ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00853

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 582 del 07/02/2012
Abbinamenti
Atto 1/00817 abbinato in data 07/02/2012
Atto 1/00848 abbinato in data 07/02/2012
Atto 1/00849 abbinato in data 07/02/2012
Atto 1/00850 abbinato in data 07/02/2012
Atto 1/00851 abbinato in data 07/02/2012
Atto 1/00852 abbinato in data 07/02/2012
Atto 1/00854 abbinato in data 07/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: PISICCHIO PINO
Gruppo: MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Data firma: 07/02/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MOSELLA DONATO RENATO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 07/02/2012
TABACCI BRUNO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 07/02/2012
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 07/02/2012
LANZILLOTTA LINDA MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 07/02/2012


Stato iter:
07/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 07/02/2012
Resoconto CERIANI VIERI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 07/02/2012
Resoconto CAMBURSANO RENATO MISTO
Resoconto COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Resoconto PISICCHIO PINO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto RAISI ENZO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Resoconto VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Resoconto MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA
Resoconto TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BERNARDO MAURIZIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 07/02/2012

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 07/02/2012

ACCOLTO IL 07/02/2012

PARERE GOVERNO IL 07/02/2012

DISCUSSIONE IL 07/02/2012

APPROVATO IL 07/02/2012

CONCLUSO IL 07/02/2012

Atto Camera

Mozione 1-00853
presentata da
PINO PISICCHIO
testo di
martedì 7 febbraio 2012, seduta n.582

La Camera,
premesso che:
negli ultimi anni il volume delle operazioni effettuate sui mercati finanziari è cresciuto in maniera esponenziale, creando un terreno fertile per la speculazione internazionale divenuta monopolista globale nell'uso di strumenti finanziari tanto volatili quanto illusori;
nell'attuale contesto economico e finanziario, caratterizzato fortemente dalla crisi dei debiti sovrani e dalla continua esigenza di denaro da parte dei Governi europei più colpiti dalle speculazioni, si è affacciata nuovamente l'idea di tassare le transazioni finanziarie, proprio allo scopo di garantire maggiore stabilità sui mercati, disincentivando le speculazioni, nella considerazione che la catena dei salvataggi, in primis quelli bancari, si traduce inevitabilmente in aumenti di debito pubblico nazionale e «globale»;
per effetto della crisi, il debito pubblico nell'area dell'euro è balzato dal 60 per cento del prodotto interno lordo nel 2007 e all'80 per cento negli anni successivi, nell'incombere di una finanziarizzazione stimata pari a 600 mila miliardi di dollari, contro un valore di economia reale di 75 mila miliardi di dollari;
i Governi hanno messo a disposizione dell'intero settore finanziario un importante sistema di sostegno economico: gli Stati membri dell'Unione europea hanno stanziato 4600 miliardi di euro per le diverse misure di salvataggio in favore del settore finanziario, il cui peso si è scaricato interamente sulle amministrazioni pubbliche e, conseguentemente, sui cittadini europei;
il settore finanziario beneficia di una tassazione particolarmente favorevole, che si traduce in un vantaggio fiscale di circa 18 miliardi di euro all'anno in ragione dell'esenzione dei servizi finanziari dal pagamento dell'imposta sul valore aggiunto;
il 28 settembre 2011 la Commissione europea ha presentato una proposta finalizzata ad introdurre, nei Paesi membri dell'Unione europea, un'imposta sulle transazioni finanziarie che andrebbe ad incidere su tutte le transazioni di strumenti finanziari tra enti finanziari per le quali almeno una controparte della transazione sia stabilita all'interno dell'Unione europea;
pertanto, a partire dal 2014 gli scambi di azioni e obbligazioni verrebbero tassati con un'aliquota dello 0,1 per cento, mentre per i derivati il tasso sarebbe dello 0,01 per cento. In tal modo, la Commissione europea ha calcolato di poter arrivare a riscuotere un gettito pari a 57 miliardi di euro ogni anno;
secondo la Commissione europea con questa imposta il settore finanziario avrebbe la possibilità di contribuire ai costi della crisi economica, di cui è, tra le altre cose, concausa, nel più ampio contesto di risanamento dei bilanci degli Stati membri, disincentivando il trading ad alto rischio e a bassa produttività;
nel corso del vertice dei leader del G20, tenutosi a Cannes nel mese di novembre 2011, è stato rinnovato l'impegno per una tassa sulle transazioni finanziarie, fortemente voluta dal Presidente francese Sarkozy e sostenuta dalla Germania, dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea, a cui si sono aggiunte le posizioni favorevoli delle potenze emergenti quali Sud Africa, Brasile e Argentina. Gli stessi Usa, da sempre contrari a questo tipo di imposizione, hanno mostrato una certa apertura e una disponibilità nel valutare la misura, mentre resta intatta l'opposizione inglese;
lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, nel corso di un suo intervento al nel mese di dicembre 2011, ha manifestato la sua posizione favorevole ad un'eventuale imposizione sulle transazioni finanziarie, allo scopo di alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e le imprese, in tal modo modificando la linea seguita dal precedente Governo, contrario ad ogni misura in tal senso; infatti, appena alla fine di ottobre 2011, in una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, lo stesso professor Monti aveva identificato nei debiti sovrani l'obiettivo della speculazione esortando a lavorare nella prospettiva del controllo del debito pubblico e della crescita dell'economia reale;
recentemente la Camera dei deputati ha approvato un'importante mozione inerente alla politica europea che, tra le altre cose, ha impegnato il Governo a sostenere, in sede europea, l'adozione di una Tobin tax, garantendo sul punto il più ampio confronto con i Paesi ancora contrari all'adozione di tale imposizione;
in particolare, la Gran Bretagna ha più volte ribadito la propria contrarietà ad una tassazione sistematica delle transazioni finanziarie, per il rischio di una fuga di capitali verso altre piazze finanziarie meno regolamentate;
anche Svezia, Olanda e Malta mostrano una posizione fortemente critica nei confronti di un'ipotetica Tobin tax. A Malta, in particolare, secondo un sondaggio, appena il 30 per cento dei maltesi vedrebbe di buon occhio una nuova tassa sulle transazioni finanziarie, a fronte del 65 per cento degli europei favorevoli a questa imposta secondo l'eurobarometro,
impegna il Governo:
ad operare sul terreno delle regolazioni normative di indirizzo economico e sociale cui siano subordinate quelle finanziarie;
a valutare iniziative normative volte a distinguere le banche commerciali dalle banche d'affari;
ad assumere, nella prospettiva del rinnovato prestigio dell'iniziativa italiana nelle sedi europee, una forte posizione politica per garantire la rapida adozione di un'imposizione sulle transazioni finanziarie, nella prospettiva del coinvolgimento di tutti i Paesi interessati, compresi quelli attualmente contrari, in modo da realizzare una forma di fiscalità non isolata, ma estesa all'Europa a 27, in modo tale che una coesione provata nei fatti, anziché dichiarata nei vertici, ne rafforzi il ruolo mondiale;
a consolidare, insieme agli altri Paesi europei, una spinta regolativa propizia alla crescita delle economie reali, che segni una discontinuità marcata e misurabile rispetto alla deregolamentazione che ha prodotto l'odierna crisi finanziaria globale.
(1-00853) «Pisicchio, Mosella, Tabacci, Brugger, Lanzillotta».