ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00972

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 612 del 27/03/2012
Abbinamenti
Atto 1/00880 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00887 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00928 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00930 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00932 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00933 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00934 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00935 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00940 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00941 abbinato in data 28/03/2012
Atto 1/00976 abbinato in data 28/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: BRIGUGLIO CARMELO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 27/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
BARBARO CLAUDIO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
BOCCHINO ITALO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
BONGIORNO GIULIA FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
CONSOLO GIUSEPPE FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
CONTE GIORGIO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
DIVELLA FRANCESCO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
GALLI DANIELE FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
GRANATA BENEDETTO FABIO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
LAMORTE DONATO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
LO PRESTI ANTONINO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
MENIA ROBERTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
MORONI CHIARA FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
MURO LUIGI FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
NAPOLI ANGELA FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
PAGLIA GIANFRANCO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
PATARINO CARMINE SANTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
PERINA FLAVIA FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
PROIETTI COSIMI FRANCESCO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
RAISI ENZO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
RUBEN ALESSANDRO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
SCANDEREBECH DEODATO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012
TOTO DANIELE FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 27/03/2012


Stato iter:
28/03/2012
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/03/2012

RITIRATO IL 28/03/2012

CONCLUSO IL 28/03/2012

Atto Camera

Mozione 1-00972
presentata da
CARMELO BRIGUGLIO
testo di
martedì 27 marzo 2012, seduta n.612

La Camera,

premesso che:
l'economia mondiale nel biennio 2008-2009 è stata colpita da una grave recessione con effetti pesanti anche per l'economia nazionale, in particolar modo nei confronti dei redditi delle famiglie e dell'occupazione nelle regioni del Mezzogiorno;

nel corso del 2010 si è manifestata una ripresa che, però, si è subito interrotta nel 2011, evidenziando come il percorso di fuoriuscita dalla crisi, già debole e difficile al Nord, diventi nullo per le regioni del Mezzogiorno d'Italia;

le prime valutazioni effettuate dalla Svimez ipotizzano per il 2012, in un quadro di recessione, un ampliamento del divario tra Nord e Sud del Paese, con un differenziale negativo di circa mezzo punto al Sud rispetto alla media nazionale che dovrebbe far segnare una flessione del prodotto interno lordo di oltre l'1 per cento;

nella crisi italiana, quindi, il Sud si trova in particolare difficoltà con una caduta dell'occupazione particolarmente grave e prospettive di investimento negative;

in questa fase congiunturale si acuiscono i tratti strutturali della grave situazione del lavoro nel meridione, con un tasso di disoccupazione pari nel primo semestre del 2011 al 13,2 per cento contro il 5,5 per cento nel Nord; un tasso di disoccupazione giovanile pari al 39 per cento contro il 6 per cento nel Centro-Nord; un tasso di occupazione femminile pari al 30,7 per cento contro il 55,4 per cento nel Centro-Nord e un peso dell'occupazione irregolare su quella regolare pari al 19 per cento;

nonostante le innumerevoli potenzialità il Sud non riesce ad intraprendere uno sviluppo economico serio e ben strutturato ad eccezione di alcune oasi felici;

vi è un evidente divario strutturale tra le due aeree del Paese, sostanzialmente immutato da un cinquantennio;

al divario strutturale e in termini di redditi, come indicato dal Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca nella relazione alle Commissioni bilancio della Camera dei deputati e del Senato, si aggiungono divari profondi connessi alle condizioni di vita dei cittadini in termini di qualità ed efficacia di servizi collettivi fondamentali, quali istruzione, giustizia, sicurezza, cura per gli anziani, cura per i bambini, servizi sanitari, reti e società digitali, reti ferroviarie e trasporto locale su ferro, servizio idrico integrato, gestione dei rifiuti urbani, servizi alle imprese;

difatti, secondo la classifica del Sole 24 Ore, che misura la qualità della vita delle 107 province italiane, le province del Meridione occupano gli ultimi posti;

diventa più che mai necessario individuare le soluzioni più idonee per colmare la differenza tra le due parti del Paese, un problema reso oggi ancora più difficile dalla dimensione globale in cui ci si trova a vivere e da cui il Meridione d'Italia potrebbe rimanerne completamente isolato, senza dimenticare che la situazione è aggravata dalla forte crisi economica in corso e dal debito pubblico che pesa come un macigno sul Paese e limita le prospettive per il futuro;

è da apprezzare la scelta del Presidente del Consiglio dei ministri Monti di promuovere la nomina di un Ministro per la coesione territoriale, evidentemente al fine di attuare tutti gli interventi per il riequilibrio economico e sociale, a differenza di quanto avvenuto nel passato Governo;

bisogna acquisire la consapevolezza che il riavvio di una crescita dell'economia italiana passa anche, se non soprattutto, per la riattivazione di energie inutilizzate, soprattutto i giovani qualificati e le donne presenti in misura principale nelle regioni del Mezzogiorno;

infatti, il tasso di occupazione nella fascia di età 15-34 anni, pari al 45 per cento in Italia, un valore già decisamente inferiore ai livelli medi europei, scende al 30 per cento circa nelle regioni meridionali, per scendere a poco più del 20 per cento per le giovani donne;

la risorsa principale su cui puntare per riavviare l'economia italiana deve essere rappresentata dal capitale umano delle nuove generazioni e delle donne, risorse oggi largamente sottoutilizzate, specialmente nel Mezzogiorno;

l'ottica dalla quale partire è, quindi, quella di fare del Sud il protagonista della rinascita, in virtù del fatto che esso è, oggi, materialmente l'area a massima vocazione ove può realizzarsi questa necessaria inversione di tendenza;

sicuramente ostativa ad un riequilibrio tra le due parti del Paese è la drammatica situazione dei collegamenti da e per il Meridione;

le Ferrovie dello Stato italiane spa continuano a discriminare il Meridione, gestendo il servizio dei trasporti con una concentrazione degli investimenti solo nelle aree del Paese considerate più produttive;

all'alta velocità del Nord, si contrappone un trasporto nel Sud in totale stato di abbandono, in particolare la velocità media di percorrenza sui treni non regionali sulle grandi linee Napoli-Bari, Napoli-Reggio Calabria, Messina-Catania, Messina-Palermo e Cagliari-Sassari è rispettivamente di 89 chilometri orari, 119 chilometri orari, 73 chilometri orari, 99 chilometri orari e 88 chilometri orari, contro un valore medio di 136 chilometri orari sull'insieme delle Napoli-Genova, Napoli-Milano-Torino, Bologna-Bolzano e Bologna-Trieste, acuendo così l'immagine di un Paese a «due velocità»;

il grado di penetrazione di internet nel Mezzogiorno è ancora molto basso, sia per un marcato deficit infrastrutturale che per una cultura delle aziende private e pubbliche ancora poco propensa all'innovazione tecnologica nei processi organizzativi e produttivi: secondo i dati Svimez, ad esempio, solo il 25,5 per cento delle imprese meridionali usa internet per la gestione dei rapporti con i clienti, contro il 46,2 per cento del resto d'Italia;

di recente la Commissione europea ha varato una modifica alle regole dei fondi strutturali destinati agli investimenti produttivi nelle aree sottoutilizzate, concedendo all'Italia di abbassare la quota di cofinanziamento nazionale dal 50 al 25 per cento;

la possibilità concessa dalla Commissione europea all'utilizzo dei fondi strutturali per la copertura dei crediti d'imposta per l'occupazione al Mezzogiorno consente di destinare i fondi europei al finanziamento di strumenti di fiscalità di sviluppo che possano stimolare gli investimenti produttivi delle aziende meridionali;

è, altresì, importante che da Bruxelles si è ritenuto di impegnare al più presto una parte dei fondi sbloccati per dare impulso a specifiche politiche occupazionali nelle aree a più bassa occupazione giovanile;

i provvedimenti previsti dal Governo Monti - in particolare, la deduzione dell'Irap maggiorata al Sud per giovani e donne e la previsione, nonostante la scarsità di risorse, di un fondo di 3 miliardi di euro complessivi nel prossimo triennio per la copertura di eventuali sforamenti del patto di stabilità per effetto del cofinanziamento nazionale dei fondi europei - sembrano andare nella giusta direzione;

sono assolutamente condivisibili, nella prospettiva di uno sviluppo del Mezzogiorno, le proposte elaborate dalla Svimez: una politica infrastrutturale e logistica al servizio di una strategia attenta alla valorizzazione di un'opzione mediterranea; una coordinata politica per le energie tradizionali e rinnovabili, finalizzata allo sfruttamento tecnologico e sostenibile delle risorse naturali e ambientali e all'efficientamento e risanamento delle grandi aree urbane ed interconnessa ad una rinnovata politica industriale selettiva e di filiera; l'accesso al credito per il sostegno finanziario al tessuto di piccole e medie imprese,
impegna il Governo:
ad assumere una strategia finalizzata alla ripresa economica con la consapevolezza che il Sud rappresenta una leva importante della strategia complessiva di rilancio e riposizionamento dell'intera economia italiana;

ad attuare politiche per il Sud finalizzate ad aumentare le dimensioni medie delle imprese mediante la formazione di vere e proprie «reti», a favorire un maggiore e più facile accesso al credito e ad investire sulle attività di ricerca ed innovazione tecnologica, con la formazione di veri e propri distretti tecnologici che creino occupazione per tutti quei giovani qualificati di origine meridionale che si formano nelle università meridionali, ma anche in quelle centro-settentrionali ed estere, che rappresentano una grande risorsa inutilizzata;

ad investire su un'economia sostenibile e competitiva, soprattutto nei settori energetico, delle risorse naturali, agro-ambientale, turistico e dei beni culturali, attraverso la valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico meridionale, elementi catalizzatori della catena di connessione ricerca-innovazione-produzione, in grado di dare piena espressione alle potenzialità del sistema universitario e di ricerca e al patrimonio territoriale e culturale del Mezzogiorno, favorendo così l'attrazione di nuovi capitali ed evitando la «fuga» dei giovani meridionali;

a favorire gli investimenti privati, anche attraverso iniziative volte ad introdurre misure di defiscalizzazione, nelle reti di banda larga di ultima generazione e a promuovere un maggior grado di concorrenza nel trasporto ferroviario interregionale e locale, aereo e navale;

ad assumere iniziative per implementare, compatibilmente con la normativa comunitaria, misure di fiscalità di vantaggio per gli investimenti privati nazionali ed esteri sull'intero territorio delle regioni meridionali, sostitutive di forme di sussidio ed incentivo all'attività economica.

(1-00972)
«Briguglio, Della Vedova, Barbaro, Bocchino, Bongiorno, Consolo, Giorgio Conte, Di Biagio, Divella, Galli, Granata, Lamorte, Lo Presti, Menia, Moroni, Muro, Angela Napoli, Paglia, Patarino, Perina, Proietti Cosimi, Raisi, Ruben, Scanderebech, Toto».