Atto Camera
Mozione 1-00970
presentata da
AMEDEO CICCANTI
testo di
lunedì 26 marzo 2012, seduta n.611
La Camera,
premesso che:
sebbene sia stata innescata dai crack finanziari di soggetti privati internazionali prima e dai rischi di insolvenza dei debiti sovrani in seguito, la crisi che sta attraversando l'Italia ha origini più antiche ed interne poiché l'Italia registrava bassi tassi di sviluppo già dall'inizio degli anni 2000;
le piccole e medie imprese rappresentano un patrimonio di fondamentale importanza per l'economia italiana e uno dei principali elementi di vitalità del nostro Paese, ma rappresentano altresì il settore che sta maggiormente soffrendo dell'attuale contingenza economica;
nell'attuale scenario, oltre al calo della domanda interna ed estera, le difficoltà incontrate dalle piccole e medie imprese sono di ordine finanziario e possono essere principalmente ricondotte a due ordini di problemi: le difficoltà di accesso al credito e di rientro dei prestiti ricevuti dalle banche; i ritardi dei pagamenti dei crediti vantati nei confronti sia della pubblica amministrazione, sia dei clienti privati;
in tema di credito non ha certo giovato l'introduzione dei nuovi requisiti patrimoniali per gli istituti bancari, previsti dall'accordo «Basilea3» per garantire la stabilità del sistema che ha determinato effetti restrittivi nell'erogazione del credito alle piccole e medie imprese;
oltre agli effetti derivanti dall'accordo «Basilea3» le banche italiane devono scontare anche le conseguenze derivanti dalla richiesta dell'Autorità bancaria europea alle banche europee di aumentare la propria capitalizzazione, al fine di rafforzare la fiducia dei mercati nella capacità degli istituti di credito di fronteggiare gli shock provenienti dal fronte dei debiti sovrani;
la seconda long term refinancing operation (Ltro) della Banca centrale europea ha assegnato 529,53 miliardi di euro in asta a 36 mesi al tasso dell'1 per cento e segue quella di 489 miliardi di euro collocati a dicembre 2011, entrambe finalizzate a stimolare la concessione di prestiti da parte delle banche;
in questa delicata fase, i consorzi di garanzia collettiva dei fidi hanno continuato a svolgere un'importante funzione e a rappresentare uno strumento efficace nel migliorare le condizioni di accesso ai prestiti e nell'aumentare la qualità del credito bancario alle imprese, soprattutto di minore dimensione, consentendo, in particolare, a quelle associate a consorzi di garanzia di ottenere linee di credito a tassi d'interesse più bassi rispetto a quelle non associate;
in tal senso, infatti, l'Italia rappresenta un caso di successo in termini di penetrazione della garanzia sul totale dei finanziamenti concessi alle imprese;
tuttavia, mentre i Paesi esteri si caratterizzano per la presenza di schemi di filiera della garanzia semplici e strettamente correlati alle politiche economiche e industriali «centrali», nonché per l'assenza di capillarità distributiva e contribuzione privata alla formazione delle risorse a sostegno della filiera stessa, l'Italia, al contrario, presenta un modello distributivo molto sviluppato e con forti legami sul territorio, basato essenzialmente sul soggetto confidi quale attore principale della garanzia diretta e di primo livello, ma, al contempo, la filiera è lunga e complessa, con molte sovrapposizioni tra i diversi attori, istituzionali e non, e una minore focalizzazione di politica economica;
i diversi accordi denominati «moratoria», concordati tra le organizzazioni di impresa, l'Abi e i Ministeri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico hanno consentito a tutte le piccole e medie imprese di attenuare gli effetti della carenza di liquidità attraverso la sospensione delle rate di mutui e di leasing;
la nuova «moratoria», resa possibile anche grazie alla liquidità messa a disposizione dalla Banca centrale europea, riguarda un'ampia gamma di linee di credito aperte dalle imprese, così da consentire ad un gran numero di piccole e medie imprese di beneficiare della sospensione delle rate di mutui e di leasing o dell'allungamento delle anticipazioni bancarie;
in tema di ritardo nei pagamenti dalla pubblica amministrazione in Italia (che costano alle piccole e medie imprese 3,7 miliardi di euro di oneri finanziari), è stato stimato che, al termine contrattuale di 90 giorni, si somma un ritardo medio di altri 90 giorni, per un totale di 180 giorni, il che rende la pubblica amministrazione italiana il peggiore pagatore d'Europa. Tuttavia, sebbene nel Mezzogiorno il cliente prevalente delle imprese è la pubblica amministrazione, nel Nord e nel Centro, invece, i clienti sono soprattutto privati e anche qui la situazione è difficilissima, anche perché le azioni legali sono costose per la lunghezza dei tempi della giustizia e spesso inefficaci;
su questo tema sono stati recentemente adottati appositi decreti attuativi da parte del Governo per agevolare la certificazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, nonché per rendere possibile la compensazione tra posizioni creditorie e debitorie delle stesse imprese nei confronti dello Stato. Inoltre, è stato sottoscritto un nuovo accordo tra l'Abi e le rappresentanze delle imprese, che mira ad agevolare e rendere più conveniente per le imprese le operazioni di «smobilizzo», dei crediti che queste ultime vantano nei confronti della pubblica amministrazione, in linea con quanto previsto dagli stessi decreti attuativi;
la scarsa liquidità e l'insolvibilità non spiegano da sole la crisi che sta attraversando il mondo delle piccole e medie imprese;
esistono anche altri fattori che hanno determinato questa situazione legati alla redditività e alla capacità delle imprese di restare competitive,
impegna il Governo:
ad assumere iniziative presso le competenti sedi europee al fine di mitigare gli effetti, in particolare con riferimento all'accesso al credito delle piccole e medie imprese, derivanti dall'applicazione delle nuove regole stabilite dall'Unione europea in materia di coefficienti patrimoniali e di capitalizzazione delle banche italiane (come, ad esempio, il supporto all'iniziativa promosso dall'Abi e dalle altre rappresentanze di impresa per l'applicazione di uno specifico coefficiente che sterilizzi gli effetti avversi di «Basilea 3», sui prestiti alle piccole e medie imprese);
ad adottare iniziative volte a rafforzare il ruolo e l'operatività dei consorzi di garanzia collettiva fidi;
a ridefinire e semplificare la filiera italiana delle garanzie oggetto di finanziamento ai privati (retail), preservandone la natura fortemente sussidiaria e basata sullo strumento dei confidi;
a vigilare, per quanto di competenza, affinché la nuova normativa in tema di compensazione tra i crediti commerciali verso la pubblica amministrazione e i debiti tributari venga applicata correttamente, producendo così i risultati sperati;
a recepire tempestivamente, nell'ambito della delega contenuta nell'articolo 10 della legge n. 180 del 2011, cosiddetto statuto delle imprese, la direttiva comunitaria sui ritardi di pagamento, anche per ridurre il rischio di far accumulare nuovi debiti da parte della pubblica amministrazione e dei clienti privati.
(1-00970) «Ciccanti, Galletti, Anna Teresa Formisano, Ruggeri, Pezzotta, Occhiuto, Compagnon, Naro, Volontè, Poli, Libè».