ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00959

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 610 del 23/03/2012
Abbinamenti
Atto 1/00855 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00927 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00958 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00962 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00964 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00967 abbinato in data 26/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: MIOTTO ANNA MARGHERITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
BOSSA LUISA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
BUCCHINO GINO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
PEDOTO LUCIANA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
SARUBBI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012
TURCO LIVIA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2012


Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/03/2012
Resoconto PEDOTO LUCIANA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/03/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/03/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/03/2012

Atto Camera

Mozione 1-00959
presentata da
ANNA MARGHERITA MIOTTO
testo di
venerdì 23 marzo 2012, seduta n.610

La Camera,

premesso che:

secondo le stime che vengono fatte, quando sarà esaurita la «bolla» di super-iscrizioni degli anni '70-'80, l'Italia allineerà il rapporto dei medici per abitanti a quello più basso dei Paesi Ocse e si passerà così dalla pletora del passato alla carenza di medici del futuro;

le previsioni parlano di un'inversione di tendenza a partire dal 2015, che porterà nel giro di dieci anni il numero di medici da 350 mila a circa 250 mila, anche se già oggi si avverte una carenza strutturale di circa 5.000 medici tra radiologi, anestesisti e personale dell'area emergenza;

nello stesso piano sanitario nazionale 2011-2013 si afferma che «si attende una carenza dal 2012 al 2018 di 18.000 unità di personale medico nel servizio sanitario nazionale e di circa 22.000 medici dal 2014 al 2018 in totale (si passerà da 3,7 medici «attivi» per 1000 abitanti a 3,5 medici «attivi» per 1000 abitanti, contro una media europea di 3,1 medici attivi per 1000 abitanti);

oltre ad assumere meno personale medico per carenza di fondi e vincoli di bilancio (un gran numero di regioni sono sottoposte a piani di rientro dove vige il blocco del turnover), si continua a formare il personale senza tenere conto dell'andamento della curva demografica del nostro Paese, che invecchia, e, quindi, dei reali bisogni assistenziali del territorio;

attualmente l'articolo 35, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 368 del 1999 prevede una cadenza triennale del rilevamento del fabbisogno di medici specialistici del servizio sanitario nazionale sulla base di un'approfondita analisi della situazione occupazionale, dopodiché il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica, acquisito il parere del Ministro della salute, determina il numero dei posti da assegnare a ciascuna scuola di specializzazione, tenuto conto della capacità ricettiva e del volume assistenziale delle strutture sanitarie inserite nella rete formativa della scuola stessa;

per formare un medico oggi in Italia si richiede un tempo relativamente lungo: 6 anni di laurea in medicina, cui occorre aggiungere in media un anno per l'abilitazione, cioè per l'esame di Stato, più 5 anni di specializzazione, oppure 3 anni per le scuole regionali di medicina generale. Insomma 10-12 anni, visto che la legge n. 502 del 1992 non consente ai medici di entrare nel servizio sanitario nazionale senza avere una specializzazione. I «giovani» medici, dunque, entrano a pieno titolo nel mondo del lavoro solo dopo i trent'anni, almeno ufficialmente, anche se, nella realtà, già oggi, molti laureati senza specializzazione sono inseriti con contratti atipici nelle strutture, territoriali e ospedaliere, di molte regioni;

il decreto ministeriale 6 marzo 2006, n. 172, recante il «Regolamento concernente modalità per l'ammissione dei medici alle scuole di specializzazione in medicina», che disciplina le modalità di accesso dei medici alle scuole di specializzazione in medicina e chirurgia di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, prevede, all'articolo 2, che l'ammissione a dette scuole possa avvenire con «concorso annuale per titoli ed esami, indetto con decreto del rettore dell'università, per il numero di posti determinati con decreto del Ministro, di cui all'articolo 35, comma 2, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368. Al concorso possono partecipare i laureati in medicina e chirurgia in data anteriore al termine di scadenza fissato dal bando per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso, con obbligo di superare l'esame di Stato entro il termine fissato per l'inizio delle attività didattiche delle scuole. Nel bando sono, altresì, indicate la sede e la data della prova di esame, i posti disponibili presso ciascuna scuola e le necessarie disposizioni organizzative»;

per poter, quindi, accedere alle scuole di specializzazione, così come previsto dall'articolo 2 del decreto, non solo bisogna essere laureati in medicina, ma bisogna già aver superato l'esame di Stato o comunque superarlo entro l'inizio di ogni anno; quindi, i neolaureati in medicina per poter continuare il proprio percorso formativo devono sperare che tutte le scadenze siano sincronizzate, altrimenti si vedono costretti a perdere un anno per concludere la loro formazione;

a partire dal 1995 è stato introdotto il titolo di formazione specifico necessario per poter esercitare la professione di medico di famiglia, guardia medica o medico del 118 in convenzione con il servizio sanitario nazionale e tale titolo viene rilasciato dalle regioni dopo un corso di tre anni;

i medici di medicina generale «titolati» non sono attualmente sufficienti per coprire il fabbisogno del territorio, a causa dell'alto costo richiesto alla regione per la formazione, per la bassa disponibilità di tutoring presso le strutture sanitarie, nonché per il fatto che molti abbandonano il corso in favore dell'ingresso nelle scuole di specializzazione, che garantisce loro un periodo più lungo di occupazione (4 anni invece che 3) e uno stipendio più alto (2000 euro a fronte di 800), tant'è che le aziende sanitarie locali (ma anche i medici di base, privatamente) da anni si «servono» in maniera continuativa e strutturata di medici privi del titolo di formazione specifica, addirittura «specializzandi» o neolaureati,
impegna il Governo:

a promuovere, al fine di attenuare la carenza strutturale di personale medico, un sistema di rilevamento (criteri ed analisi) del fabbisogno formativo della facoltà di medicina e chirurgia, nonché dei corsi di laurea in area sanitaria, che tenga conto a livello territoriale della reale necessità di personale medico, predisponendo un numero programmato di ingressi alla facoltà di medicina e chirurgia;

al fine di limitare il più possibile l'abbandono durante il corso di studi intrapreso, ad intervenire sulle modalità di ingresso, predisponendo un test nazionale attinente esclusivamente al corso di studi prescelto, nonché modalità di valutazione uniforme per tutte le scuole di specializzazione, al fine di evitare percorsi «facilitati» in talune realtà territoriali, con conseguenti inique sperequazioni;

ad individuare tutte le misure normative necessarie affinché i posti nelle scuole di specializzazione medica a livello nazionale siano distribuiti tra le regioni tenendo conto del reale fabbisogno di specialisti di ciascuna regione, al fine di assicurare la qualità del servizio sanitario;

ad intervenire affinché si possa pervenire ad un'armonizzazione cronologica delle date relative al conseguimento della laurea, dell'abilitazione e dell'ingresso nelle scuole di specializzazione, onde evitare perdite di tempo nel già complesso e lungo iter di formazione di un medico;

ad assumere, con il coinvolgimento delle regioni, tutte le iniziative normative ed economiche necessarie affinché i medici di medicina generale in possesso della formazione specifica possano essere formati in un numero sufficiente al fabbisogno del territorio.

(1-00959)
«Miotto, Lenzi, Argentin, Bossa, Bucchino, Burtone, D'Incecco, Grassi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini, Livia Turco».