovare i capitali detenuti in altri Paesi che sfuggono ad imposizione: Germania e Regno Unito hanno stipulato nel 2011 una convenzione con la Svizzera sulla tassazione alla fonte delle attività finanziarie detenute da propri cittadini o persone fisiche residenti che hanno investito o depositato i capitali in Svizzera; scopo delle convenzioni è regolarizzare le somme di denaro non dichiarate nel passato e convenire la tassazione dei futuri redditi da capitale;

la convenzione Germania-Svizzera stabilisce che sui futuri redditi e utili da valori patrimoniali sarà riscossa un'imposta con effetto liberatorio, mentre per i valori patrimoniali non tassati collocati in Svizzera da contribuenti tedeschi si procederà ad un'imposizione a posteriori;

è prevista, quindi, l'introduzione di un'imposta liberatoria per i redditi da capitali di contribuenti tedeschi in Svizzera, con un'aliquota che corrisponde a quella applicata in Germania, ovvero del 25 per cento, con un ulteriore 5,5 per cento sull'imposta riscossa, in modo da garantire che i redditi da capitali vengano tassati in modo identico in Svizzera e in Germania e che, quindi, non sussistano più distorsioni della concorrenza, dovute al diverso trattamento fiscale, tra il mercato finanziario tedesco e quello svizzero;

per i redditi conseguiti nel passato è possibile procedere ad un recupero d'imposta forfettario e anonimo sotto forma di pagamento unico a favore del fisco tedesco, con un'aliquota che varia tra il 19 ed il 34 per cento; il contribuente tedesco può optare, in luogo dell'imposizione forfettaria per il passato, per la comunicazione alle autorità fiscali tedesche dei dati necessari ai fini di una tassazione individuale;

per il futuro è prevista, inoltre, l'introduzione di un meccanismo di garanzia, per cui vige per le autorità svizzere un obbligo di informazione che va al di là dell'attuale standard minimo Ocse e vige il divieto, per entrambe le parti, del cosiddetto fishing expedition, cioè della ricerca generalizzata ed indiscriminata di informazioni;

sugli stessi principi si basa la convenzione fiscale tra Svizzera e Regno Unito: l'imposta liberatoria per il futuro prevede un'aliquota tra il 27 e il 48 per cento, a seconda della categoria del reddito da capitale; anche in questo caso vale il divieto del fishing expedition, con un numero massimo di domande all'anno; ai fini della tassazione a posteriori delle attuali relazioni bancarie in Svizzera, vengono applicate le medesime modalità previste dalla convenzione con la Germania;

attraverso queste convenzioni, comunque, vengono garantite sia la tutela della sfera privata dei clienti bancari, sia la garanzia della riscossione delle imposte sui capitali da parte degli Stati di residenza;

dopo Germania e Regno Unito, anche l'Austria, nel 2012, ha stipulato un accordo analogo con la Svizzera;

dopo un primo parere contrario che aveva frenato il Governo italiano nell'avviare concrete trattative con le autorità svizzere, poche settimane fa, il Commissario europeo Semeta ha affermato in conferenza stampa che gli accordi bilaterali stipulati da Germania, Regno Unito ed Austria con la Svizzera sono compatibili con il diritto dell'Unione europea;

le stime sull'ammontare di capitali esteri in Svizzera parlano di circa 1.500 miliardi di euro complessivi, di cui 180 provenienti dalla Germania, 70 dal Regno Unito e 120 dall'Italia;

si ritiene ormai improcrastinabile la riapertura del dialogo e delle trattative fra Italia e Svizzera per regolare le questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, aggiornando la convenzione in essere ormai datata; i rapporti tra i due Stati sono, infatti, al di là dei rapporti ufficiali, strettissimi: la lingua, la storia, i costumi, le radici culturali hanno accomunato nei secoli gli abitanti del Canton Ticino e del Canton Grigioni con quelli delle province del Verbano Cusio Ossola, di Como, di Varese e di Sondrio, generando un'area omogenea che travalica i confini amministrativi tra Svizzera ed Italia; oggi sono più di 50.000 i lavoratori italiani che ogni giorno si recano in Svizzera per svolgere la propria attività lavorativa, partendo dai comuni di frontiera della Lombardia e del Piemonte, apportando un contributo indispensabile all'economia elvetica; si sottolinea, in particolare, come negli ultimi due anni di crisi internazionale questo trend sia cresciuto di almeno 2.000 unità, segno che l'apporto delle professionalità italiane, spesso di alto livello di specializzazione, è sostanziale per il dinamismo dell'economia svizzera;

oggi la Confederazione ha un prodotto interno lordo pro capite tra i più alti d'Europa e un'economia fiorente e solida, è Paese membro degli accordi di Schengen sulla libera circolazione ed è allineata alla normativa comunitaria in base agli accordi bilaterali con l'Unione europea e merita sicuramente di essere definitivamente esclusa dalla cosiddetta black list, in relazione al concreto rispetto delle regole sulla trasparenza finanziaria; in relazione a questo punto la Camera dei deputati, in data 7 giugno 2011, ha specificatamente impegnato il Governo pro tempore in sede di approvazione delle mozioni sulle iniziative concernenti i rapporti tra Italia e Svizzera, con particolare riferimento alle doppie imposizioni e ad altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio;

nelle ultime settimane, indubbiamente, i segnali di un riavvicinamento delle parti, dopo le tensioni degli ultimi anni, sono incoraggianti: il blocco dei ristorni ai comuni italiani di confine, quale compensazione delle spese sostenute dai comuni italiani in relazione alla residenza dei frontalieri sul loro territorio, si è risolto anche per l'impegno diretto degli esponenti della Lega Nord sia in Parlamento, sia nei territori di confine lombardi; il 9 maggio 2012 il consigliere diplomatico del Ministro dell'economia e delle finanze italiano, Carlo Baldocci, e il segretario di Stato del Dipartimento federale delle finanze svizzero, Michael Ambühl, capo della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, si sono incontrati, manifestando esplicitamente la volontà di affrontare tutte le problematiche aperte tra i due Stati, programmando la partenza di un tavolo di lavoro che già si riunirà il 24 maggio 2012;

indubbiamente l'accordo dovrà affrontare anche la revisione degli accordi esistenti, in particolare sul meccanismo di pagamento dei ristorni, che oggi sono versati dalla Svizzera allo Stato italiano e, successivamente, riversati ai comuni di confine: trattandosi di trasferimenti a destinazione specifica è giusto, anche in ottica federalista, che siano versati direttamente dal fisco elvetico ai nostri enti locali, eliminando un passaggio che oggi comporta ritardi e conseguenti crisi di liquidità per le casse comunali,

impegna il Governo:

ad adoperarsi attraverso ulteriori iniziative, presso le competenti sedi internazionali, affinché la Svizzera possa essere definitivamente esclusa dalla cosiddetta black list, in relazione al concreto rispetto delle regole sulla trasparenza finanziaria, e ad adottare tutte le iniziative utili per garantire l'effettiva reciprocità nei rapporti Italia-Svizzera, in modo da sostenere le imprese italiane che intrattengono rapporti economici e commerciali con la Svizzera stessa;

a proseguire i negoziati tra Italia e Svizzera, appena iniziati, al fine di stipulare in tempi rapidi una convenzione bilaterale secondo gli stessi principi di quelle concluse dalla Confederazione elvetica con la Germania, il Regno Unito e l'Austria, dal momento che anche il Commissario europeo per la fiscalità e l'unione doganale ha dichiarato la piena compatibilità di tali accordi con il diritto comunitario;

ad assumere iniziative normative per modificare le modalità di versamento dei ristorni fiscali, in modo che essi siano versati dal fisco svizzero direttamente ai comuni italiani di confine, evitando il passaggio dalla tesoreria statale, inutile e foriero di ritardi insostenibili per le casse degli enti locali.

(1-01040)
«Crosio, Dozzo, Nicola Molteni, Rivolta».