ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00834

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 578 del 30/01/2012
Abbinamenti
Atto 1/00828 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00835 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00836 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00837 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00838 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00839 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00841 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00840 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00844 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00860 abbinato in data 15/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: MONAI CARLO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 27/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
FORMISANO ANIELLO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
ORLANDO LEOLUCA ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
PALADINI GIOVANNI ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
PALAGIANO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
PALOMBA FEDERICO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
PORCINO GAETANO ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI 27/01/2012
ZAZZERA PIERFELICE ITALIA DEI VALORI 27/01/2012


Stato iter:
15/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 31/01/2012
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
 
PARERE GOVERNO 15/02/2012
Resoconto VARI MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 15/02/2012
Resoconto GIULIETTI GIUSEPPE MISTO
Resoconto BELCASTRO ELIO VITTORIO MISTO-NOI PER IL PARTITO DEL SUD LEGA SUD AUSONIA
Resoconto LANZILLOTTA LINDA MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
Resoconto D'ANNA VINCENZO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Resoconto TOTO DANIELE FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Resoconto RAO ROBERTO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Resoconto CAPARINI DAVIDE LEGA NORD PADANIA
Resoconto VELO SILVIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VALDUCCI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 31/01/2012

DISCUSSIONE IL 31/01/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 31/01/2012

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/02/2012

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 15/02/2012

ACCOLTO IL 15/02/2012

PARERE GOVERNO IL 15/02/2012

DISCUSSIONE IL 15/02/2012

APPROVATO IL 15/02/2012

CONCLUSO IL 15/02/2012

Atto Camera

Mozione 1-00834
presentata da
CARLO MONAI
testo di
lunedì 30 gennaio 2012, seduta n.578

La Camera,
premesso che:
sia le istituzioni sovranazionali che i Governi nazionali riconoscono all'evoluzione delle infrastrutture di nuova generazione e al conseguente sviluppo dei servizi in rete un ruolo fondamentale per garantire una crescita inclusiva, sostenibile e duratura dei singoli Paesi;
sotto tale profilo, l'anno 2011 ha rappresentato uno snodo importante ed è stato caratterizzato dalla definizione degli ambiziosi obiettivi comunitari dell'agenda digitale europea (COM(2010)245) per il prossimo decennio, ma anche dagli indirizzi regolamentari per la realizzazione delle reti di accesso di nuova generazione e dal lancio delle prime offerte a 100 megabit al secondo anche in Italia;
in data 20 settembre 2010 la Commissione Europea ha, infatti, presentato un pacchetto di misure finalizzate al raggiungimento dell'obiettivo, nel quadro dell'agenda digitale europea, di fornire ai cittadini europei l'accesso alla banda larga (base per il 2013 e veloce per il 2020);
del sopra citato pacchetto sulla banda larga fa parte anche la raccomandazione relativa all'accesso regolamentato alle reti di accesso di nuova generazione (next generation networks-nga), C(2010)6223) che ha lo scopo di favorire lo sviluppo del mercato unico rafforzando la certezza del diritto e promuovendo gli investimenti, la concorrenza e l'innovazione sul mercato dei servizi a banda larga, in particolare nella transizione alle reti di accesso di nuova generazione (nga);
le reti di accesso di nuova generazione sono reti di accesso cablate costituite, in tutto o in parte, da elementi ottici e in grado di fornire servizi d'accesso a banda larga con caratteristiche più avanzate (quale una maggiore capacità di trasmissione) rispetto a quelli forniti tramite le reti in rame esistenti;
dette reti, definite anche come delle vere e proprie «autostrade informatiche» per veicolare il traffico dati a grande velocità, in sicurezza e senza strozzature, secondo quanto emerge dal secondo rapporto dell'Osservatorio I-com sulle reti di nuova generazione, potrebbero rappresentare non solo uno strumento di sviluppo e crescita dell'economia, ma anche e sopratutto una modalità di investimento per evitare il cosiddetto «sotto-sviluppo» dei Paesi;
non a caso, proprio sulle reti di nuova generazione, si sono indirizzati importanti investimenti sia di carattere pubblico, che privato nei principali Paesi del mondo e, in particolare, negli Stati Uniti, in Cina, in Corea, in India e in Australia;
anche i Paesi europei a più elevato tasso di digitalizzazione quali il Regno Unito, l'Olanda e le economie scandinave hanno recentemente investito sulle reti di accesso di nuova generazione, anche se in modo più limitato di altre realtà internazionali per via di una regolamentazione sugli aiuti di Stato che limita maggiormente l'investimento pubblico in tal senso;
ciononostante, numerosi studi di caratura nazionale e internazionale dimostrano come le reti di nuova generazione (fisse e mobili) possono promuovere la crescita almeno di un 1 punto di prodotto interno lordo ogni 10 per cento aggiuntivo di diffusione della banda larga e, al contempo, generare importanti risparmi che, a regime, per l'Italia corrisponderebbero a quasi 40 miliardi all'anno. Sul punto, si segnala come la Banca Mondiale stimi, infatti, in 1,21 per cento l'impatto per i Paesi ad alto reddito di prodotto interno lordo aggiuntivo per ogni 10 per cento di diffusione della banda larga (Qiang e Rosotto, «Economic impacts of broadband», in Information and Communication for Development 2009: Extending Reach and Increasing Impact, Word Bank). Con riferimento specifico all'Italia, inoltre, il Progetto Italia digitale 2010 di Confindustria quantifica i risparmi grazie al telelavoro (in 2 miliardi di euro), e-learning (in 1,4 miliardi di euro), e-government e impresa digitale (in 16 miliardi di euro), e-health (in 8,6 miliardi di euro), giustizia e sicurezza digitale (in 0,5 miliardi di euro), gestione energetica intelligente (in 9,5 miliardi di euro). Analoghe considerazioni sono contenute nel rapporto Oecd (2009) «Network developments in support of innovation and user needs»-Directorate for science, technology and industry;
in data 12 gennaio 2012 l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha inviato una segnalazione al Governo («Un'agenda digitale per l'Italia»), nella quale si delinea un quadro di iniziative per lo sviluppo delle reti e dei servizi di nuova generazione;
nell'ambito della predetta segnalazione l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha, inoltre, rilevato che l'Europa si è dotata di un'agenda digitale che traguarda ambiziosi risultati entro il 2020 e spetta, quindi, agli Stati membri, mediante l'adozione di un'agenda digitale nazionale, di individuare e realizzare concretamente le tappe che permettano il raggiungimento degli obiettivi;
istituire un'agenda nazionale digitale in Italia appare quanto mai urgente anche per il fatto che nel nostro Paese i dati di alfabetizzazione informatica, di copertura di rete fissa e di sviluppo dei servizi on line, sia sotto il profilo di utilizzo da parte dei consumatori che delle imprese, sono nettamente al di sotto della media europea. Inoltre, ad avviso dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nel 2015, nel nord Europa il peso sul prodotto interno lordo dell'economia internet raddoppierà, mentre per l'Italia il peso dell'economia digitale rischia di rimanere modesto, qualora non si proceda rapidamente ad interventi che garantiscano una netta inversione di tendenza;
secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale, il 17 gennaio 2012 il Presidente del Consiglio dei ministri, professor Mario Monti, ed una rappresentanza dal Governo hanno incontrato i governatori delle regioni meridionali e, fra i vari impegni assunti, è stato ribadito quello di colmare il divario digitale (digital divide) al Sud, estendendo la copertura della banda larga a tutto il territorio nazionale entro il 2013, visto che in Italia esistono ancora zone completamente prive di banda larga, dove internet viaggia alla velocità del telefono e la banda ultra larga in fibra ottica (ngn) rappresenta di fatto una chimera;
il giorno successivo a tale riunione, il 18 gennaio 2012, il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, durante il corso di un'audizione presso la Camera dei deputati sulle prospettive in Italia delle reti di prossima generazione, ha evidenziato come nel nostro Paese la copertura territoriale risulta essere del solo 10 per cento, con poco più di 2,5 milioni di edifici passati in fibra e solo 300.000 accessi attivi, pari allo 0,6 per cento della popolazione. E, ancora, che gli attuali 300 utenti in fibra ottica rappresentano un dato che da circa quattro anni non varia;
durante tale audizione, il presidente Calabrò ha, inoltre, messo in luce come la recente esperienza di successo dell'asta per le frequenze di quarta generazione con più di quattro miliardi di euro di incasso «non sia altro che la cartina di tornasole del valore atteso dall'investimento nel radiospettro, mentre i progetti per la realizzazione della rete di accesso in fibra ottica languono». E, ancora, che il crescente sviluppo del mobile in Italia non riduce l'importanza della realizzazione di una rete in fibra, perché anche la rete mobile ha bisogno di collegamenti di rilegamento in fibra (backhauling) fra stazioni radio-base e centrali e sarà proprio la rete in fibra l'infrastruttura che permetterà di realizzare davvero la velocità di connessione che la trasmissione mobile di quarta generazione promette;
con la delibera n. 1/12/CONS, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha provveduto all'individuazione degli obblighi regolamentari per i servizi di accesso alle reti di nuova generazione con l'obiettivo, in linea con quanto espresso nella raccomandazione sulle reti di accesso di nuova generazione della Commissione europea del 20 settembre 2010: di incentivare gli operatori di ogni dimensione ad arricchire progressivamente le proprie dotazioni infrastrutturali; di riconoscere le differenze nelle condizioni concorrenziali esistenti tra le diverse aree geografiche del nostro Paese; di remunerare il rischio di investimento (risk premium); di promuovere le iniziative di coinvestimento e ripartizione del rischio imprenditoriale fra gli operatori; di valutare la possibilità di imporre obblighi di accesso simmetrici, cui eventualmente assoggettare tutti gli operatori che detengono il controllo di infrastrutture che possano costituire strozzature concorrenziali;
in base a tale delibera Telecom Italia dovrà pubblicare, entro i prossimi due mesi, la prima offerta di riferimento per tutti i servizi - attivi e passivi - di accesso all'ingrosso sulla rete di accesso di nuova generazione;
pur tuttavia, nonostante tale delibera, come per altro sottolineato in Commissione trasporti della camera dei deputati dallo stesso Presidente Calabrò, abbia costituito il frutto di un intenso lavoro teso a collocare l'Italia nel novero dei Paesi che hanno disciplinato concretamente la fornitura dei servizi all'ingrosso per le reti in fibra, alcuni organi di stampa nazionale hanno definito tale delibera come «ambigua» e, conseguentemente, non idonea a garantire il risultato atteso: ovvero quello di permettere a tutti gli operatori di offrire alla clientela i servizi innovativi consentiti dalle reti a banda ultra larga nel pieno rispetto dei principi sanciti a livello nazionale ed europeo sulla concorrenza;
si legge, infatti, in un articolo apparso sul Corriere delle Sera del 20 gennaio 2012 dal titolo «Impegno di Monti per la banda larga ma il regolamento Agcom non aiuta»: «il dossier digitale si presenta molto aggrovigliato. Basti pensare che la stessa Agcom, giorni fa, aveva varato un regolamento ambiguo sui servizi di accesso alle stesse Ngn: mentre infatti chiedeva a Telecom di garantire ai concorrenti il distacco (unbudling), a loro favore, del doppino telefonico dell'ultimo miglio, usava la formula "ove tecnicamente possibile", che può essere la fine dello stesso unbundling, e quindi della concorrenza. Si lascia a Telecom la scelta delle tecnologie, che guarda caso potrebbero essere proprio quelle che non garantiscono l'unbudling. Se ne occuperà l'Antitrust»;
alla luce di quanto precede, si ritiene auspicabile che le competenti autorità ivi richiamate chiariscano in modo definitivo la portata delle criticità sollevate dalla stampa nazionale sul punto;
in data 19 ottobre 2011, la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte destinate a favorire il completamento delle reti transeuropee di trasporto, energia e telecomunicazioni che si collocano nell'ambito delle azioni previste nel prossimo quadro finanziario 2014-2020, attraverso il nuovo «Meccanismo per collegare l'Europa» (Connecting Europe facility) con cui l'Unione europea intende promuovere il finanziamento di determinate infrastrutture prioritarie che rispettino i criteri di sviluppo sostenibile definiti dalla strategia Europa 2020;
a tale meccanismo è strettamente collegata una proposta di regolamento sugli orientamenti per le reti transeuropee di telecomunicazioni (COM(2011)657) che prevede 9,2 miliardi di euro per sostenere gli investimenti in reti a banda larga veloci e ultraveloci e in servizi digitali paneuropei. Tale proposta è finalizzata, in particolare, a raggiungere entro il 2020 gli obiettivi dell'agenda digitale europea (COM(2010)245) che prevedono la copertura universale a 30 megabit o il collegamento di almeno il 50 per cento dei nuclei familiari europei a velocità di connessione superiori a 100 megabit. E, infatti, all'articolo 2 prevede come obiettivi: a) la crescita economica e lo sviluppo del mercato unico; b) il miglioramento della vita quotidiana dei cittadini, delle imprese e delle amministrazioni mediante l'interconnessione e l'interoperabilità delle reti nazionali di telecomunicazioni e l'accesso a queste ultime; c) la diffusione di reti a banda larga veloci e superveloci; d) lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture di servizi digitali transeuropei, la loro interoperabilità e coordinamento, nonché il funzionamento, la manutenzione e l'ammodernamento; e) la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e la protezione dell'ambiente;
a livello nazionale, in materia di realizzazione degli obiettivi indicati dalla citata agenda digitale europea, il Parlamento è intervenuto recentemente attraverso l'approvazione dell'articolo 30 del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, con il quale si prevede che, al fine del raggiungimento degli obiettivi concernenti il diritto di accesso a internet per tutti i cittadini «ad una velocità di connessione superiore a 30 Mb/s» (e almeno per il 50 per cento «al di sopra di 100 Mb/s»), il Ministero dello sviluppo economico predispone un apposito progetto strategico, nel quale vengono individuati interventi per la realizzazione di infrastrutture di telecomunicazione a banda larga e ultralarga, anche mediante la valorizzazione di infrastrutture già esistenti;
dopo l'approvazione del citato articolo 30 del decreto-legge n. 98 del 2011, ha fatto seguito la pubblicazione, da parte del Ministero dello sviluppo economico, tramite Infratel Italia, del quarto bando di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione di infrastrutture costituite da impianti in fibra ottica per una rete a banda larga (Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre 2011). La gara riguarda le regioni Sicilia, Basilicata, Campania, Molise, Lazio, Marche, Toscana, Sardegna e Veneto. L'importo complessivo dei lavori supera i 69 milioni di euro e si inserisce nel quarto intervento attuativo, che prevede un investimento di oltre 95 milioni di euro per l'abilitazione all'offerta dei servizi a larga banda, mediante la costruzione di circa 2000 chilometri di rete in fibra ottica in oltre 400 aree comunali e subcomunali, in prevalenza in zone ad alta intensità rurale e distretti produttivi, per un totale di oltre 358.000 cittadini;
come si evince della lettura del secondo rapporto dell'Osservatorio I-com sulle reti di nuova generazione, molti Governi hanno implementato strategie volte alla diminuzione degli ingenti costi di costruzione delle infrastrutture e a fornire, conseguentemente, incentivi sufficienti ad attrarre l'investimento privato in zone di mercato altrimenti escluse. Solitamente tali interventi sono successivi a un preliminare processo di stima della domanda potenziale e possono avere scala nazionale o, più frequentemente, essere associati a politiche regionali settoriali, indirizzate a specifiche aree geografiche, in cui il costo di fornitura privata del servizio richiesto è troppo elevato per il livello di domanda identificata;
in Europa, la predisposizione di interventi finalizzati al finanziamento delle infrastrutture deve essere effettuata nel rispetto del vincolo della disciplina degli aiuti di Stato. In particolare, è necessario che l'intervento pubblico sia conforme agli orientamenti espressi dalla Commissione europea in materia di aiuti di Stato a sostegno dell'investimento in reti a banda larga nella comunicazione del 30 settembre 2009, che precisa, con riguardo alle reti di accesso di nuova generazione, la distinzione fra «aree bianche», «aree grigie» ed «aree nere». Per «aree nere nga» si intendono quelle aree ove nessun aiuto di Stato diretto a soggetti economici è ammissibile perché potrebbe produrre una distorsione del mercato, in quanto si tratterebbe di aree in cui sono già presenti reti di accesso di nuova generazione, o verranno sviluppate nei prossimi cinque anni. Sono ritenute invece «aree bianche nga» le aree temporaneamente sprovviste di reti di questo tipo e nelle quali è improbabile che, in un futuro prossimo (5 anni), investitori privati provvederanno a svilupparle e renderle pienamente operative. In analogia a quanto previsto in generale, si ha anche il caso intermedio di aree grigie di reti di accesso di nuova generazione;
tra i meccanismi di investimento implementati a livello europeo e internazionale, uno dei metodi per canalizzare l'intervento pubblico in modo efficiente consiste:
a) nel progettare forme di partenariato, dal momento che esse permettono di controllare più facilmente i flussi di investimento pubblico e, al contempo, di valersi dell'esperienza e della professionalità del settore privato. Un famoso modello di partenariato pubblico-privato è quello adottato per il progetto Amsterdam Citynet, anche se il modello si è recentemente evoluto discostandosi dall'assetto iniziale, con la drastica riduzione della componente pubblica, in seguito al trasferimento di parte della proprietà alle società private KPN e Reggefiber;
b) nell'avviare prestiti di lungo periodo per gli operatori e programmi nazionali di finanziamento. I programmi di finanziamento vengono adottati per sostenere gli investimenti degli operatori e per agevolare la diffusione della banda larga attraverso incentivi all'entrata sul mercato. Nella maggior parte dei casi, i finanziamenti sono diretti a sovvenzionare soggetti privati, come nel caso dei programmi di finanziamento statunitensi «Rural Broadband Access Loan» e «Guarantees Program», nei quali il Governo si impegnava a concedere garanzie e prestiti agli operatori a tassi agevolati;
c) nel riconoscimento di incentivi fiscali. Tale tipologia di intervento serve a promuovere gli investimenti in ricerca e sviluppo, in modo tale che gli operatori che investono sia in nuove reti che, in alcuni casi, in nuovi contenuti abbiano incentivi sufficienti a creare ulteriore innovazione. In tale tipologia di intervento rientrano diverse agevolazioni fiscali, che variano a seconda della legislazione del Paese prescelto, e che comprendono il credito di imposta (Usa) e i sussidi elargiti agli operatori di business (Canada). Gli incentivi fiscali sono particolarmente diffusi in Danimarca e negli Stati Uniti, dove sono stati introdotti per agevolare gli investimenti dei nuovi operatori (Usa), e per sussidiare indirettamente i dipendenti di quelle imprese che adottano sistemi di gestione dei dati supportati dalle reti di prossima generazione (Danimarca);
d) nell'adottare strategie di abbattimento dei costi amministrativi legati ai processi di creazione dell'infrastruttura e ad agevolare gli investimenti in nuovi rami di business;
e) nell'adottare politiche di condivisione delle infrastrutture. La ratio di tali politiche è legata al fatto che i costi delle opere civili costituiscono di gran lunga la componente dominante dei costi di realizzazione delle reti di prossima generazione in fibra ottica. In particolare, il Giappone ha recentemente utilizzato le reti elettriche esistenti per lo sviluppo della fibra ottica, arrivando a risparmiare il 23 per cento dei costi di implementazione. La Francia, invece, ha deciso di condividere la fibra nelle aree urbane, a Parigi in particolare, aprendo il suo sistema di fognatura ai concorrenti, evitando in tal modo gran parte dei costi di ingegneria civile. Nel mese di agosto del 2008, il legislatore francese ha poi approvato una legge che impone ai costruttori dei nuovi edifici di distribuire la fibra di tutto l'edificio e di renderla disponibile a tutti gli operatori concorrenti su base non discriminatoria;
f) nell'adottare iniziative per assicurare un utilizzo efficiente dello spettro-radio. Lo sviluppo del mercato della banda larga dipenderà in misura consistente dallo sviluppo di reti di tipo wireless, come ha recentemente ribadito la Commissione europea nella comunicazione sul futuro della banda larga in Europa del 20 settembre 2010;
g) nell'implementare il cosiddetto mapping territoriale. Un altro tipo di intervento che, ad oggi, è relativamente poco diffuso è la mappatura delle zone scoperte, ossia quel procedimento di identificazione delle aree territoriali effettivamente escluse dall'accesso a servizi a banda larga mediante un catasto delle infrastrutture;
al riguardo, le analisi condotte dall'Osservatorio I-com sulle reti di nuova generazione hanno evidenziato come non tutte le tipologie di politiche pubbliche a sostegno della diffusione della banda larga e delle reti di nuova generazione sembrano esercitare un effetto positivo sulla diffusione delle linee a banda larga;
infatti, mentre l'implementazione di forme di partenariato pubblico-privato (sia con proprietà pubblica che privata della rete) risulta avere un effetto positivo e statisticamente significativo sul grado di penetrazione della banda larga sul territorio nazionale, così come la realizzazione di programmi di finanziamento e prestiti di lungo periodo per gli operatori, altre politiche quali la mappatura del territorio o il riconoscimento di incentivi fiscali sembrano esercitare un effetto debole, statisticamente non significativo;
in ogni caso, si ritiene che la questione del finanziamento e degli investimenti in banda larga e reti di nuova generazione appaia troppo importante dal punto di vista economico e sociale per essere lasciata solo nelle mani degli investitori privati, la cui disponibilità all'investimento in tempi rapidi potrebbe essere limitata dagli elevati costi di realizzazione delle nuove reti e, soprattutto, dall'incertezza circa la capacità di ottenere adeguati ritorni dall'investimento;
sotto tale profilo, si rileva inoltre, come già segnalato nelle premesse precedenti, che dal punto di vista squisitamente sociale l'Italia presenta un numero di «analfabeti digitali» (definito come numero di cittadini che non hanno mai utilizzato internet) fra i più alti d'Europa. La media europea è pari al 20 per cento. In Italia, secondo Eurostat, la percentuale è del 40 per cento. L'analfabetismo digitale è un fenomeno preoccupante che frena la crescita economica e la diffusione della cultura delle informazioni, pregiudicando in modo irreversibile il futuro delle prossime generazioni;
secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale, nell'ambito del decreto-legge di prossima pubblicazione nella Gazzetta ufficiale sulle semplificazioni e sullo sviluppo varato dal Consiglio dei ministri il 27 gennaio 2012 (cosiddetto decreto semplifica Italia), sarebbero contenute disposizioni volte, da un lato, ad istituire un'agenda digitale italiana tesa a perseguire gli obiettivi dell'agenda digitale europea e, dall'altro, ad avviare un'apposita cabina di regia di coordinamento,
impegna il Governo:
a porre in essere ogni atto di competenza volto a garantire che l'istituenda «cabina di regia» diventi al più presto uno strumento concretamente capace di perseguire con efficienza ed efficacia gli ambiziosi obiettivi sanciti a livello comunitario dall'agenda digitale europea;
a perseguire con tenacia l'obiettivo annunciato con il cosiddetto decreto semplifica Italia di promuovere la diffusione delle reti di banda larga ed ultra larga e di semplificare le procedure amministrative e gli adempimenti burocratici, con il fine di agevolare il percorso di aziende e cittadini nella produzione e nella fruizione dei contenuti digitali;
a porre in essere ogni iniziativa di competenza tesa a rafforzare la normativa di settore in tema di accesso alle infrastrutture civili in corso di realizzazione ai fini della posa di tubazioni utili alla realizzazione di reti in fibra ottica, per diminuire i costi di scavo e realizzare un'opportuna forma di condivisione dei lavori da parte dei differenti fornitori di servizi a rete (elettricità, gas, acqua);
a porre in essere ogni atto di competenza volto ad assicurare un utilizzo efficiente dello spettro-radio in ossequio a quando disposto dai principi comunitari sul punto, al fine di garantire la massima valorizzazione delle risorse frequenziali per lo sviluppo della banda larga mobile;
ad incentivare la circolazione dei contenuti digitali, al fine di incrementare la dotazione informatica delle medie aziende;
a porre in essere ogni atto di competenza, anche presso le competenti sedi europee, al fine di garantire la più efficace implementazione nell'utilizzo delle risorse europee già stanziate o in fase di programmazione per favorire gli investimenti in reti a banda larga veloci e ultraveloci;
ad adottare le più opportune iniziative, avendo riguardo alle richiamate esperienze maturate nel contesto europeo e internazionale, tese a favorire gli investimenti pubblici e privati nelle reti di nuova generazione;
a valutare con particolare attenzione l'analisi di impatto che la Commissione europea ha formulato per il raggiungimento degli obiettivi dell'agenda digitale e della strategia Europa 2020 nel campo delle telecomunicazioni;
ad adottare, nel quadro dello sviluppo delle reti a banda larga e alla luce delle segnalazioni del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ogni iniziativa volta a promuovere l'utilizzo della rete, specificatamente da parte delle giovani generazioni ma anche degli anziani, e a promuovere l'utilizzo della moneta elettronica e dell'e-commerce, nell'ottica di una complessiva modernizzazione del Paese.
(1-00834) «Monai, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Barbato, Cimadoro, Di Pietro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Messina, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Rota, Zazzera».