ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00927

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 603 del 13/03/2012
Abbinamenti
Atto 1/00855 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00959 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00958 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00962 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00964 abbinato in data 26/03/2012
Atto 1/00967 abbinato in data 26/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 13/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CALGARO MARCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
TESTA NUNZIO FRANCESCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
DE POLI ANTONIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
MONDELLO GABRIELLA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
D'IPPOLITO VITALE IDA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012
TASSONE MARIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 13/03/2012


Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/03/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/03/2012

Atto Camera

Mozione 1-00927
presentata da
PAOLA BINETTI
testo di
martedì 13 marzo 2012, seduta n.603

La Camera,

premesso che:

il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR) ha determinato per il 2011-2012 un aumento pari a 9.501 posti per le facoltà di medicina e chirurgia, nonostante le regioni e il Ministero della salute, con il pieno auspicio dell'ordine dei medici ne avessero sollecitati almeno 10.566. Si tratta di mille posti in meno con una evidente disparità di valutazione del fabbisogno dei medici nei prossimi anni;

la cosa appare tanto più grave in quanto l'argomentazione utilizzata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è che il numero dei potenziali studenti di medicina è risultato superiore alla capacità formativa complessiva degli atenei. Evidentemente l'ampliamento dell'offerta formativa, che in questi ultimi 5 anni è cresciuta del 30 per cento, è ancora inadeguata a coprire i bisogni effettivi del nostro servizio sanitario nazionale. Negli ultimi dieci anni l'85 per cento degli immatricolati a medicina arriva alla laurea, come ha evidenziato Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun);

entro il 2015, infatti, a fronte dei prossimi pensionamenti nella categoria, verranno meno circa 17.000 medici e dal 2013 è ipotizzabile un saldo negativo tra pensionamenti e nuove assunzioni;

l'Italia ha un numero di medici professionalmente attivi superiore alla media europea, pari a 4,1 medici per mille abitanti contro una media dell'Unione europea di 3,4 per mille abitanti; ma a breve la situazione è destinata a cambiare ed è necessario aumentare le immatricolazioni, migliorando al contempo la qualità dell'offerta formativa per garantire al nostro servizio sanitario nazionale almeno 10 mila medici l'anno, necessari per essere a regime nel 2018;

oltre ad aumentare il numero delle immatricolazioni degli studenti in medicina e chirurgia però diventa sempre più urgente garantire a quanti si laureano la possibilità di accedere ad una scuola di specializzazione, facendo coincidere il numero dei laureati con il numero dei potenziali specialisti. Nei prossimi 10 anni si prospetta una mancanza di circa 30.000 specialisti che svolgano funzioni non delegabili ad altre professioni sanitarie;

oggi uno studente che si immatricola a medicina chirurgia, superando la selezione iniziale, pur laureandosi regolarmente in corso, corre il rischio di dover attendere altri due o tre anni prima di accedere alla scuola di specializzazione, portando il suo iter formativo a 13-15 anni. Ritardando pesantemente il suo ingresso nel mondo della professione, che avverrebbe intorno ai 35 anni di età, con pesanti ricadute anche sotto il profilo pensionistico;

il concorso per l'accesso alle scuole di specializzazione è disciplinato dal nuovo «Regolamento concernente le modalità per l'ammissione dei medici alle scuole di specializzazione in medicina», del Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca del 6 marzo 2006, n. 172. Il decreto prevede:

a) la ridefinizione della data di inizio dell'anno accademico («è altresì indicata la data di inizio delle attività didattiche delle scuole di specializzazione»), che avrà luogo successivamente all'espletamento delle selezioni, e quindi subito dopo la pubblicazione delle graduatorie;

b) l'introduzione, quale requisito necessario per l'ammissione alla prova, del conseguimento dell'abilitazione alla professione («Al concorso possono partecipare i laureati in medicina e chirurgia in data anteriore al termine di scadenza fissato dal bando per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso, con obbligo di superare l'esame di Stato prima della scadenza del termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso medesimo»);

gli studenti di medicina fin dagli inizi sono ben consapevoli che, nonostante la lunghezza del loro iter formativo, sei anni sono del tutto insufficienti ad avere assicurata la competenza necessaria per essere buoni professionisti, e proprio per questo diventa per loro impossibile trovare lavoro senza una ulteriore specializzazione. Si crea così un'ansia da prestazione che li spinge a cercare di ottenere i titoli necessari per entrare nella scuola di specializzazione scelta, sacrificando la fondamentale preparazione generale e investendo il loro tempo in tirocini specifici, dedicandosi soprattutto agli esami che influiscono sul punteggio di accesso alla specializzazione, cercando di collaborare all'attività scientifica nell'area di riferimento, per poter avere qualche pubblicazione che dia punteggio;

lo scollamento che si crea tra preparazione generale e preparazione specifica fin dai primi anni non contribuisce a dare loro una preparazione armonica e completa; sembrano spesso dei minispecialisti fin dai primi anni; in tal senso non sono aiutati dalle attuali modalità di accesso alle scuole di specializzazione, che esigono a priori obiettivi che dovrebbero rappresentare il core curriculum proprio della scuola di specializzazione. L'eccessiva specificità dei titoli di accesso alla scuola di specializzazione obbliga gli studenti a sacrificare la preparazione generale in una rincorsa prematura verso obiettivi che comunque raggiungeranno una volta entrati nella scuola scelta;

inoltre, accade che gli studenti una volta laureati incontrino una situazione penalizzante nell'accesso alle scuole di specializzazione, sia quelli che si laureano a luglio (i primi, spesso i più motivati e brillanti, devono attendere almeno 9 mesi) sia quelli che si laureano nell'ultima sessione in corso (devono attendere almeno 12 mesi prima di poter sostenere l'esame di accesso alla scuola di specializzazione);

in relazione a tali problematiche sono stati presentati atti di sindacato ispettivo rimasti in parte senza risposta come ad esempio l'interrogazione n. 3-01876;

il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha evidenziato come è solo in parte possibile armonizzare le tre sessioni di laurea di ciascun anno accademico con le due sessioni annuali dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione medica e con il concorso per l'ammissione alle scuole di specializzazione mediche che si tiene una volta l'anno;

si rende necessario progettare un cambiamento di passo in coloro che attualmente si occupano della formazione dei medici. Cogliere le nuove sfide formative è la responsabilità a cui non ci si può sottrarre se si vuole continuare a garantire un'assistenza di qualità ai malati, tenendo conto delle nuove competenze indispensabili per un corretto esercizio della professione medica, in ospedale come sul territorio, nell'area della prevenzione come in quella della cura e della riabilitazione, con una nuova responsabilità sul piano economico-organizzativo;

sarebbe opportuno inoltre assumere iniziative per ridurre il tempo che intercorre tra la tesi di laurea e l'esame di abilitazione, riportando il tirocinio valutativo di tre mesi nell'arco dei sei anni previsti dal piano di studi della facoltà di medicina e anticipando la prova finale con domande a scelta multipla, sull'intero curriculum prima della difesa della tesi. In tal modo gli studenti potrebbero laurearsi e abilitarsi all'esercizio della professione nella stessa sessione di esami. Diventerebbe così più agevole l'iscrizione ai concorsi per l'ammissione alle scuole di specializzazione in medicina, che potrebbe essere collocata nell'ottobre dell'anno di laurea, evitando dispersioni di tempo e consentendo ai medici di completare il loro iter formativo, già lungo, in 11 anni, 6 anni per laurearsi più cinque anni per specializzarsi. In tal modo l'ingresso effettivo nella professione potrebbe avvenire per i più diligenti intorno ai 30 anni,

impegna il Governo:

ad aumentare il numero di posti disponibili per accedere alla facoltà di medicina e chirurgia, visto il numero crescente di immatricolazioni e di richiesta di iscrizioni;

a ripensare i criteri di selezione degli aspiranti medici in modo da non delegare l'onere della prova solo ai quiz con domande a scelta multipla;

a valutare la possibilità di inserire una graduatoria regionale tra coloro che affrontano gli esami di ammissione per evitare che vengano esclusi in una sede, quanti a parità di punteggio sono ammessi in altra sede. La graduatoria regionale potrebbe ridurre i costi di tipo logistico a carico delle famiglie;

a favorire l'accesso alle scuole di specializzazione attraverso un effettivo ampliamento dei posti disponibili e una comunicazione più chiara e tempestiva dei posti rimasti vacanti, permettendo ai giovani medici di inserirsi nelle graduatorie che restano incomplete, così come più volte richiesto in atti di sindacato ispettivo;

ad attuare una urgente revisione delle procedure che istruiscono la Programmazione dei posti di specializzazione da mettere a bando, definita dal Ministero della salute, sentita la Conferenza Stato - regioni, che dovrebbe essere quanto più aderente alle reali esigenze di professionalità nel territorio nazionale, al fine di non incorrere in un futuro prossimo nella spiacevole situazione in cui versano alcuni Paesi dell'Unione europea, Gran Bretagna in testa, che necessitano di reperire professionalità mediche in altri Paesi;

ad assumere le iniziative di competenza per ridurre il tempo che intercorre tra la tesi di laurea e l'esame di abilitazione, riportando il tirocinio valutativo di tre mesi nell'arco dei sei anni previsti dal piano di studi della facoltà di medicina e anticipando la prova finale con domande a scelta multipla, sull'intero curriculum prima della difesa della tesi.

(1-00927)
«Binetti, Calgaro, Nunzio Francesco Testa, De Poli, Anna Teresa Formisano, Mondello, D'Ippolito Vitale, Delfino, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Tassone».