ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00896

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 594 del 28/02/2012
Abbinamenti
Atto 1/00901 abbinato in data 12/03/2012
Atto 1/00910 abbinato in data 12/03/2012
Atto 1/00911 abbinato in data 12/03/2012
Atto 1/00913 abbinato in data 12/03/2012
Atto 1/00916 abbinato in data 12/03/2012
Atto 1/00924 abbinato in data 20/06/2012
Atto 1/00929 abbinato in data 20/06/2012
Atto 1/00948 abbinato in data 20/06/2012
Atto 1/00970 abbinato in data 20/06/2012
Atto 1/01011 abbinato in data 20/06/2012
Atto 1/01060 abbinato in data 20/06/2012
Atto 6/00110 abbinato in data 20/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: MONTAGNOLI ALESSANDRO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 28/02/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DOZZO GIANPAOLO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
FUGATTI MAURIZIO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
FORCOLIN GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
COMAROLI SILVANA ANDREINA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
FOGLIATO SEBASTIANO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
LUSSANA CAROLINA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
ALLASIA STEFANO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
BITONCI MASSIMO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
BONINO GUIDO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
CALLEGARI CORRADO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
CAVALLOTTO DAVIDE LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
CHIAPPORI GIACOMO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
CONSIGLIO NUNZIANTE LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
CROSIO JONNY LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
D'AMICO CLAUDIO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
DAL LAGO MANUELA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
DESIDERATI MARCO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
DI VIZIA GIAN CARLO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
DUSSIN GUIDO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
FABI SABINA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
FAVA GIOVANNI LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
FOLLEGOT FULVIO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
GIDONI FRANCO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
GOISIS PAOLA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
ISIDORI ERALDO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
LANZARIN MANUELA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
MARONI ROBERTO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
MARTINI FRANCESCA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
MERONI FABIO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
MOLGORA DANIELE LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
MOLTENI LAURA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
MOLTENI NICOLA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
MUNERATO EMANUELA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
NEGRO GIOVANNA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
PAOLINI LUCA RODOLFO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
PASTORE MARIA PIERA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
PINI GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
POLLEDRI MASSIMO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
RAINIERI FABIO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
REGUZZONI MARCO GIOVANNI LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
RIVOLTA ERICA LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
RONDINI MARCO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
STEFANI STEFANO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
STUCCHI GIACOMO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
TOGNI RENATO WALTER LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
VANALLI PIERGUIDO LEGA NORD PADANIA 28/02/2012
VOLPI RAFFAELE LEGA NORD PADANIA 28/02/2012


Stato iter:
20/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/03/2012
Resoconto FUGATTI MAURIZIO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO GOVERNO 12/03/2012
Resoconto POLILLO GIANFRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO GOVERNO 20/06/2012
Resoconto POLILLO GIANFRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/06/2012
Resoconto COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/03/2012

DISCUSSIONE IL 12/03/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/03/2012

ATTO MODIFICATO IL 13/06/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/06/2012

DISCUSSIONE IL 20/06/2012

RITIRATO IL 20/06/2012

CONCLUSO IL 20/06/2012

Atto Camera

Mozione 1-00896
presentata da
ALESSANDRO MONTAGNOLI
testo di
martedì 28 febbraio 2012, seduta n.594

La Camera,

premesso che:

il sistema delle piccole e medie imprese costituisce il motore dell'intera economia italiana, costituendo il 99 per cento del sistema imprenditoriale, impiegando circa l'80 per cento degli addetti totali e generando quasi il 72 per cento del valore aggiunto complessivo;

è in corso un drammatico fenomeno di restrizione del credito per tutte le imprese, aggravato dal fatto che quel poco credito erogato ha raggiunto costi altissimi, soprattutto per le piccole e medie imprese; secondo recenti dati forniti dalla Banca d'Italia, il tasso di crescita su base annua del credito al sistema industriale è in forte rallentamento: a maggio 2011 era del 6,1 per cento, a ottobre 2011 del 5,8 per cento, a novembre 2011 del 4,9 per cento, mentre a dicembre 2011 del 3,1 per cento; ma il dato più preoccupante è che, mentre fino a novembre 2011 lo stock di credito erogato alle imprese non finanziarie era comunque aumentato, se pur ad un tasso decrescente, a dicembre 2011, in termini assoluti, ha mostrato una contrazione di circa 20 miliardi di euro; anche per il primo quadrimestre 2012 la situazione è drammatica: da un sondaggio su 130.000 imprese associate ad Unimpresa, risulta che i finanziamenti degli istituti di credito alle aziende siano diminuiti del 50 per cento rispetto al 2011; la stretta è diffusa in tutti i settori industriali, con alcuni picchi in quello dell'edilizia e del commercio; nonostante l'immissione di liquidità nel sistema bancario e il fatto che la Banca d'Italia affermi che l'afflusso di finanziamenti sia cresciuto nel 2012, le piccole imprese continuano a soffrire di mancanza di credito;

purtroppo, il credit crunch ha radici ormai lontane: è dal 2008, infatti, data nella quale la crisi si è manifestata in tutta la sua drammaticità, che le imprese devono affrontare il tema della restrizione del credito, in una prima fase a causa «soltanto» della crisi del sistema finanziario e bancario, in una seconda fase a causa anche del rallentamento dell'economia reale;

dall'autunno 2011 la crisi dei debiti sovrani ha ulteriormente penalizzato il sistema bancario, indebolendone la capacità di raccolta e la posizione finanziaria, e gli interventi delle autorità bancarie europee hanno definitivamente messo in ginocchio tutto il sistema, rendendo difficile ottenere prestiti dalle banche, ad un prezzo, oltretutto, altissimo: lo spread sull'euribor a tre mesi pagato dalle imprese nel 2007 era pari allo 0,6 per cento, mentre a fine 2011 ha raggiunto il 2,75 per cento; addirittura, le piccole e medie imprese pagano un differenziale pari a 3,6 punti; il costo complessivo delle nuove operazioni può, quindi, raggiungere il 3,8 per cento per le grandi e il 5 per cento per le piccole imprese;

la restrizione del credito al sistema produttivo comporta, quindi, l'aumento dei margini di interesse, la richiesta di sempre maggiori garanzie reali da parte delle banche, l'accorciamento della durata dei finanziamenti;

la genesi della pesante crisi economico-finanziaria aveva aperto la discussione sulla patrimonializzazione degli istituti di credito e sugli eccessivi livelli di rischio che questi ultimi assumono; il crac di Lehman brothers di quattro anni fa ha fatto drammaticamente emergere l'abuso della leva finanziaria da parte degli istituti di credito e il problema della qualità degli strumenti finanziari detenuti dalle banche stesse;

il Comitato dei governatori delle banche centrali europee ha riscritto l'accordo cosiddetto Basilea 2 per arrivare al «Basilea 3», che mira a rafforzare il patrimonio delle banche, al fine di dare stabilità al sistema finanziario per scongiurare il pericolo di nuove catastrofi finanziarie; il prezzo da pagare, però, è un ulteriore rallentamento dell'economia: già il comitato di Basilea ed il Fondo monetario internazionale avevano stimato che ad ogni punto in più di capitale richiesto corrisponde una riduzione media del prodotto interno lordo pari allo 0,04 per cento;

successivamente agli accordi di «Basilea 3», l'Eba-European banking authority, nell'autunno 2011, ha imposto requisiti patrimoniali più stringenti per le banche, accrescendone le difficoltà e accelerando il processo di riduzione del proprio indebitamento a seguito della necessità di una forte ricapitalizzazione; l'effetto è stato generalizzato in tutta l'Unione europea, ma in Italia lo è stato ancora di più a causa dell'introduzione dei nuovi criteri per il calcolo dei requisiti patrimoniali che prevedono la valutazione a prezzi di mercato dei titoli del debito pubblico, superando le disposizioni precedenti che prevedevano la contabilizzazione dei titoli iscritti nel portafoglio bancario al valore di acquisto; il risultato è una pesante crisi di fiducia verso le banche e una forte crisi di liquidità che sta penalizzando, in particolare, le piccole e medie imprese;

per le piccole e medie imprese il credito bancario rappresenta la principale fonte di finanziamento e Prometeia stima che siano 25.000 le piccole e medie imprese a rischio chiusura proprio per le difficoltà a reperire finanziamenti bancari e per la congiuntura economica negativa;

la revisione dei requisiti patrimoniali di «Basilea 3» ed Eba sta portando ad un aumento del capitale di vigilanza delle banche pari al 31,25 per cento, con una distribuzione su tutte le posizioni attive bancarie e, quindi, anche sui portafogli crediti erogati alle piccole e medie imprese; secondo Confindustria, però, i portafogli crediti delle piccole e medie imprese risultano sicuramente meno rischiosi rispetto a quelli delle grandi imprese, grazie alla minore correlazione, dimostrata da analisi empiriche, tra gli attivi delle piccole e medie imprese e l'andamento economico generale; sarebbe, perciò, opportuno introdurre meccanismi correttivi, tali da permettere un trattamento prudenziale da parte delle banche meno stringente per le piccole e medie imprese; tali correttivi consentirebbero alle banche di accantonare meno capitale a fronte dei crediti erogati alle piccole e medie imprese in modo da recuperare liquidità, limitando gli effetti restrittivi nell'erogazione del credito alle piccole e medie imprese stesse; la proposta di Confindustria, condivisa dalle altre organizzazioni imprenditoriali europee, ha portato la Commissione europea ed Eba a prendere in considerazione l'introduzione di alcuni meccanismi correttivi, impegnandosi a monitorare gli effetti dell'applicazione dell'accordo di «Basilea 3» sulle piccole e medie imprese;

in questa fase economica, al fine di limitare la prociclicità di «Basilea 3», è necessario vigilare sul livello di credito erogato alle imprese, intervenendo a livello europeo per armonizzare i criteri ed i modelli di valutazione dei rischi, oggi molto diversi tra loro; tali differenze provocano distorsioni della concorrenza tra banche di diversi Paesi e rischiano di vanificare il raggiungimento dell'obiettivo della stabilità del sistema finanziario e, conseguentemente, del sistema industriale; tali criteri penalizzano decisamente gli istituti di credito italiani più concentrati sulle attività tradizionali, che, però, a livello europeo vengono considerate ad alto assorbimento di capitale;

in Italia, poi, il tema della corretta valutazione del merito del credito verso le imprese ha assunto assoluta importanza; si assiste ad una valutazione sempre più rigida del rating aziendale a scapito della valutazione degli elementi più qualitativi che possono qualificare in positivo l'attività imprenditoriale: affidabilità del management, contratti, organizzazione aziendale sono alcuni degli elementi che le nostre banche potrebbero considerare nell'analisi complessiva dell'affidabilità aziendale;

non secondario è il tema dei ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni: attanagliati dalle morse del patto di stabilità, i tempi dei pagamenti delle forniture degli enti locali, delle aziende sanitarie, delle aziende ospedaliere si sono allungati all'inverosimile, appesantendo la posizione finanziaria delle piccole e medie imprese; molte sono le imprese che lavorano quasi esclusivamente per il settore pubblico e se fino a quindici anni fa lavorare per il pubblico era per un'azienda garanzia di affidabilità e solvibilità, oggi è sinonimo di difficoltà finanziaria e di alta esposizione bancaria; una delle proposte della Lega Nord è quella di favorire la compensazione tra debiti e crediti tra le piccole e medie imprese e pubblica amministrazione, includendo non solo quelli commerciali, ma anche e soprattutto quelli tributari; la crisi sta evidenziando molte situazioni nelle quali l'imprenditore non riesce a pagare le imposte, pur avendo presentato nei tempi e nei modi previsti le dichiarazioni fiscali; la compensazione di questi debiti costituirebbe sicuramente una boccata di ossigeno per tutte le piccole e medie imprese; l'alternativa sarebbe quella di garantire una rateazione del debito tributario più lunga e flessibile ad un costo ragionevole per il debitore, in modo da contemperare le esigenze dell'erario con quelle dell'imprenditore;

l'annosa questione dei ritardi dei pagamenti alle imprese è stata affrontata nel Consiglio dei ministri del 22 maggio 2012, nel quale sono stati adottati quattro decreti che consentirebbero di sbloccare i crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione. In particolare, due decreti interessano la certificazione dei crediti scaduti nei confronti di amministrazioni statali, enti locali, regioni ed enti del servizio sanitario nazionale; un terzo riguarda la compensazione dei crediti con i debiti verso il fisco iscritti a ruolo alla data del 30 aprile 2012; l'ultimo decreto agisce sul fondo centrale di garanzia per agevolare le imprese che intendono cedere i propri crediti presso intermediari finanziari riconosciuti;

a completamento delle suddette misure, si aggiunge la firma di un accordo tra l'Associazione bancaria italiana e le associazioni imprenditoriali, che istituisce un plafond del valore iniziale di 10 miliardi di euro, riservato allo smobilizzo dei crediti verso lo Stato;

sono circa centocinquantamila le aziende italiane che lavorano con il settore pubblico per un debito totale, da parte di quest'ultimo, che ammonta a circa 70 miliardi di euro e, sulla base di quanto si apprende dalla stampa, già dalla fine del 2012 dovrebbero essere sbloccati debiti per una cifra compresa tra i 20 e i 30 miliardi di euro, attraverso un meccanismo che, tramite certificazione da parte della pubblica amministrazione, consentirà alle imprese di recarsi in banca per farsi anticipare o cedere i crediti scaduti ed ottenere così la liquidità necessaria per il prosieguo dell'attività;

circa due terzi del debito nei confronti delle imprese appartiene agli enti pubblici ed è per tale ragione che uno dei due decreti sulla certificazione dei crediti necessita del parere della Conferenza Stato-regioni, la quale non si è ancora espressa. Attualmente, nessuno dei quattro decreti adottati dal Governo è in vigore e quello che rappresenta un provvedimento necessario ed urgente per la crescita delle imprese rischia di rimanere soltanto l'ennesimo annuncio mediatico di questo Governo;

è ormai indispensabile un decisivo intervento dello Stato nei confronti del sistema bancario italiano che sappia limitare il fenomeno del credit crunch, introducendo innovativi sistemi di garanzia degli affidamenti,
impegna il Governo:
ad intervenire a livello europeo chiedendo l'attuazione rapida dei correttivi chiesti dalle organizzazioni imprenditoriali alla regolamentazione relativa ai requisiti prudenziali per le banche, al fine di riservare un trattamento meno stringente per le piccole e medie imprese, che possa consentire alle banche di recuperare liquidità da utilizzare per erogare crediti alle piccole e medie imprese stesse, e ad assumere iniziative affinché siano resi omogenei i criteri e le metodologie per ponderare i rischi degli attivi bancari, in modo da garantire effettiva concorrenza tra le banche dei differenti Paesi e da non penalizzare l'attività delle banche italiane, sicuramente meno rischiosa, ma considerata ad alto assorbimento di capitale;

ad aiutare il sistema creditizio, tramite il rafforzamento dei sistemi di garanzia, a cambiare l'approccio troppo prudente verso le piccole e medie imprese, considerato che l'eccessiva prudenza nell'erogazione del credito rischia di impedire alle imprese di continuare ad operare, con conseguenze drammatiche per l'intero sistema economico;

ad intervenire rapidamente, nell'ambito delle proprie competenze, per ridurre significativamente i tempi dei pagamenti dello Stato, degli enti locali e delle aziende pubbliche, attivandosi anche a livello europeo per allentare i vincoli del patto di stabilità, posto che gli attuali tempi di pagamento non sono più sostenibili per le piccole e medie imprese e, soprattutto, per le piccole e medie imprese che lavorano quasi esclusivamente per il settore pubblico e che è necessario favorire linee di credito a basso costo per le imprese che vantano crediti verso la pubblica amministrazione, garantiti direttamente dallo Stato con l'emissione di titoli di Stato o con le proprie riserve auree, ciò sino all'effettivo incasso delle somme stesse, permettendo così ai piccoli e medi imprenditori di poter continuare a sviluppare la propria attività e a pagare lo stipendio dei propri dipendenti, favorendo così un circolo virtuoso nell'economia;

ad aiutare le piccole e medie imprese nell'assolvimento dei propri debiti tributari e contributivi, introducendo rateazioni più lunghe e più flessibili;

ad adottare le opportune iniziative affinché vengano resi immediatamente operativi i decreti ministeriali per la disciplina dei rapporti di credito e debito tra pubblica amministrazione ed imprese fornitrici, garantendo a queste ultime la liquidità necessaria da poter investire nella crescita e nello sviluppo.

(1-00896) «Montagnoli, Dozzo, Fugatti, Forcolin, Comaroli, Fogliato, Lussana, Fedriga, Alessandri, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Buonanno, Callegari, Caparini, Cavallotto, Chiappori, Consiglio, Crosio, D'Amico, Dal Lago, Desiderati, Di Vizia, Dussin, Fabi, Fava, Follegot, Gidoni, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Isidori, Lanzarin, Maggioni, Maroni, Martini, Meroni, Molgora, Laura Molteni, Nicola Molteni, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Polledri, Rainieri, Reguzzoni, Rivolta, Rondini, Simonetti, Stefani, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi».